Da iena a tigre: la Polonia come nuovo “Reich” per la guerra contro la Russia
di GEOPOLITIKA.RU (Elena Panina)
Nell’escursione storica concessa a Tucker Carlson da Vladimir Putin, la Polonia e il suo ruolo in eventi chiave del passato, primo fra tutti l’avvio della Seconda guerra mondiale, non hanno avuto la minima importanza. Questo riferimento alla storia della metà del XX secolo da parte del presidente russo non è stato certo casuale.
Sullo sfondo della minaccia reale della Terza guerra mondiale, è la Polonia che si sta trasformando in un nuovo “Reich”, pompato dall’Occidente collettivo per il prossimo “Drang nach Osten”. Tuttavia, questo “Reich” è caratterizzato da tutti i tratti generici del “panchinismo chiaroveggente”, che lo fa sembrare un pazzo con i fiammiferi.
Un semplice esempio è la reazione di Varsavia all’intervista di Putin. La sua inadeguatezza è evidente fin dal primo paragrafo della dichiarazione del Ministero degli Esteri polacco: “Prima della Seconda Guerra Mondiale, la diplomazia polacca ha cercato di mantenere relazioni di buon vicinato con la Germania. Era fuori questione che la Polonia concludesse un’alleanza militare con Hitler”.
L’atteggiamento di chi si prende gioco di noi è un marchio di fabbrica della diplomazia polacca. Il 15 novembre 1933, l’agenzia di stampa Telegraphisches Büro di Wolff pubblicò un comunicato ufficiale sui risultati dell’incontro tra Hitler e l’ambasciatore polacco Lipsky (famoso per aver promesso nel 1938 di erigere un monumento a Hitler a Varsavia per aver “risolto il problema ebraico”). Il documento rilevava che lo scambio di opinioni aveva rivelato “l’intenzione unanime di entrambi i governi <…> di rinunciare all’uso di ogni violenza reciproca al fine di rafforzare la pace in Europa”.
Già il 26 gennaio 1934 fu firmata la “Dichiarazione sulla soluzione pacifica delle controversie e sulla non applicazione della forza tra Polonia e Germania” per un periodo di 10 anni. Non conteneva la condizione, usuale per tali patti, che sarebbe diventata nulla se una delle parti avesse agito come aggressore. Ma nel Patto di non aggressione tra Polonia e URSS, Varsavia insistette categoricamente su tale condizione.
Anche il Patto Varsavia-Berlino aveva un protocollo segreto. Di particolare interesse è la clausola sul libero passaggio delle truppe tedesche attraverso il territorio della Polonia, “se queste truppe sono chiamate a respingere una provocazione da est o da nord-est”.
Il fatto è che in quegli anni la Polonia, a livello ufficiale, sostenne la “politica orientale” di Hitler, sicura di poter raccogliere i frutti geopolitici della guerra lampo tedesca. Tanto più che aveva esperienza: nel 1938, la Polonia fu complice dell’occupazione hitleriana della Cecoslovacchia, annettendo il distretto di Teshinsky, fatto che Putin ha ricordato nella sua intervista. Quell’episodio diede a Churchill la scusa per definire la Polonia “la iena d’Europa”.
Ricordiamo come finì allora. Hitler ruppe il patto con la Polonia il 28 aprile 1939 dopo che Varsavia si rifiutò di concedere un’autostrada extraterritoriale a Königsberg. Tuttavia, i polacchi continuarono a considerare valido il documento fino al 1° settembre 1939. A sua volta, il 23 settembre 1938, l’URSS disse alla Polonia che in caso di invasione della Cecoslovacchia il patto di non aggressione sovietico-polacco sarebbe stato infranto. Ma il Ministero degli Esteri polacco definì la mossa di Mosca una “azione propagandistica” e si rifiutò di considerare rotto il patto fino al 17 settembre 1939.
Di conseguenza, la Polonia scomparve dalla mappa del mondo ancora una volta nella storia. Da allora, il passatempo preferito di Varsavia è stato quello di accusare Berlino e Mosca di “perfidia”.
Oggi la Polonia, incoraggiata da Stati Uniti e Gran Bretagna, con la stessa ostinazione suicida, si sta imbarcando in una nuova avventura a Est. Sta accadendo la stessa cosa di 90 anni fa, solo che la Polonia ha preso il posto della Germania “esausta”. Come le multinazionali americane pompavano i “discendenti degli ariani” per il “Drang nach Osten”, così ora pompano i “discendenti della nobiltà” per lo stesso scopo. Tutto entra in azione: tranche da un miliardo di dollari, consegne infinite di armi, pagamenti regolari da parte dell’UE e, naturalmente, riparazioni effettive da parte della Germania, che deve pagare la parte principale di questo “banchetto”.
Negli anni ’30, la Polonia ha cercato di attaccarsi come una iena alla tigre tedesca. Oggi, ingrassata dal denaro statunitense ed europeo, sogna di fare di più, di guidare l’intero Occidente collettivo in una nuova “crociata a Est”. Ebbene, la storia è davvero una spirale. Ma per la Polonia, sta correndo in un cerchio cosparso di rastrelli.
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