USA: a quanto ammonta il deficit?
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
Senza riporti contabili, tra il 2022 ed il 2023, è raddoppiato da mille a duemila miliardi di dollari
Le tecniche contabili sono sempre più sofisticate e possono cambiare profondamente la percezione delle politiche economiche. Ne sa qualcosa l’Italia con le diverse metodologie di imputazione dei “crediti fiscali”, discusse e condivise tra Istat ed Eurostat, che incidono direttamente sui dati riferiti al singolo esercizio finanziario, e dunque sul deficit dell’anno in cui la “spesa agevolata” è stata effettuata, oppure le minori entrate fiscali vengono spalmate su più esercizi andando ad incidere sui rispettivi deficit.
In America è successo un episodio analogo.
Secondo il CBO (Congressional Budget Office), nel 2023 il deficit federale è stato di 1.678 miliardi di dollari, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, quando era stato di 1.312 miliardi. C’è una posta contabile che modifica in meglio il deficit del 2023 e peggiora per il medesimo ammontare il deficit del 2022: si tratta dei 379 miliardi dollari del mancato condono dei prestiti scolastici. Scomputandoli, il deficit del 2022 sarebbe stato di soli 933 miliardi e quello del 2023 sarebbe arrivato a 2.014 miliardi.
Si tratta di una differenza estremamente rilevante, che riflette una vicenda politicamente ed economicamente altrettanto sensibile.
Tra i numerosi interventi a favore dei cittadini americani, l’Amministrazione Biden aveva inserito nel 2022 un massiccio “condono” dei prestiti contratti dagli studenti per pagarsi le rette di frequenza ai College ed alle Università.
Conseguentemente, nel bilancio federale riferito al periodo 1° settembre 2021 – 30 settembre 2022 era prevista la relativa spesa, per l’importo di 379 miliardi di dollari: il Congresso aveva approvato questo accantonamento, che faceva lievitare il deficit a circa 1.400 miliardi di dollari. Senza questa previsione di spesa, il deficit sarebbe stato di circa 1.000 miliardi.
L’idea era di ampliare notevolmente la possibilità di accedere ai benefici del Public Service Loan Forgiveness program, attraverso la elevazione del livello massimo di reddito ammesso per ottenere l’accollo del debito allo Stato: si sarebbe potuta sanare così la posizione di circa 27 milioni di cittadini in difficoltà dopo la pandemia, dopo la sospensione per due anni del pagamento delle rate.
In concreto, non solo si voleva tenere conto del fatto che l’importo medio di rimborso del prestito scolastico, 500 dollari mensili, una somma che pesa molto su coloro che hanno un salario non elevato, ma anche del fatto che durante il biennio di moratoria del debito scolastico, molti consumatori ne avevano approfittato per contrarre altri debiti, ad esempio per comprare una automobile a rate. Praticamente, avevano aumentato il debito complessivo da restituire ed alla ripresa dei pagamenti per il prestito scolastico si sarebbero trovati in gravi difficoltà.
Anziché attendere l’approvazione di una legge del Congresso, l’Esecutivo decise di procedere direttamente in via amministrativa in considerazione del fatto che si trattava di estendere i benefici già previsti dalla normativa vigente. Questa procedura, impugnata per carenza di potere, fu dichiarata illegittima. Nonostante la decisione della Corte Suprema, nel consuntivo del bilancio federale del 2022 si mantenne comunque questa previsione di maggiore spesa, compensandola però nel bilancio del 2023 con una posta correttiva a riporto del medesimo importo.
La ragione fu che la Corte aveva dichiarato illegittimo un provvedimento dell’Esecutivo e non la previsione del bilancio federale che rimaneva a disposizione.
Nel bilancio federale del 2023, visto che non c’era possibilità di accordo politico per procedere con una legge in proposito, l’accantonamento di spesa venne soppresso e compensato con una posta correttiva. Se l’accordo fosse stato trovato, la copertura della spesa sarebbe rimasta quella già contabilizzata nel bilancio del 2022.
L’effetto che è derivato da questa decisione contabile è che il deficit del bilancio del 2022 è stato gravato di 379 miliardi di dollari di spese non effettuate, mentre il deficit del bilancio del 2023 è stato sgravato da 379 miliardi di dollari classificati come risparmio di spesa.
Se le conseguenze contabili di questa decisione fossero state imputate immediatamente sul bilancio del 2022, il deficit federale di quell’anno sarebbe diminuito della somma corrispondente, arrivando a meno di 1.000 miliardi di dollari, mentre quello del 2023 sarebbe aumentato di altrettanto, superando anche se di poco i 2.000 miliardi.
Il deficit effettivo americano è raddoppiato, ma dal punto di vista ufficiale è incrementato di appena il 27,8%.
Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2023/10/23/usa-a-quanto-ammonta-il-deficit-1.html
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