40 miliardi di Dollari: ecco il megafondo cinese per il settore dei microchip
di SCENARIECONOMICI (Giuseppina Perlasca)
Sembra che la guerra nel settore dei semiconduttori tra Stati Uniti e Cina sia appena iniziata.
In caso di dubbio o problema: nazionalizzare l’industria! Questa sembra essere la strategia della Cina dopo che questa settimana è stato annunciato che Pechino lancerà un nuovo fondo di investimento da 40 miliardi di dollari sostenuto dal governo, per contribuire a rilanciare e sovvenzionare la sua industria dei semiconduttori.
Questo investimento sarà il più grande dei tre lanciati dal “Big Fund” cinese, il soprannome del China Integrated Circuit Industry Investment Fund, secondoYahoo Finance. Il suo focus sarà sugli “investimenti in attrezzature utilizzate nella produzione di chip avanzati”.
Altri fondi “Big Fund” sono stati lanciati nel 2014 e nel 2019, con finanziamenti forniti da società come China Development Bank Capital, China National Tobacco Corp. e China Telecom.
Semiconductor Manufacturing International Corp. e Hua Hong Semiconductor sono stati beneficiari del “Grande Fondo” in passato, così come il produttore di chip di memoria flash Yangtze Memory Technologies, riferisce Yahoo.
Il processo di raccolta fondi “potrebbe richiedere mesi”, secondo il rapporto, e non è chiaro quando la Cina potrà lanciare il fondo.
La Cina punta ad essere autosufficiente quando si tratta di produrre chip, mentre gli Stati Uniti cercano di limitare l’accesso del paese ai chip avanzati. Nello stesso tempo i ricercatori cinesi stanno cercando di distaccarsi il più possibile dalle tecnologie tradizionali, ad esempio esplorando i processori in gallio.
La spinta interna del presidente cinese Xi Jinping per i semiconduttori arriva dopo il lancio della legge CHIPS del governo degli Stati Uniti, che fornisce 39 miliardi di dollari in sussidi alla produzione mirati specificamente alla produzione di chip di fascia alta negli Stati Uniti.
L’industria globale dei semiconduttori resta gravata dalla regolamentazione: per ora la Cina ha imposto restrizioni a Micron e gli Stati Uniti hanno messo in atto controlli sulle esportazioni che hanno causato ad alcune aziende difficoltà a vendere in Cina.
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