1 – “La Russia non deve vincere”
2 – “Dobbiamo rimuovere i limiti di azione a ciò che si può fare”
3 – “Non dobbiamo essere deboli”
4 – “L’Europa sarà ridotta a uno zero politico”
5- “Non siamo pronti a mandare truppe, ma potremmo farlo”
Futile sottolineare come l’ingenua risolutezza (i primi 3 punti) e l’ imbarazzante contraddittorietà (il punto 5…) dell’elenco si prestano magnificamente a reazioni di perplessità tra i più e aperto dileggio tra i meno indulgenti.
Lo spettacolo è talmente inadeguato – a detta di chi scrive, in primo luogo – che per spirito di pietà anzichè accodarmi alla derisione, cercherò di spezzare una lancia – almeno una – per l’Eliseo.
Quello di MACRON è un ruolo storico difficile, senza mezzi termini nel senso che deve interpretare un ruolo del tutto immaginario.
Il ruolo di un leader che non esiste, ossia quello di una superpotenza europea, che dovrebbe esistere (in prospettiva atlantista), ma che di fatto non c’è.
In una prospettiva “atlantica” è infatti essenziale che sia un leader europeo a esporsi e far sentire la propria voce per l’Ucraina: gli USA con tanti fronti aperti non possono impegnarsi direttamente nel vecchio continente rendendosi quindi vitale per loro che sia l’EUROPA stessa a muoversi.
L’ideale assoluto – per Washington – sarebbe portare avanti l’intero confronto con il Cremlino attraverso l’UE, unita, armata, galvanizzata (le cui energie complessive, ad incanalarsi – come nel 1941 – in una specie di BARBAROSSA 2.0, per intendersi…).
La discrepanza in questo quadro ideale/distopico è proprio l’assenza ontologica di quest’ultima: non esiste una cultura “guerriera” nella comunità europea forgiata nelle generazioni post-belliche, la quale al contrario è una creatura che ideologicamente si poggia sulla soppressione di qualsiasi velleità di potenza del vecchio continente (cosa che la stessa Washington voleva del resto), nè esiste di fatto una vera forza armata europea a parte la NATO che però è in realtà sovra-europea in quanto a guida americana che non può e non vuole esporsi direttamente sul campo.
Macron si trova quindi a impersonare una figura fantasma nel contesto europeo, ossia quella del leader di un macchina da guerra (?!) un ipotetico DeGaulle (non arriviamo a Bonaparte), la cui esistenza tuttavia non è prevista dalla mentalità europea degli ultimi 50 anni. Il presidente di Francia quindi, nei suoi discorsi dice e NON dice…..minaccia, ma senza essere preciso, EVOCA tutto e più senza andare nel dettaglio, sposta sullo scacchiere divisioni e reggimenti che non esistono.
Cerca – disperatamente – di preparare, convincere all’impegno bellico un’opinione pubblica che non vuole saperne: una società benestante e pacificata da 70 anni che non concepisce più guerre come nel 1914 e nel 1940 e nemmeno si immagina di essere coinvolta nel vespaio ucraino o alzare il budget della Nato (tantomeno contribuire ulteriormente ad una neo-armata europea). La prima trincea che Macron e i leader europei devono affrontare e quella a casa propria, quindi dell’opinione pubblica contraria, assai prima che andare nelle trincee del Donbass e Zaporizha (…).
Il funambolismo macroniano è fin troppo comprensibile alla luce di tutti i punti elencati.
Uno tra i punti di Macron attira maggiormente la mia attenzione, ovvero quando parla del ruolo d’Europa che “rischia di essere ridotto a zero”.
Gli altri punti dell’elenco passano dall’ingenuo al criptico e contraddittorio, ma questo – tra tutti – è quello tragico: chi parla vorrebbe mobilitare l’Europa contro la Russia per evitare l’annullamento di significato geopolitico, stando a quanto dice. Il vero dramma invece, sta nel fatto che l’Europa non rischia affatto di essere ridotta a nullità dal Cremlino, dal momento che è GIA’ ridotta ad uno zero come la crisi ucraina ha definitivamente provato. Esistesse per davvero un’Europa-potenza (come soggetto indipendente da Washington), la crisi ucraina non sarebbe mai deflagrata a questo punto, per tante ragioni di fondo (…).
Ma tale Europa esiste solo nell’immaginazione: al suo posto abbiamo invece la pantomima televisiva dove si è esibito il presidente di Francia.
(desolato).
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