Riassunto
Su 44.276.704 individui con almeno 1 dose di vaccinazione contro il COVID-19, sono stati analizzati l’incidenza e il decorso clinico dei casi di miocardite indotta da vaccino confermati dal Comitato di valutazione degli esperti dell’Agenzia coreana per il controllo e la prevenzione delle malattie. La miocardite indotta da vaccino COVID-19 è stata confermata in 480 casi (1,08 casi per 100.000 persone). L’incidenza della miocardite correlata alla vaccinazione era significativamente più alta negli uomini che nelle donne (1,35 vs. 0,82 per 100.000 persone, P <0,001) e nei vaccini a mRNA rispetto ad altri vaccini (1,46 vs. 0,14 per 100.000 persone, P <0,001). L’incidenza della miocardite correlata alla vaccinazione era più alta nei maschi di età compresa tra 12 e 17 anni (5,29 casi per 100.000 persone) e più bassa nelle donne di età superiore ai 70 anni (0,16 casi per 100.000 persone). La miocardite indotta da vaccino grave è stata identificata in 95 casi (19,8% del VRM totale, 0,22 per 100.000 persone vaccinate), 85 ricoveri in unità di terapia intensiva (17,7%), 36 miocardite fulminante (7,5%), 21 terapia di ossigenazione extracorporea a membrana (4,4%), 21 morti (4,4%) e 1 trapianto di cuore (0,2%). Otto decessi su 21 sono stati per morte cardiaca improvvisa attribuibile a miocardite indotta da vaccino dimostrata da un’autopsia e tutti i casi di attribuibili a miocardite indotta da vaccino avevano meno di 45 anni e avevano ricevuto vaccini a mRNA.
Conclusione
Sebbene la miocardite indotta da vaccino COVID-19 sia stata rara e abbia mostrato decorsi clinici relativamente favorevoli, la miocardite indotta da vaccino grave è stata riscontrata nel 19,8% di tutti i casi di miocardite indotta da vaccino. Inoltre, la morte cardiaca improvvisa dovrebbe essere attentamente monitorata come complicanza potenzialmente fatale della vaccinazione COVID-19.
Per prima cosa, è doveroso fare alcune considerazioni preliminari:
- a) Lo studio è basato su segnalazioni spontanee.
- b) Sono stati considerati solamente i casi segnalati entro 42 giorni dalla somministrazione del vaccino (in linea con i criteri OMS).
- c) Sono stati esclusi i casi senza troponina alta.
- d) Sono stati esclusi tutti i casi di pazienti che avevano già contratto il Covid.
- e) Sono stati esclusi tutti i casi in cui la miocardite poteva essere associata a una causa diversa.
Dunque, una prima conclusione che possiamo trarre è che i numeri di questo studio sono quasi certamente sottostimati. Ciò premesso, guardiamo i risultati più nel dettaglio:
- a) 1,08 casi di miocardite correlata a vaccinazione su 100.000 vaccinati non sono pochi, soprattutto in considerazione del fatto che la fascia maggiormente colpita sembra essere quella dei giovani. Tra i maschi da 12 a 17 anni, infatti, i casi salgono a 5,29 casi per 100.000, mentre scendono a 0,16 su 100.000 nelle donne con più di 70 anni. Ossia, il rischio di contrarre una miocardite post-vaccino è relativamente alto tra chi ha un rischio di letalità da Covid-19 statisticamente bassissimo (giovani da 0 a 24 anni), mentre è relativamente basso tra chi ha un rischio di letalità da Covid-19 più alto (anziani sopra i 70 anni). E qui già si osserva una prima clamorosa contraddizione. Senza ancora conoscere i possibili rischi di reazioni avversa nel medio lungo periodo, si è deciso di vaccinare a tappeto l’intera popolazione anziché concentrarla nella fascia maggiormente a rischio (gli anziani), dove l’aspettativa di vita è assai minore. Il risultato è che un giovane vaccinato con mRNA ha statisticamente più probabilità di contrarre una miocardite post-vaccino che di morire di Covid senza vaccino.
- b) Benché i casi gravi di miocardite indotta da vaccino siano pochi (0,22 su 100.000), essi sembrano concentrati nettamente nella fascia di popolazione più giovane. Tutti i 21 decessi sono riferibili a individui con meno di 45 anni.
- c) Il fatto che in molti casi la miocardite abbia un decorso clinico favorevole (quindi, non fatale o invalidante) non significa necessariamente che sia lieve o non comporti conseguenze. Ad esempio, un giovane o un adulto sotto i 40 anni che si veda preclusa o compromessa un’attività sportiva a causa di una miocardite subisce un danno comunque irreparabile. E tutto questo a fronte di un rischio di letalità da Covid-19 assolutamente trascurabile.
- d) Va sottolineato, infine, che lo studio prende in considerazione tutti gli individui che hanno almeno una dose di vaccino. Il rischio di miocardite indotta da vaccino appare nettamente più alto tra coloro che hanno ricevuto un vaccino mRNA rispetto a coloro che hanno ricevuto un altro tipo di vaccino Covid-19 (1,46 vs. 0,14 per 100.000 persone). Una ricerca che restringesse il campo ai soli vaccinati con vaccini mRNA produrrebbe verosimilmente risultati assai più inquietanti, che qui, al contrario, appaiono in qualche modo attenuati dalla media.
Considerazioni finali
Questo studio è una pietra tombale su una serie di miti creati dalla televirologia e dalla mediavirologia negli ultimi due anni. La miocardite indotta da vaccino non solo esiste, ma non è nemmeno “benigna”. Benché il rischio possa apparire estremamente basso quando viene diluito nella media dell’intera popolazione vaccinata, esso risulta tutt’altro che trascurabile allorché il campo di osservazione viene ristretto alla popolazione più giovane. Inutile girarci intorno: si è deciso di contravvenire al più elementare principio della medicina, ossia quello del “primum non nocere”, vaccinando arbitrariamente e indiscriminatamente fasce della popolazione con rischio di letalità da Covid-19 trascurabile (notoriamente da 0 a 49 anni tale rischio è <0,1) e aspettativa di vita alta senza avere la minima idea dei potenziali rischi nel medio-lungo periodo. Ah, naturalmente, la miocardite è solo una delle numerose possibili reazioni avverse cui si va incontro con la vaccinazione mRNA. Siamo ancora sicuri che i benefici superassero i rischi?
FONTE:https://giubberosse.news/2023/06/04/studio-sudcoreano-sulla-miocardite-post-vaccino/
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