Tra gli effetti negativi del conflitto tra Israele e Gaza, vi è senz’altro la scomparsa delle vicende della guerra in Ucraina dai quotidiani e dai TG. La controffensiva sembra aver lasciato il posto a una guerra di posizione, definita “stallo” dal presidente bielorusso Lukashenko, il quale ha sottolineato la necessità di una mediazione tra i contendenti. Parafrasando un grande romanzo, il comunicato “Niente di nuovo sul fronte orientale”, nasconde una crisi della funzione informativa dei media nostrani. Le notizie di agenzia si sono ridotte al minimo, e nessuna di esse è tale da meritare un titolo ad otto colonne. Dopo aver occupato per due anni le pagine estere dei principali giornali italiani, la guerra in Ucraina è svanita. Ma si combatte ancora?
In questa situazione, mi sembra interessante fare il punto su alcune notizie della Tass (https://tass.com) che ci permettono di ricostruire il punto di vista russo sul conflitto. Il sito della Tass discute la guerra ucraina in due sezioni distinte: “Crisi ucraina” è dedicata alle novità dal punto di vista della politica internazionale, mentre “L’operazione militare in Ucraina” è dedicata al conflitto sul campo. Inoltre, mi sembra piuttosto interessante il fatto che due sezioni siano dedicate a conflitti deliberatamente dimenticati dai media occidentali: quello siriano e quello tra Armenia e Azerbaijan.
Per quanto riguarda la sezione “Operazione militare in Ucraina”, la guerra è raccontata dal punto di vista della tecnica bellica: si riportano le sconfitte della controffensiva nella regione di Kherson; le avanzate russe nel Donetsk; i proditori attacchi missilistici sul suolo russo che la NATO aveva, in un primo tempo, esclusi; il conto degli armamenti distrutti dal principio del conflitto (ad esempio: 13mila carri armati); il macabro computo delle vittime ucraine secondo il governo di Mosca (solo nella controffensiva gli ucraini avrebbero perso 90mila uomini); l’elenco delle armi inviate dall’Occidente agli ucraini, tra cui le famigerate munizioni a grappolo. Nel complesso, questa sezione è un mosaico che racconta il fallimento della controffensiva, evitando l’esagerazione di presentare la situazione come una marcia russa di vittoria in vittoria.
Venendo alla sezione politica. Il sito dà risalto a tutte le voci favorevoli alla trattativa, spostando la discussione dal presente della guerra al futuro del mondo. Vi si legge, ad esempio, che al 10° vertice di Xiangshan sulla sicurezza Sergey Shoigu si è dichiarato pronto a discutere del post-conflitto: “al fine di creare un ordine mondiale equo e multipolare, è necessario aggiornare l’architettura della sicurezza internazionale e renderla più stabile” sotto l’egida del consiglio di sicurezza dell’ONU. Al medesimo vertice, il vicepresidente della Commissione militare centrale cinese Zhang Youxia ha dichiarato: “La Cina continuerà a sostenere una soluzione politica del conflitto ucraino”. Inoltre, in un’intervista del 14 ottobre, l’ex cancelliere tedesco Schroeder ha dichiarato che le semplici forniture di armi all’Ucraina non risolveranno il conflitto. Uno dei temi che emerge da questa sezione è che l’elemento umano è il punto debole dell’Ucraina. Citando il sito di notizie ucraino Telegraf, Tass ha diffuso la notizia di una manifestazione dei parenti dei coscritti ucraini, scesi in strada a Kiev e in altre città ucraine, chiedendo la smobilitazione o la sostituzione di coloro che sono stati mobilitati nelle forze armate ucraine all’inizio del conflitto e che stanno ancora combattendo. Evidentemente la situazione non permette all’Ucraina di sostituire con truppe fresche i soldati logorati da campagne estenuanti e strenui combattimenti.
La tattica che la Tass impiega per costruire la credibilità delle notizie è in un certo senso speculare a quella utilizzata dai siti di controinformazione. Infatti, in primo luogo utilizza fonti ucraine e occidentali ufficiali: se lo dice anche il nemico, vuol dire l’informazione è oggettiva. In secondo luogo, il sito dà ampio spazio alle dichiarazioni di grandi commentatori e leader internazionali, i quali, in qualità di testimonial, si fanno garanti del valore delle azioni politico-militare russe o mettono in dubbio il valore di quelle ucraine e occidentali, manifestando discussioni e divisioni interne al fronte antirusso che, al contrario, la stampa occidentale tende a minimizzare.
Al di là di tutto questo, dalla comunicazione della Tass emerge un’immagine coerente ed autorevole della Russia, la quale si autorappresenta come una forza in grado di comporre i diversi conflitti internazionali in corso. A riprova di ciò, la principale differenza tra le agenzie italiane e la Tass consiste proprio nel rapporto tra il conflitto israeliano e quello russo. Ansa, Adnkronos, Dire e altre non sono riuscite a legare i due conflitti e a restituire un’immagine coerente dell’Occidente, egualmente impegnato sui due fronti. Per questo hanno optato per la cancellazione del conflitto ucraino e per una copertura esclusiva del conflitto in Israele, dalla quale trapelano tutti i dubbi e le divisioni dell’intelligencija e dell’opinione pubblica europea sulle violazioni dei diritti umani.
Al contrario, la Tass dà ampio risalto al tentativo russo di mediare tra Israele e Hamas e connette lo scenario israeliano agli altri scenari geopolitici in cui la Russia opera: Caucaso, Medio Oriente, Ucraina. Così, la comunicazione Tass costruisce l’immagine della Russia come un attore unitario che, insieme alla Cina, è in grado di giocare un ruolo nel futuro ordine multipolare, il cui avvento è reso auspicabile dal disordine attuale.
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