Il Governo detta le linee guida della cultura del merito per la Pubblica Amministrazione
di L’INTERFERENZA (Federico Giusti)
Il Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha firmato la direttiva in materia di misurazione e valutazione della performance dei lavoratori pubblici.
La Direttiva Ministeriale sulla performance segue le indicazioni del Dipartimento della Funzione pubblica, prefiggendosi l’obiettivo di “integrare e adeguare ai nuovi indirizzi di efficacia ed efficienza l’attività delle amministrazioni pubbliche”.
Si sta facendo strada una nuova versione della meritocrazia e della cultura meritocratica che dalla pubblica amministrazione potrebbe estendersi anche al settore privato con il dichiarato obiettivo di accrescere la produttività per far dipendere dalla stessa il salario accessorio del personale e individualizzando ulteriormente le buste paga.
Vediamo in sintesi le principali novità ricordando prima che siamo davanti a una svolta dettata dal Pnrr e dalla contrazione degli spazi di libertà individuale e collettiva (sancita anche dai nuovi codici di comportamento) oltre a un attacco contro il potere contrattuale e di acquisto della forza lavoro operante nel settore pubblico.
- Si accentuerà la differenziazione delle valutazioni facendo credere che l’intero percorso possa essere non impositivo ma condiviso piegando la intera contrattazione all’accrescimento della produttività per arrivare, in tempi brevi, a non erogare il salario accessorio a un certo numero di dipendenti;
- la produttività diventa il faro guida della contrattazione di secondo livello ma in misura crescente anche di quella nazionale
- andrà rafforzandosi il salario accessorio da accordare, a discapito di tutti\e, alle cosiddette “eccellenze”;
- promuovere il ruolo fondamentale della formazione nella valutazione individuale, ossia trasformare la formazione in una sorta di obbligo dentro e fuori l’orario di lavoro, a carico dell’Ente e del singolo lavoratore (ergo a nostre spese)
- si andranno ad individuare nuove forme di premialità da pagare con i fondi della produttività collettiva e quindi a discapito del nostro salario accessorio
- L’idea di far valutare il personale da soggetti esterni diventa realtà sottoponendo il dipendente della PA al pubblico ludibrio con un sistema di valutazione permanente che alimenterà divisioni interne dentro una società del controllo che militarizzerà i luoghi di lavoro all’interno di un conflitto individuale teso solo a mortificare i dipendenti alimentandone la cieca obbedienza ai superiori e agli amministratori
- la valutazione collegiale (calibration) ne è la lampante dimostrazione, invece di erogare servizi migliori alla cittadinanza saremo in balia di un sistema farraginoso finalizzato al controllo del personale con la minaccia, in caso di mancato aumento della produttività, di subire decurtazioni salariali in quanto non meritevoli. Non siamo quindi in presenza della valorizzazione del capitale umano, come asserito dal testo ministeriale, ma davanti alla soluzione finale della cultura meritocratica da intendere come accrescimento della produttività a costo zero; la stessa nozione di benessere organizzativo non è finalizzata a migliorare le condizioni di lavoro ma a rendere più sfruttabile ogni singolo lavoratore per spingerlo ad accrescere la produttività individuale regalando tempi di vita al datore.
- Come in ogni cultura meritocratica che si rispetti è proprio la competitività e la leadership l’obiettivo perseguito e non solo per la classe dirigenziale che dovrà costantemente dimostrare di raggiungere migliori risultati in minor tempo e con minori risorse intensificando tempi di lavoro e produttività, esigendo competenze che andranno ben oltre i profili professionali posseduti nell’ottica di raggiungere il massimo risultato con minore costo del lavoro.
- In questa ottica diventa funzionale alla produttività anche l’adozione del lavoro agile per premiare con il salario di tutti una percentuale di eccellenze pari al 20%;
- Meritano attenzione le quattro aree formative: “Capire il contesto pubblico”, “Interagire nel contesto pubblico”, “Realizzare il valore pubblico”, “Gestire le risorse pubbliche” secondo i dettami del PNRR per favorire i processi di digitalizzazione e un sistema di controllo e di sorveglianza. Si va delineando un sistema tipicamente statunitense con figure pensate ad arte per motivare la forza lavoro al fine di imporre modalità organizzative e gestionali finalizzate alla produttività e alla accettazione della cultura meritocratica che poi determinerà competizioni sfrenate per conquistare salari diseguali. La nuova meritocrazia è pensata per sradicare ogni forma di contrattazione collettiva individualizzando il salario percepito ma senza accrescere i fondi destinati ad ogni singolo Ente. A costo zero si creeranno meccanismi iniqui, e di controllo, per porre fine a molte rivendicazioni collettive atte a migliorare la nostra condizione salariale e lavorativa.
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