FAIDA -ATTO PRIMO (si spera l’ultimo).
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Daniele Lanza)
Allora.
Il carattere DIMOSTRATIVO dell’azione iraniana, anzichè di reale offensiva, non è obiettivamente discutibile, credo.
300 droni il cui decollo viene rilevato 6-7 ore prima (!) che arrivino ai propri bersagli teorici (dovendo traversare lo spazio aereo di altri due stati), che vengono in pratica filmati durante il tragitto e considerato che l’annuncio circolava già sui media già da 24 prima……..somiglia tanto alle prove di una scena di azione su un set cinematografico, una messinscena (in un certo senso) dove nessuno deve farsi male, chiaramente (una vera azione militare “telefonata” in questa misura sarebbe qualcosa di surreale).
Non si è mai visto un “attacco” che viene osservato e commentato in tempo reale – ancor prima che si sia concluso – dagli utenti di FB ed altri social, come si è visto ieri sera/notte.
Eppure tutto questo torna, era voluto.
I vertici politico/militari iraniani dal canto loro, possono essere fondamentalisti sì, ma sono in possesso delle proprie facoltà mentali e dispongono di una tecnologia che – se non al livello occidentale – è comunque discreta nel suo genere: costoro sapevano perfettamente che 300 droni, “telefonati” 6 ore in anticipo e contro il MURO (vero e proprio) di una difesa aerea come quella israeliana, non sarebbero mai arrivati al bersaglio.
Il presidente d’Israele comunica stamane che il 99% di droni e missili è stato intercettato e distrutto e non c’è nulla di strano nel credergli: il punto piuttosto – ripeto – è che ne erano assolutamente a conoscenza anche i leader di Teheran, i quali vanno compresi. Dopo i fatti di Damasco, costoro si sono trovati come sospesi tra due fuochi, ovvero nella scomoda situazione di dover salvare la faccia davanti all’ecumene musulmano dopo un affronto tanto sfacciato (un proprio consolato distrutto), senza però innescare un confronto dirette con una potenza NUCLEARE come Israele è oggettivamente. Bel problema.
Dall’Iran si voleva (si doveva) assolutamente dare una risposta forte – di quelle plateali – a Tel Aviv dopo i fatti di Damasco, ma tuttavia non così forte da provocare una guerra ufficiale, su larga scala, un passo che nemmeno la dirigenza iraniana osa fare.
Da questo enigma viene fuori l’azione che riempie le colonne dei quotidiani oggi, detta semplicemente.
Certo, va detto che fa specie la posizione iraniana……..colpire e non colpire, essere SPETTACOLARI, ma con la precauzione necessaria per non infliggere danni all’opponente (quasi nessuna vittima infatti tra la popolazione israeliana ed è tutto dire) è stato di per sè una vera sfida di precisione e accortezza: come fronteggiare una persona e colpire con un pugno il muro adiacente lui, anzichè lui stesso, a mò di minaccia (certo, può starci).
Qualcuno potrebbe a questo punto “ridere” dell’IRAN…..di questa esibizione pacchiana e pirotecnica finalizzata a nulla altro che non spaventare (che poi un opponente freddo e razionale come Israele non lo spaventi), io però inviterei a ripensare al fatto che Israele ha un potenziale tecnologico svariate volte superiore a quello iraniano, oltre che la deterrenza NUCLEARE, signori miei.
Insomma, Teheran ha fatto quanto poteva nel limite dettato da ragione e prudenza: un’azione di carattere teatrale (tanto spettacolare quanto inconsistente di fatto, cioè) ai limiti della sceneggiata oserei dire….qualcosa di molto orientale. Altro obiettivo non esisteva, considerate le potenziali conseguenza con l’avversario in questione.
D’altro canto – concludo – è pur vero che qualcosa è successo: lo si può quantomeno considerare un messaggio (col megafono). Tel Aviv di certo non è abituata ad esser presa di petto dai propri (miseri) opponenti e anche soltanto prendere sul serio una minaccia comporterà ulteriori grandi manovre (vedi la portaerei americana rapidamente inviata in loco). Molto dipenderà ora da come Netanyahu deciderà di rispondere all’evento: se tenersi l'”affronto” e tacere, oppure rispondere e far deflagrare il conflitto.
Onore o realpolitik, detta in breve.
La guerra non è divampata oggi, ma l’escalation prosegue in modo matematico, passo dopo passo.
L’evento, di per sè, considerato nella cornice del secolo in cui viviamo, rappresenta un’ulteriore risposta (nel coro) che il mondo emergente da all’occidente: osa REPLICARE a tono, perlomeno.
Significa qualcosa ? ………tutto e nulla (…).
STOP.
#TGP #Israele #Iran #Usa
Fonte: https://www.facebook.com/daniele.conti.5203/posts/pfbid038FaV8JuQjLnupfzB2aMCnm79GPEtQnbf79GqhqbW2PRqX7V3UCiDRsqH6hjuD321l
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