CARO CANDIDATO ALLE REGIONALI TI SCRIVO
di La Croce Quotidiano (Mario Adinolfi)
Caro candidato alle regionali, siccome mi interpelli chiedendomi il consenso, ti scrivo, ma non è che mi rilassi un po’, tutt’altro, so che sei molto vicino, orograficamente parlando, e quindi più forte ti scriverò. Innanzitutto ti ringrazio per esserti messo in gioco nell’agone politico, non è poco in questi magri tempi, ed è cosa buona e giusta nel menefreghismo generalizzato. Ti dico subito che ho delle richieste e precisazioni pressanti da farti che, se non esaudite, non mi faranno mai porre il tuo cognome e nome sulla scheda elettorale. Una doverosa piccola premessa: per quanto mi riguarda esistono valori che non si possono negoziare; per cui se hai intenzione di venirmi a parlare di nuovi diritti, come motto dei tuoi slogan e del tuo agire nella cosa pubblica, lascia stare, cambia aria, potresti farmi inferocire di brutto. In Italia di diritti ce ne sono sin troppi, e se mai qualcuno andrebbe proprio centellinato alla grande, quello di assassinare la vita nel grembo materno ne è un esempio lampante. Basta poi attacchi insensati alla famiglia, ne ho piene le scatole di propaganda sulla pelle dei più fragili da parte delle lobby arcobalenate. Sul diario scolastico di mia figlia, quello arcinoto di Smemoranda per intenderci, ci sono paginate di indottrinamento gender in grande stile.
Perdonami il francesismo, ma che palle! E ora di darci uno stop, non se ne può più di una tale e arrogante colonizzazione ideologica; questo capovolgimento antropologico urta la sensibilità e il futuro di migliaia di famiglie, mi attendo da parte tua una presa di posizione ferma e non tentennante. Normalmente nelle elezioni locali guardo alla persona quando voto, e molto meno al simbolo, ma ti dico subito che mi verrà molto (ma molto) difficile muovere la matita sulla scheda verso partiti la cui dirigenza ha operato discriminazioni ignobili ed inutili verso una parte non piccola della cittadinanza. Ma siccome sono, da decenni, un amministratore locale mi piaceva portarti un esempio di quello che ritengo essere l’unico grave problema della montagna (e dell’Italia intera per altro) per cui siamo in grave pericolo di estinzione: nel piccolo paese limitrofo al mio l’anno scorso sono morte ben 24 persone, su una popolazione che non arriva nemmeno al mezzo migliaio di abitanti. Non c’entra la pandemia o qualche altro accidente, sia chiaro. Il problema è l’invecchiamento della popolazione, l’emigrazione e il conseguente mancato ricambio generazionale. Sono state fatte negli ultimi anni, a mio modo di vedere, scelte sbagliate per aiutare le periferie esistenziali montane dove abito, avanti con questo passo l’emorragia sarà fatale e i rimedi tardivi. Da pessimo cristiano quale sono ritengo che dovrebbe essere una priorità in cima all’agenda politica di ogni buon candidato il venire incontro al prossimo là dove questi viva in situazioni di grande disagio. Errato snobbarlo o reiterare in eterno la perdente falsariga attuale. Per cui ti dico subito che la ics sul simbolo te la puoi proprio scordare se il tuo intento è continuare a
forgiare finanziamenti a pannelli fotovoltaici, a fantomatiche transizioni ideologiche, ehm… ecologiche, o a progetti atti a trasformarci in un museo o in una Disneyland montana. Per mali
estremi urgono rimedi estremi, andando controcorrente. Inutile continuare con piagnistei sterili, vorremmo vedere aumentare il lavoro alle ostetriche non alle pompe funebri. Non è vero che è
un’impresa impossibile, come sostiene qualche renitente, è che non è mai stato fatto un tentativo serio e corposo. Bisogna rendere la vita in montagna appetibile e vantaggiosa, garantendo i servizi,
con incentivi fortissimi alle imprese, alla filiera agricola, e una detassazione totale alle realtà commerciali, tornando finalmente a mettere al centro natalità e famiglia. So benissimo che sono
elezioni regionali e non si può cambiare la normativa nazionale, ma la tua voce deve essere possente in questo ambito, tante gocce fanno il mare e il cambiamento parte prima dal basso per
arrivare in alto. Ma non bastano le belle parole, gli slogan arruffa popolo o i propositi stampati nei santini della campagna elettorale; ne abbiamo già avuti sin troppi, occorrono i fatti, con misure ad
oc e da subito. Senza lo choc di una scossa violenta, tipo quella che emana un defibrillatore, il paziente montano non ha alcuna speranza di sopravvivere, mettitelo bene in testa ed agisci di
conseguenza se hai veramente a cuore la tua e nostra terra. I grandi politici guardano in alto e al futuro, non razzolano nel pollaio delle prossime elezioni. Ah, dimenticavo due cose importanti.
Primo: non venirmi a parlare di accorpamenti, fusioni, o minchiate simili come “soluzione” agli annosi problemi dei nostri piccoli Comuni. Balle colossali di gente che si arrende alla cultura della
morte dietro il vestito sudicio di una presunta unione che fa la forza; in realtà è proprio viceversa: l’eventuale unione è dimostrazione evidente di una estrema debolezza. Secondo: baggianate del tipo “ce lo chiede l’Europa” o “ è una normativa a livello europeo da applicare” mi stanno indigeste tanto come gli scarafaggi e la farina di grillo che vorrebbero imporci come dogma della nuova alimentazione corretta. Sia chiaro che non ho alcun sentimento anti europeo, anzi. Però la luce della ragione non mi si è ancora spenta del tutto e preferisco venire incontro alla filiera locale piuttosto che forgiare i vari, iper protetti, Bezos di turno. Uno più uno fa due e non certo tre, come ci vorrebbe far credere qualche sciagurato filo massone di Bruxelles. Ed è giunto il momento di gridarlo anche da livello regionale che l’erba la primavera è verde. Basta, non ti tedio ulteriormente, penso di essere stato sin troppo chiaro ed esaustivo, ora sta a te palesarmi le intenzioni del tuo agire politico e il tuo reale interesse al mio voto e a quelli che nel mio piccolo, ma non troppo, potrei anche riuscire a racimolarti. Ti ringrazio per essere arrivato al termine di codesta missiva, ti auguro una buona campagna elettorale e ricordati sempre che la politica deve essere la più alta forma di carità e non di vanità. Grazie!
Commenti recenti