Jurij Ushakov: I BRICS, di fatto, esprimono gli interessi della maggioranza mondiale
da AMBASCIATA DELLA FEDERAZIONE RUSSA IN ITALIA (Redazione)
La Russia ha assunto la presidenza dei BRICS per il 2024. Jurij Ushakov, Consigliere del Presidente della Federazione Russa in materia di politica estera, in un’intervista rilasciata all’agenzia TASS ha parlato delle priorità di Mosca, delle prospettive per lo sviluppo e l’ampliamento dei BRICS e dei tentativi dell’Occidente di compromettere questo raggruppamento di Paesi.
Domanda: Il Presidente Vladimir Putin, parlando delle priorità per il periodo di presidenza russa dei BRICS, ha fatto riferimento allo sviluppo del partenariato economico, nonché alla cooperazione nei settori di scienza e innovazione, di sicurezza e lotta al terrorismo, e di cultura e sport. In che ordine sono disposte tali priorità? Per noi, il valore più grande dei BRICS risiede sul piano della politica, dell’economia o della civiltà?
Jurij Ushakov: In primo luogo, vorrei dire che la cooperazione nel formato dei BRICS, indubbiamente, costituisce una delle principali direzioni in cui si muoverà la politica estera della Federazione Russa in una prospettiva di lungo termine. E la cooperazione con i Paesi membri di questo raggruppamento risponde agli interessi nazionali fondamentali del nostro Paese, oltre ad inserirsi perfettamente in quello che è il nostro percorso costante orientato alla realizzazione di un ordine mondiale giusto e multipolare e alla creazione di pari opportunità di sviluppo per tutti i Paesi.
Come ha fatto notare il Presidente della Federazione Russa nel suo intervento pubblicato il 1 gennaio e relativo all’inizio della presidenza russa dei BRICS, nel 2024 noi concentreremo i nostri sforzi sulla promozione di un intero sistema di partenariati interno al raggruppamento per quanto riguarda tre direzioni chiave: politica e sicurezza, economia e finanza, legami culturali e umani. Queste tre “direzioni” si caratterizzano tutte per la loro pari centralità, e proprio esse sono state identificate come questioni prioritarie per la presidenza russa, la quale verrà portata avanti in nome di questo principio generale: “Rafforzare il multilateralismo per la sicurezza e per un equo sviluppo globale”.
Vorrei sottolineare che è con grande entusiasmo ed estrema serietà che la Russia intraprende il cammino verso l’adempimento dei propri compiti legati alla presidenza dei BRICS. È anche stata approvata una Concezione integrata per la presidenza che avrebbe assunto la Federazione Russa. Affinché tale Concezione venisse poi attuata, per mezzo di un decreto presidenziale è stato costituito un Comitato organizzativo interministeriale per lo svolgimento del lavoro di preparazione e assunzione della presidenza 2024 dei BRICS da parte della Federazione Russa. Tale struttura, che io sono stato incaricato di dirigere, gestisce il coordinamento delle attività di partecipazione ai meccanismi BRICS delle autorità russe a livello regionale e federale e degli ambienti parlamentari, nonché dei circuiti pubblici e di affari; e, in generale, si occupa di tutte le questioni riguardanti la presidenza russa dei BRICS, inclusi i preparativi per gli incontri previsti a vari livelli e, naturalmente, per il Vertice del raggruppamento.
Il Comitato organizzativo si riunisce regolarmente, e al suo interno sono stati costituiti dei gruppi di lavoro, i quali curano tematiche di politica estera, di finanza e di carattere organizzativo. Tutti i ministeri e i dipartimenti, le organizzazioni della società civile e altre entità rendono conto con grande tempestività al Comitato organizzativo dell’andamento e dei risultati del lavoro svolto.
Nel dicembre del 2023, il Comitato organizzativo ha approvato un importante programma di eventi sotto l’egida della presidenza russa. Si parla di un numero di eventi nell’ordine dei 250, che si svolgeranno in più di dieci città russe. Inoltre, stanno giungendo sempre più richieste per l’organizzazione di ulteriori eventi che siano incentrati su quelli che sono gli ambiti più importanti della cooperazione nell’ambito dei BRICS. Sul sito web ufficiale della presidenza russa dei BRICS (brics-russia2024.ru) vengono pubblicate regolarmente informazioni aggiornate in merito a quanto si sta pianificando e realizzando nello specifico.
L’avvenimento principale sotto la presidenza russa, naturalmente, sarà il Vertice dei BRICS a Kazan’, in programma dal 22 al 24 ottobre. Tra l’altro, questo sarà il primo Vertice del raggruppamento a svolgersi nel formato allargato. Vorrei infatti ricordare che, durante l’incontro tra i leader mondiali svoltosi a Johannesburg nell’agosto dello scorso anno, è stata presa la decisione di invitare a far parte del raggruppamento alcuni nuovi Paesi membri; a partire dal 1 gennaio di quest’anno, quindi, i Paesi BRICS sono diventati 10. Il raddoppiamento della forza numerica dei BRICS, senza dubbio, apre grandi possibilità per il futuro consolidamento del ruolo e dell’autorità di questo nostro raggruppamento sulla scena internazionale. In più, naturalmente, la Russia, in qualità di Paese che attualmente detiene la presidenza del raggruppamento, ha la grande responsabilità di dover garantire ai nuovi Stati membri l’integrazione all’interno dei meccanismi di lavoro dei BRICS nella maniera più rapida e organica possibile. E questo, senza alcun dubbio, rappresenta un compito trasversale e prioritario per la nostra presidenza.
Domanda: Perché proprio Kazan’ è stata scelta per lo svolgimento del Vertice dei BRICS del 2024?
Jurij Ushakov: La decisione di scegliere Kazan’ per lo svolgimento del Vertice non è stata casuale. La città dispone di tutto il necessario per ospitare degnamente un incontro tra leader mondiali. Basta guardare alla sua capillare rete di trasporti, alle sue infrastrutture turistiche e al suo ambiente urbano, nel complesso molto moderno e accogliente. L’amministrazione della Repubblica del Tatarstan, come si suol dire, “ormai sa il fatto suo”, dato che già da molti anni ospita con grande successo svariati forum internazionali.
I membri del Comitato organizzativo si recano continuamente a Kazan’, in modo tale da monitorare in tempo reale i lavori di preparazione al Vertice e agli incontri che coinvolgeranno numerose delegazioni provenienti dai Paesi BRICS. Il Comitato organizzativo mantiene stretti contatti con l’amministrazione della Repubblica del Tatarstan e con tutti coloro che, sul posto, rispondono per i compiti pratici e specifici che la città si trova a dover portare a termine in previsione di un evento di così grande portata.
Il Comitato organizzativo sta attenzionando questioni legate a rendere operativi più di 50 alberghi cittadini e altre strutture ricettive per l’accoglienza di Capi di Stato e di Governo stranieri, nonché dei loro accompagnatori. Particolare attenzione viene dedicata a fare in modo che tutte le camere in cui alloggeranno i partecipanti all’evento soddisfino i più alti standard di comfort e di sicurezza. Le autorità locali si stanno dedicando attivamente all’ammodernamento delle infrastrutture e alla valorizzazione degli spazi cittadini ove saranno accolti gli ospiti e, naturalmente, alla predisposizione delle infrastrutture nelle quali si svolgeranno gli eventi legati al Vertice.
Nello specifico, i negoziati tra i leader e i principali incontri a essi legati avranno luogo presso il Centro Espositivo Internazionale “Kazan’ Expo”. Si tratta di una struttura unica, una delle più grandi e moderne di tutta la Russia in termini di dotazioni tecnologiche.
“Kazan’ Expo” è stato costruito proprio per lo svolgimento di eventi di grande portata che prevedessero la partecipazione di qualche decina di migliaia di ospiti; si è svolta proprio lì, poco tempo fa, la solenne cerimonia di apertura del torneo internazionale multisportivo “I Giochi del Futuro” alla presenza del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e di un vasto gruppo di Capi di Stato stranieri. Il complesso di “Kazan’ Expo” si distingue per la sua particolare posizione: si trova infatti a 5 minuti di distanza dall’aeroporto ed è raggiungibile in 20 minuti di autostrada dal centro di Kazan’. Durante le giornate di svolgimento del Vertice dei BRICS, per tutti gli ospiti di “Kazan’ Expo” saranno predisposte navette gratuite.
Ma tornando al programma della presidenza russa dei BRICS, vorrei ricordare che molti eventi hanno già avuto luogo. In particolare, si sono svolti: l’incontro dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei Paesi BRICS, la riunione del Comitato degli Alti Funzionari dei Paesi BRICS in materia di energia, le consulenze con gli esperti per la sicurezza informatica e per il contrasto alle attività di riciclaggio e alle attività di finanziamento del terrorismo, la Conferenza Giovanile dei Volontari “Brics to You” e la sessione del Gruppo di lavoro dei BRICS per la medicina nucleare. Ovviamente, gli sherpa e i sous-sherpa dei Paesi partecipanti, che sono responsabili per la definizione dei contenuti presenti nell’agenda di cooperazione nell’ambito dei BRICS, si tengono regolarmente in contatto. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio si sono incontrati a Mosca.
In altre parole, il calendario ufficiale degli eventi BRICS per il 2024 è davvero denso e molto ricco; e anche la copertura tematica sarà ambiziosa e toccherà moltissime questioni.
Domanda: I BRICS rimarranno una sorta di club per i “Paesi grandi”, oppure anche i piccoli Stati potranno contare sulla possibilità di unirsi al raggruppamento?
Jurij Ushakov: Per prima cosa, mi permetto di fornire alcune piccole precisazioni storiche. L’acronimo BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), di per sé, fu usato per la prima volta nel 2001 da un analista occidentale (Jim O’Neill, della Goldman Sachs), il quale stava esplorando il potenziale di sviluppo economico dei Paesi in via di sviluppo, e giunse alla conclusione che sarebbero stati proprio questi quattro Paesi a determinare le direzioni di sviluppo dell’economia e della politica mondiale nel XXI secolo. In effetti, fu proprio così che egli riuscì a prevedere, senza averne l’intenzione, la nascita di questo raggruppamento. Appena cinque anni dopo, nel 2006, a margine della 61° sessione dei lavori dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York, i Ministri degli Affari Esteri di Russia, Brasile e Cina e il Ministro della Difesa indiano tennero uno speciale incontro separato, nel corso del quale presero accordi al fine di intraprendere una cooperazione su molteplici piani in questo formato quadrilaterale.
Nel 2009, a Ekaterinburg, ebbe luogo il primo Vertice della storia tra questi quattro Paesi. Nella Dichiarazione finale congiunta, fu inserito l’impegno comune a promuovere “una cooperazione e un dialogo che fossero coerenti, attivi, pragmatici, aperti e trasparenti” non solo a beneficio dei Paesi in via di sviluppo e degli Stati i cui mercati erano ancora emergenti, ma anche al fine di istituire un “ordine mondiale armonico”, nel quale potessero essere garantite “una pace duratura e una prosperità diffusa”. Emerse quindi il quesito in merito al nome da dare al raggruppamento. E il termine accademico ideato inizialmente si dimostrò del tutto adeguato: i BRIC. Concordammo questo con i nostri colleghi brasiliani, indiani e cinesi.
Con l’adesione della Repubblica del Sudafrica nel 2011, all’acronimo menzionato sopra, BRIC, fu aggiunta una nuova lettera, la S. E così il nome del raggruppamento divenne BRICS, dove la lettera “S” rappresenta la prima lettera del nome del nuovo Paese arrivato, il Sudafrica.
Nel periodo relativamente breve trascorso da quando il raggruppamento ha fatto la sua comparsa, i BRICS si sono rapidamente evoluti e trasformati in un meccanismo, ramificato e disposto su più livelli, di interazione tra Paesi sulla più vasta gamma di questioni riguardanti l’agenda globale. Vorrei sottolineare, in particolare, il ruolo del Summit dei BRICS tenutosi a Ufa nel 2015, a seguito del quale fu annunciato il lancio dei primi istituti finanziari del raggruppamento dei BRICS, e cioè l’istituto bancario New Development Bank e lo strumento finanziario Contingent Reserve Arrangement, per un volume totale di risorse finanziarie pari a 200 miliardi di dollari. Tali passi dimostrano con chiarezza che i nostri Paesi stanno acquisendo un’influenza crescente nell’economia mondiale.
E tra l’altro, in termini di indicatore di parità di potere d’acquisto, i BRICS hanno già superato il “Gruppo dei Sette”: il raggruppamento dei BRICS rappresenta il 35,6% del PIL globale, quando invece i Paesi del G7 ne rappresentano il 30,3%. Ed entro il 2028, la bilancia si sposterà ulteriormente a favore dei BRICS: si prevede un 36,6% a fronte del 27,8% dei Paesi del G7.
Non a caso, il Presidente Vladimir Putin ha richiamato l’attenzione su questo nel suo intervento all’Assemblea Federale. Il peso collettivo dei Paesi membri del raggruppamento BRICS nell’economia globale equivale a 58,9 trilioni di dollari. I BRICS in totale coprono più di un terzo dell’intera superficie globale (il 36%), riuniscono il 45% della popolazione mondiale (3,6 miliardi di persone) e rappresentano più del 40% del volume globale di estrazione del petrolio, nonché quasi un quarto delle esportazioni di merci a livello mondiale.
Una tale autorità, un ruolo seriamente costruttivo come quello ricoperto dai BRICS nell’economia e nella politica mondiale, ovviamente, attrae l’attenzione di altri Paesi, i quali hanno iniziato a manifestare il desiderio, in una forma o nell’altra, di connettersi al lavoro svolto dal raggruppamento. Proprio i BRICS vengono percepiti da molti come un prototipo di multipolarismo, di un’istituzione che va a unire il Sud e l’Est globali sulla base dei principi di uguaglianza, sovranità e rispetto reciproco. I BRICS sono arrivati a svolgere, l’anno scorso, il XV Vertice a Johannesburg con tutta una serie di domande di adesione giunte da più di 20 Paesi. Per questo motivo durante il Vertice è stata presa la decisione politica cardine di ampliare il raggruppamento, ed è stato svolto un minuzioso lavoro di definizione della cerchia di Paesi da accettare in via prioritaria. Il risultato di ciò è stato il raggiungimento di un accordo che prevedeva un invito per alcuni Paesi ad entrare a far parte, dal 1 gennaio, del raggruppamento dei BRICS in qualità di membri a pieno titolo. Questo invito è stato esteso a sei Paesi: Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Etiopia e Argentina. In effetti, in quell’occasione si è anche concordata la decisione di conservare lo stesso nome, già ben noto a livello globale, anche a seguito dell’ampliamento del raggruppamento, e cioè BRICS. Questo, tra le altre cose, permette di sottolineare ulteriormente la continuità che caratterizza il nostro lavoro all’interno del raggruppamento, nonché il ruolo chiave giocato dai Paesi fondatori.
Domanda: Quando dovremo aspettarci un’ulteriore “ondata” di ampliamento dei BRICS?
Jurij Ushakov: In considerazione dell’attuale ampliamento, per la presidenza russa dei BRICS nell’anno corrente si prospetta una particolare missione: garantire un inserimento agevole all’interno del raggruppamento a tutti i nuovi membri e, allo stesso tempo, preservare e massimizzare tutto il lavoro svolto e gli obiettivi già raggiunti accumulati nel corso di tanti anni; ma anche conservare e sviluppare ulteriormente l’esperienza acquisita in merito a una cooperazione efficace. Per questo, prima di tutto ci concentreremo sull’integrazione organica delle “matricole” nell’architettura dei meccanismi di partenariato e sul loro avvicinamento alla “cultura dei BRICS”, che ormai esiste da 15 anni. Agli organi federali del potere esecutivo è stato assegnato un compito ben preciso: agendo in stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri russo, coinvolgere attivamente e in maniera dinamica i cinque nuovi Paesi nei processi di funzionamento dei BRICS, e portarli a conoscenza di come, nella pratica, si realizza la cooperazione all’interno del raggruppamento.
Questo, per quanto riguarda i nuovi membri già ammessi ai BRICS. Tuttavia, il numero dei Paesi desiderosi di instaurare, in una forma o nell’altra, un’interazione con il nostro raggruppamento continua ad aumentare. Se al Vertice di Johannesburg, come ho già ricordato prima, di candidature di questo genere ne erano arrivate poco più di venti, al momento attuale ne sono già arrivate molte altre. E, sebbene in questo momento sia prematuro discutere di una seconda “ondata” di ampliamento, tutti i Paesi del raggruppamento sono concordi sul fatto che l’interesse mostrato nei confronti dei BRICS da parte di molti è una tendenza che può solo essere accolta con favore e che merita di essere incentivata. Qui sta una chiara dimostrazione del fatto che un’ampia cerchia di Paesi, in sostanza la Maggioranza mondiale, sente vicini i principi sui quali si fonda il lavoro del nostro raggruppamento.
Vorrei ricordare in merito a questo, che sempre a Johannesburg è stata presa un’altra importante decisione. Una decisione che riguarda l’elaborazione di una nuova forma di interazione tra i BRICS e i Paesi che non rientrano nel raggruppamento. Si parla quindi di definire le modalità di una nuova, speciale categoria di Paesi partner dei BRICS, che possano partecipare alle attività di cooperazione per ciò che riguarda progetti concreti sia nell’ambito politico che in quello economico.
Domanda: Per l’Argentina, che con il nuovo Presidente ha deciso di non entrare a far parte dei BRICS, le porte per l’adesione rimangono aperte?
Jurij Ushakov: Per quanto riguarda l’Argentina, come è noto, alla fine dello scorso anno nel Paese si sono svolte le elezioni presidenziali. La nuova amministrazione argentina ha dichiarato che attualmente non vede il Paese come membro dei BRICS, e ha indirizzato a tutti i Capi di Stato degli altri cinque Paesi lettere ufficiali dal medesimo contenuto. Questa è stata la scelta delle autorità argentine, e in quanto tale, essa deve essere rispettata. Ma in linea di principio, dal punto di vista del peso politico ed economico di questo Paese, l’Argentina senza dubbio meriterebbe di far parte del nostro raggruppamento.
Domanda: Sono stati fissati dei criteri precisi per la selezione ai fini dell’adesione ai BRICS?
Jurij Ushakov: Durante la sua presidenza, la parte russa sta lavorando sui criteri di selezione e sulle candidature ricevute da parte dei suddetti Paesi partner. Sia questi stessi criteri che la lista precisa dei possibili partner dovranno essere concordati da tutti i membri dei BRICS e dovranno essere presentati al Vertice di Kazan’ per l’approvazione. È del tutto logico che, in una prospettiva futura, mano a mano che i Paesi partner acquisiranno esperienza nelle attività di interazione nell’ambito dei vari meccanismi interni ai BRICS, anche le loro domande di adesione a pieno titolo verranno prese in considerazione. Nel corso della discussione delle singole candidature in esame, certamente si terrà considerazione del peso politico ed economico di questo o di quel Paese candidato, come anche la sua posizione, non solo all’interno della propria regione, ma anche sul piano internazionale in generale. Condizione imprescindibile sarà la condivisione dei principi del multipolarismo e dell’innalzamento del ruolo dei Paesi in via di sviluppo nella governance globale, ma anche la condivisione dei valori fondanti dei BRICS, tra i quali lo spirito di uguaglianza, di mutuo rispetto, di apertura, di inclusività e di cooperazione costruttiva.
Tuttavia, naturalmente, continua ad esistere anche il formato di interazione con i Paesi amici e i Paesi che condividono con i BRICS lo stesso modo di pensare. È un formato ben consolidato, quello del “BRICS outreach”/“BRICS plus”. In pratica, si tratta di un formato ad hoc pensato per quando ai Vertici dei BRICS vengono invitati i leader di quei Paesi che sono interessati ad apportare un loro contributo costruttivo alla discussione delle questioni più urgenti dell’agenda regionale e internazionale. Ad esempio, lo scorso anno i nostri amici sudafricani hanno invitato al Vertice di Johannesburg un ampio gruppo di Paesi situati nel continente africano. Mentre quest’anno, la Russia ha in programma di tenere il Vertice nel formato “BRICS outreach”/“BRICS plus” a Kazan’, invitando a partecipare i leader degli Stati membri e i capi degli organi esecutivi dell’Unione Economica Eurasiatica, della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, come anche, se possibile, di tutta una serie di altri Paesi e di organismi regionali.
Domanda: Come vedete l’atteggiamento dei Paesi occidentali nei confronti dei BRICS? E avete riscontrato da parte loro un interesse a prendere parte ai lavori del raggruppamento?
Jurij Ushakov: Qui è tutto molto chiaro. Loro chiaramente non sono entusiasti della crescente autorevolezza e influenza dei BRICS. Lo diremo con franchezza: l’Occidente non nasconde la sua invidia nei confronti dell’avvenuto ampliamento dei BRICS, come non la nasconde verso il fatto che i Paesi della Maggioranza mondiale vorrebbero avere modo di unirsi in maniera più stretta alle attività di cooperazione nell’ambito dei BRICS. Assistiamo a molte dimostrazioni del fatto che i nostri oppositori occidentali stanno tentando di compromettere e indebolire il nostro raggruppamento.
In breve, i BRICS, come in realtà anche il processo oggettivo stesso di creazione di un nuovo ordine mondiale, hanno i loro irriducibili oppositori, che tentano di frenare tali processi, e di contenere la nascita di nuovi centri indipendenti di sviluppo e influenza nel mondo. Ma i BRICS stessi non sono in competizione con nessuno, non si pongono in contrapposizione a nessuno; non rappresentano un raggruppamento antioccidentale. Tra l’altro, il nostro Presidente lo ha ribadito più volte.
Domanda: La direzione più importante nell’attività dei BRICS è costituita dalla cooperazione nell’ambito economico e finanziario. Come è noto, attraverso il raggruppamento è stata istituita ed è adesso operativa la New Development Bank, ed è stato creato il Contingent Reserve Arrangement (Riserva Contingente di Valuta Estera), uno strumento che permette, in caso di necessità, di reagire in maniera adeguata ai processi di crisi in atto nell’economia globale. Negli ultimi tempi, negli ambienti specialistici si sta discutendo attivamente della possibilità di introdurre una “valuta unica BRICS”. Inoltre, il Presidente Vladimir Putin ha parlato più volte dell’importanza della cooperazione in ambito umanistico, e quindi nella cultura e dello sport. Potrebbe parlarci più nel dettaglio delle idee e delle proposte che la presidenza russa ha approntato per i suoi partner BRICS in merito alle tematiche appena menzionate?
Jurij Ushakov: In ambito economico, la presidenza russa si sta concentrando sulle questioni relative all’ulteriore rafforzamento del partenariato strategico tra i Paesi membri nei settori del commercio, degli investimenti, in quello delle innovazioni tecnologiche e in quello sociale. L’obiettivo comune è quello di creare le condizioni per una crescita economica stabile in tutti i Paesi BRICS. Per riuscirci, sarà necessario attivare una cooperazione su più piani tra gli ambienti di impresa dei nostri Paesi e ampliare i contatti di affari, anche attraverso i piccoli e medi imprenditori. Cercheremo le vie ottimali per l’accrescimento degli scambi commerciali e degli investimenti reciproci, come ci occuperemo anche delle questioni volte a garantire una stabilità finanziaria. Studieremo le possibilità di una collaborazione continua alla luce dei rischi legati all’aumento delle sanzioni unilaterali e delle misure protezionistiche.
Come compito specifico per l’anno in corso vediamo sicuramente l’innalzamento del ruolo dei Paesi BRICS nel sistema monetario e finanziario internazionale. Nella Dichiarazione di Johannesburg del 2023, i leader hanno inserito l’impegno dei nostri Paesi nell’aumentare i regolamenti effettuati nelle valute nazionali e nel rafforzamento delle corrispondenti reti bancarie al fine di garantire la possibilità di eseguire transazioni internazionali. Proseguiremo il lavoro mirato all’ulteriore sviluppo del meccanismo Contingent Reserve Arrangement (Riserva Contingente di Valuta Estera), in primo luogo per quanto riguarda l’impiego di valute alternative al dollaro USA. Per il futuro, riteniamo sia un obiettivo importante la creazione, nell’ambito dei BRICS, di un sistema indipendente per i pagamenti e le transazioni, che sfrutti le più moderne tecnologie, come ad esempio le valute digitali e i blockchain. Ma, la cosa più importante è che sia un sistema comodo da utilizzare per i Paesi, la popolazione e l’impresa, che non richieda grosse spese e che sia mantenuto al di fuori della politica.
Con i nostri partner stiamo elaborando iniziative anche in merito a tematiche attuali quali la sicurezza e la stabilità delle catene di trasporto globali, l’aumento dell’efficienza nei trasporti e l’abbattimento dei costi per la logistica. In particolare, si fa riferimento al predisporre, con ritmi accelerati, il corridoio intercontinentale “Nord-Sud”. Questa grande arteria collegherà i porti russi situati sui mari settentrionali e sul Baltico ai terminali marittimi situati sulle coste del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano e, in futuro, potrà garantire un volume annuo di trasporto merci che potrà arrivare a 30 milioni di tonnellate. Inoltre, la Russia ha avanzato la proposta di istituire, nell’ambito dei BRICS, una commissione permanente per i trasporti, che si occupi non solo del progetto “Nord-Sud”, ma anche, più in generale, delle questioni relative alla creazione di corridoi logistici e di trasporto a livello interregionale e globale.
Per l’ambito della scienza e dell’innovazione saranno adottate misure per la messa in pratica dell’Accordo di cooperazione riguardante la costellazione di satelliti per il telerilevamento terrestre dei Paesi BRICS, e per la promozione del Codice etico per l’intelligenza artificiale elaborato in Russia. Noi intendiamo favorire in tutti i modi la cooperazione tra i parchi scientifici e gli incubatori di impresa dei nostri Paesi nel quadro dell’iniziativa iBRICS Innovation Network. E, naturalmente, noi siamo interessati ad espandere i legami tra centri accademici e scientifici, istituti di ricerca e di alta formazione situati nei Paesi membri, anche tramite la rete BRICS Network University. Costituisce parte di questi sforzi anche il lavoro congiunto dei membri del raggruppamento affinché sia garantito il reciproco riconoscimento delle qualifiche universitarie e vengano perfezionati i sistemi di classificazione degli istituti universitari.
Abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con i nostri partner BRICS sull’approfondimento della cooperazione negli ambiti dell’economia digitale, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nell’ambito dell’innovazione. Si tratta di un cospicuo numero di obiettivi, che includono lo sviluppo del commercio elettronico, come anche l’introduzione dell’intelligenza artificiale, dell’elaborazione di grandi volumi di dati e dell’Internet of things, e il facilitare la creazione di startup tecnologiche. Su iniziativa della Russia, si sta intensificando il dialogo tra enti fiscali, doganali e autorità antimonopolio, come anche l’interazione nell’ambito della piattaforma per la ricerca in campo energetico dei BRICS. Contiamo sul fatto che i Paesi membri del raggruppamento appoggeranno la nostra idea di creare un gruppo di contatto all’interno dei BRICS in materia di clima e sviluppo sostenibile.
In un settore così importante come quello della sanità, continueremo a portare avanti i nostri sforzi per promuovere l’iniziativa russa legata al lancio di un sistema comune di allerta precoce in caso di rischio di diffusione di malattie infettive altamente contagiose. Inoltre, proponiamo di istituire un’Associazione medica e una Rivista medica dei BRICS, e di mettere in campo un coordinamento ancora più stretto nell’ambito del gruppo di lavoro sulla medicina nucleare dei BRICS. In agenda ci sono anche le problematiche legate alla resistenza ai preparati farmaceutici antimicrobici, come anche la tematica dello sviluppo della medicina sociale e del sostegno alla disabilità.
Voglio sottolineare, in particolare, che la presidenza russa si impegna ad approfondire i contatti umani sotto tutti gli aspetti, quindi anche nel settore della cultura, degli scambi tra i giovani, dello sport e del turismo. Sono in programma festival culturali e cinematografici dei BRICS, il Forum Accademico e il Forum della Società Civile, il Forum della Gioventù e lo Youth Camp, ma anche il Forum dei Giovani Diplomatici. Inoltre, sono previsti il Forum Internazionale delle Municipalità dei Paesi “BRICS Plus” e anche il tradizionale Forum delle città e delle entità municipali gemellate.
A giugno si terranno i BRICS Games, che saranno aperti al pubblico, e ai quali sono stati invitati sportivi provenienti da più di 60 Paesi. Il programma dei Giochi include 29 tipi diversi di discipline sportive.
Domanda: Questi Giochi si terranno un mese prima dell’inizio delle Olimpiadi di Parigi. La Russia si pone l’obiettivo di svolgere l’evento come alternativa alle Olimpiadi e di dare quindi un esempio di sport non politicizzato? Oppure si tratterà piuttosto di una serie di competizioni amichevoli più simili a quelle di un Festival?
Jurij Ushakov: L’iniziativa di svolgere i Giochi sportivi dei BRICS non costituisce una risposta alle restrizioni illegittime e discriminatorie imposte dall’Occidente nello sport, ma bensì un diverso formato di interazione multilaterale tra i Paesi membri del raggruppamento in diversi ambiti, nel caso specifico in quello dello sport. Non si tratta di un evento che avviene una tantum, ma di un avvenimento che è già dal 2016 una componente tradizionale nel programma della presidenza di ciascun Paese. Allo stesso modo, ad esempio, nel 2023 i Giochi sono stati ospitati dalla città di Durban, in Sudafrica. Nell’anno corrente, simili competizioni verranno ospitate dalla Russia, e con la garanzia a tutti i Paesi che desiderano partecipare di poter usufruire di un accesso paritario che permetta loro di prendere parte a pieno titolo ai Giochi. Tra l’altro, le squadre provenienti dai Paesi BRICS hanno avuto ampia rappresentanza in occasione degli innovativi “I Giochi del Futuro” conclusisi pochi giorni fa a Kazan’.
Domanda: Una delle direzioni principali della cooperazione all’interno dei BRICS è costituita da “politica e sicurezza” (in accordo con la Dichiarazione di Johannesburg). Dal suo punto di vista, in futuro i Paesi del raggruppamento potranno scambiarsi obblighi nell’ambito della sicurezza, ad esempio come accade nell’ambito dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva? La Russia nello specifico è interessata a questo? Si sta discutendo della possibilità di svolgere esercitazioni militari sotto l’egida dei BRICS?
Jurij Ushakov: Nella cornice della presidenza russa, si prevede di portare avanti all’interno dei BRICS un’agenda molto ampia di cooperazione a livello politico e di sicurezza. Il nostro raggruppamento non disponeva in passato e tuttora non dispone di una componente di cooperazione militare o tecnico-militare. Immagino di non aver svelato alcun segreto: i BRICS non pianificano di mettere in campo una cooperazione di questo tipo, e ciò vale anche per la conduzione di esercitazioni militari.
Ma parliamo adesso degli obiettivi specifici previsti per quest’anno. Noi abbiamo intenzione di portare avanti su base regolare gli incontri tra i Ministri degli Affari Esteri e gli Alti Rappresentanti che si occupano di questioni legate alla sicurezza. Inoltre, promuoveremo l’intensificazione dei contatti tra i rappresentanti dei Paesi BRICS presso le Nazioni Unite e altre importanti organizzazioni multilaterali. Intendiamo anche promuovere la pratica degli incontri tra i Capi delle missioni diplomatiche dei Paesi membri dei BRICS nei Paesi terzi. Tutto ciò ci permetterà di fornire un utile e molto richiesto contributo alla risoluzione di urgenti problematiche di portata sia globale che regionale e di andare a creare dei meccanismi sostenibili di interazione tra i Paesi del raggruppamento e i Paesi in via di sviluppo interessati da tali problematiche.
Vorrei far notare che la cooperazione dei BRICS negli ambiti di politica e sicurezza si colloca su basi deideologizzate ed è priva di doppi standard, oltre a partire dal presupposto del rispetto della sovranità dei Paesi membri e del principio di non interferenza nei loro affari interni. Allo stesso tempo, agli interessi e alle priorità nazionali viene data la dovuta considerazione, come avviene anche per l’esperienza e le caratteristiche specifiche di ciascuno dei Paesi membri. Tra gli organi competenti dei vari Paesi è operativo un sistema di partenariato per lo scambio di informazioni, che permette di individuare e di neutralizzare tempestivamente eventuali minacce.
I Paesi membri dei BRICS si impegnano a risolvere disaccordi e controversie attraverso il dialogo e i negoziati, e appoggiano qualunque sforzo che possa favorire la risoluzione pacifica delle crisi. I Paesi si impegnano a promuovere il rafforzamento del sistema di controllo sugli armamenti, il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa. Inoltre sono tutti favorevoli a prevenire il piazzamento di armi e la corsa agli armamenti nello spazio cosmico.
Nell’ambito della lotta al terrorismo, abbiamo intenzione di ricorrere attivamente al gruppo di lavoro specializzato dei BRICS, e di contribuire in tutti i modi all’attuazione della Strategia Antiterrorismo dei BRICS, approvata nel 2020 durante la precedente presidenza russa. Altrettanto seriamente ci impegniamo per la risoluzione dei problemi pratici legati alla lotta al narcotraffico, al contrasto alle attività di riciclaggio di denaro e al blocco dei canali di finanziamento delle attività criminali.
La presidenza russa auspica di poter portare a un nuovo livello la cooperazione nell’ambito della sicurezza informatica. Dal momento che, con lo sviluppo delle tecnologie, stanno facendo la loro comparsa anche nuove possibilità di utilizzo di tali tecnologie a fini criminali, si rende necessario elaborare in maniera congiunta delle regole, delle norme e dei principi universali per un comportamento responsabile nello spazio informatico. All’interno dei BRICS è stato istituito ed è pienamente operativo un gruppo di lavoro per la sicurezza nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Noi contiamo anche sul fatto che vengano appoggiate le idee espresse dalla parte russa sull’istituzione all’interno dei BRICS di un sistema di scambio di informazioni sugli incidenti informatici e sulla ratifica di un memorandum per la sicurezza informatica.
Si sta portando avanti anche la cooperazione tra i BRICS nell’ambito della lotta alla corruzione. I nostri Paesi conducono programmi formativi in materia di lotta alla corruzione, si scambiano pratiche utili e informazioni e forniscono aiuto l’uno all’altro nelle indagini mirate all’individuazione di flussi finanziari illeciti e al recupero di beni rubati.
Certamente, presteremo particolare attenzione allo sviluppo della cooperazione interparlamentare. Nel mese di luglio, a San Pietroburgo, avrà luogo il Forum Parlamentare dei BRICS, che sarà preceduto da un primo incontro tra i Presidenti delle Commissioni per gli Affari Internazionali dei Parlamenti dei Paesi membri del raggruppamento. Siamo certi che queste riunioni daranno un ulteriore slancio all’intensificazione dei legami interparlamentari, che ormai si svolgono già nel formato dei “dieci”.
Domanda: Sarebbe corretto definire i BRICS (in considerazione del loro ampliamento) come una sorta di “G20 meno l’Occidente”? I BRICS potrebbero diventare un’alternativa al G20 e una forza di contrappeso al G7, oppure si tratta di forum radicalmente diversi, i cui scopi sono anch’essi diversi?
Jurij Ushakov: Lo ripeto ancora una volta: la Russia non ha mai contrapposto i BRICS ad altri organismi interstatali, siano essi il G20 o il G7. E inoltre noi riteniamo che i BRICS siano un raggruppamento unico e a sé stante. I BRICS, come è già stato più volte sottolineato, sono un meccanismo autosufficiente, che svolge uno dei ruoli principali nella definizione dell’agenda globale. All’interno del raggruppamento, nel corso degli anni in cui si è svolto questo lavoro condiviso, ha preso piede una particolare cultura del dialogo tra Paesi che rappresentano diverse civiltà, religioni e differenti macroregioni. I membri del raggruppamento sono legati da rapporti di apertura e fiducia reciproca, basati sui principi dell’uguaglianza sovrana e del rispetto delle scelte relative al percorso di sviluppo intrapreso da ciascuno e sulla garanzia della considerazione dei reciproci interessi. Tutto questo fa sì che si riesca sempre a trovare un punto d’incontro e una “soluzione soddisfacente per tutti” in merito alle questioni più complesse.
In più, in tutte le loro azioni e affermazioni, sia in quanto viene dichiarato che nella pratica, i Paesi BRICS dimostrano grande apertura a un dialogo leale e paritario. Insieme, noi ci poniamo a favore della creazione di reti di comunicazione orizzontali tra i diversi processi di integrazione regionali e subregionali in atto nei Paesi dell’Eurasia, dell’Africa e dell’America Latina. Si fa riferimento, in particolare, a organismi quali l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico e l’Unione Economica Eurasiatica. Tra l’altro, quest’ultima coopera con grande dinamismo con i partner cinesi, in particolare in merito all’attuazione del loro progetto “Belt and Road Initiative” (La Nuova Via della Seta). Sottolineo che tutti questi processi guadagneranno una sempre maggiore rapidità e intensità.
Proprio tale cooperazione tra diversi livelli dovrà andare a costituire la base di un ordine mondiale multipolare più giusto, nonché il modello per una comunicazione interstatale che sia paritaria e mirata a individuare le risposte alle sfide che il mondo si trova a dover affrontare. Ritengo che la ricetta dell’attrattività e del successo dei BRICS risieda nell’assenza di qualunque tipo di agenda conflittuale o “nascosta”. Lo ripeto, i BRICS sono un raggruppamento di Paesi che condividono le stesse idee. I Paesi che ne fanno parte non costruiscono la loro cooperazione in base alla logica “manovratore-manovrato”: noi raggiungiamo accordi tra di noi per mezzo di negoziati e prendiamo decisioni in maniera collegiale, rispettando l’inviolabile principio del consenso.
In conclusione, desidero sottolineare ancora una volta che, guidati da questo tipo di approccio, i Paesi BRICS riescono davvero, di fatto, ad esprimere gli interessi della Maggioranza mondiale.
5 marzo 2024
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