Le IDF combattono casa per casa nei centri abitati israeliani del sud
da ANALISI DIFESA (Redazione)
(aggiornato alle ore 23,45)
Le forze militari israeliane (IDF) continuano a combattere i miliziani di Hamas infiltratisi in una vasta area del territorio israeliano meridionale occupando villaggi e kibbutz. Secondo fonti israeliane e combatte ti di Hamas nel territorio dello Stato Ebraico sarebbero almeno un migliaio ma l’ampiezza dell’area attaccata (vedi mappa sotto) sembra indicare un numero ben più elevato come confermerebbero anche le difficoltà delle truppe israeliane nel respingere o eliminare le forze nemiche.
Fonti d’intelligence riferiscono che le forze di Hamas avrebbero attraversato il confino non solo sfondando i reticolati e le recinzioni ma a che utilizzando tunnel sotterranei, tecnica già utilizzata dagli Hezbollah libanesi e impiegata pure a Gaza per il contrabbando dal Sinai egiziano all’interno della Striscia amministrata dal gruppo jihadista palestinese.
Scontri a fuoco sono in corso a Sderot, dove il sindaco ha ordinato ai residenti della città di “chiudervi immediatamente nelle vostre case, chiudere porte e finestre e non aprire a nessun estraneo”.
Secondo diverse fonti un attacco diretto alla Striscia di Gaza potrebbe venire scatenato nelle prossime 24-48 ore, come sostengono anche funzionari statunitensi citati dal Washington Post, ma in ogni caso non prima che tutto il territorio israeliano sia stato bonificato dalla presenza dei miliziani di Hamas la cui minaccia potrebbero essere estesa e prolungata considerato che lo stato d’emergenza è stato proclamato in tutto Israele e ai cittadini verrà facilitato l’accesso ad armi per l’autodifesa.
Il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, ha ordinato “un assedio completo su Gaza. Stiamo combattendo contro mostri e agiamo di conseguenza”. Anche le forniture di acqua da Israele alla Striscia di Gaza sono state interrotte, come comunicato dal ministro israeliano dell’Energia e delle Infrastrutture Israel Katz. “Ho dato istruzioni affinché la fornitura d’acqua da Israele a Gaza fosse interrotta immediatamente”, afferma Katz in una nota, aggiungendo che il flusso di energia elettrica e carburante è stato interrotto due giorni fa.
L’operazione contro Hamas, che finora avrebbe lanciato contro Israele oltre 3.250 razzi, saliti a 4.400 in un bilancio più aggiornato (oltre 5.000 secondo Hamas), ”richiede più tempo del previsto”, ha dichiarato il contrammiraglio Daniel Hagari (nella foto a lato) portavoce delle IDF, in una conferenza stampa. “Ci vuole più tempo di quanto ci aspettassimo per riportare le cose in una posizione difensiva e di sicurezza. Le truppe stanno lavorando per trovarli e ucciderli”, ha affermato Hagari.
“Le forze israeliane stanno combattendo uomini armati di Hamas in sette-otto aree fuori Gaza, ha detto un altro portavoce militare israeliano, il colonnello Richard Hecht. “Ci vuole più tempo del previsto per riportare la situazione in una posizione difensiva e di sicurezza”.
Finora la risposta israeliana ha colpito nella Striscia di Gaza con aerei e artiglieria distruggendo 1.200 obiettivi (500 attaccati nelle ultime 12 ore) e uccidendo oltre 425 miliziani palestinesi a Gaza (1,500 secondo fonti citate in serata dal Jerusalem Post) e altre centinaia in territorio israeliano mentre i morti israeliani sono più di 700 e i feriti hanno superato i 2.200: numeri destinati a salire man a mano che le truppe israeliane liberano cittadine e kibbutz. L’organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato la scoperta di 108 corpi di israeliani nel kibbutz di Be’eri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza. Secondo fonti statunitensi il Qatar sarebbe in trattative con Hamas per liberare gli ostaggi israeliani che il gruppo militante tiene a Gaza.
Fonti sanitarie palestinesi registrano invece 436 morti e oltre 2.270 feriti a causa dei raid israeliani nella Striscia. Nei raid – secondo quanto riportano i media di Tel Aviv – sarebbe morto anche Ayman Younis, uno dei leader di Hamas mentre sarebbero stati colpiti 7 centri comando di Hamas e uno della Jihad Islamica Palestinese. Un alto funzionario di Hamas ha rilasciato una dichiarazione affermando che nella Striscia di Gaza sono tenuti più di 100 ostaggi israeliani, mentre la Jihad islamica (movimento che affianca Hamas) ha affermato di avere 30 israeliani prigionieri.
Il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obaida, ha dichiarato in un comunicato che “non negozierà sugli ostaggi israeliani sotto il fuoco nemico. I nostri combattenti hanno catturato un gran numero di soldati. Israele dovrebbe essere pronto a pagare un prezzo elevato in cambio della libertà dei prigionieri” aggiungendo che ogni attacco senza preavviso contro la popolazione di Gaza verrà risolto con l’esecuzione video e audio di un ostaggio civile.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e l’esponente dell’opposizione Benny Gantz si sono incontrati questa mattina per discutere della formazione di un governo di coalizione.
L’attacco di Hamas ha ricevuto il plauso del presidente iraniano Ebrhaim Raisi che sostiene “la legittima difesa della nazione palestinese” nei confronti del “regime sionista e dei suoi sostenitori che sono responsabili dell’instabilità nella regione”. L’Iran nega di avere avuto in ruolo nello scatenare l’attacco dei palestinesi mentre Hamas rivela di aver avuto il sostegno di Teheran per portare avanti l’operazione Tempesta-Al Aqsa.
Il capo del Pentagono, Lloyd Austin ha assicurato che “forniremo rapidamente alle IDF attrezzature e risorse aggiuntive, comprese le munizioni. I primi aiuti di sicurezza cominceranno a muoversi oggi e arriveranno nei prossimi giorni”, ha spiegato dopo aver inviato la portaerei Gerald Ford nel Mediterraneo Orientale a monito e deterrenza contro chiunque valutasse di attaccare Israele.
Per gli Stati Uniti quindi si apre un secondo fronte su cui far confluire armi e munizioni a una nazione alleata dopo quello ucraino.
Meno immediati sembrano invece i rischi che per Israele si apra un fronte settentrionale ai confini libanesi. Il gruppo libanese di Hezbollah non si unirà ai combattimenti di Hamas contro Israele se le forze di Tel Aviv non lo colpiranno in Libano.
Lo ha detto il ministro libanese degli Esteri, Abdallah Bouhabib, sostenendo di aver avuto queste rassicurazioni dallo stesso Hezbollah. I miliziani del Partito di Dio avrebbero quindi garantito al governo di Beirut che non interverranno nella guerra se Israele non commetterà aggressioni in Libano. Oggi però l’esercito israeliano ha riferito di alcuni sospetti miliziani infiltratisi dal Libano che hanno determinato un conflitto a fuoco seguito da bombardamenti di artiglieria contro zone non abitate del sud del Libano. I miliziani sciiti hanno ammesso di aver perso quattro miliziani e hanno attaccato due caserme israeliane.
“I soldati – ha detto un portavoce israeliano – si sono dispiegati nella zona” nei pressi di Ayta Shaab, vicino agli insediamenti israeliani di Shtula e Zarit. Ed ai residenti di numerose località è stato detto di chiudersi in casa. E’ iniziato uno scontro a fuoco, che si è concluso con l’uccisione di tutti i miliziani, Hezbollah ha rivendicato “l’attacco a due caserme israeliane usando missili guidati e colpi di mortaio che li hanno colpite direttamente”.
Foto IDF
Mappa: Wikipedia/NYT/WSJ
FONTE: Le IDF combattono casa per casa nei centri abitati israeliani del sud – Analisi Difesa
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