La caduta di un impero egemonico ha diverse fasi
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Gabriele Germani)
La caduta di un impero egemonico ha diverse fasi:
1- Perdita del primato produttivo;
2- Perdita del primato finanziario;
3- Perdita del primato militare.
Gli USA hanno perso il primato produttivo dopo la crisi del 2007/2008. Già in quegli anni, la crescita di paesi come Brasile e Cina arrivò prima e più vigorosa, rispetto alle economie “mature”.
La Cina colse l’occasione per avviare quel famigerato processo di formazione di un mercato interno, ribaltando l’economia mondiale.
In altre parole, la storia dei cinesi produttori di scarpe a 10 euro e compratori voraci di ogni scemenza, finiva lì: esplodeva una classe media interna.
Nel 2014, la produzione industriale cinese superava quella USA: non chiacchiere, cambiali, derivati, finanza; strade, treni, autostrade, acciaio, cannoni, film, palazzi.
Il fenomeno è tale che nel 2024, sommando la produzione industriale di USA, Corea del Sud, Giappone e Germania siamo sotto la produzione industriale annuale cinese.
Il primato finanziario inizia ora a scricchiolare.
La tenuta del rublo e dell’economia russa, che anzi ormai corre più di quella occidentale in previsione, sono stati i primi sintomi di un cambiamento generale.
La banca dei BRICS, affidata a Dilma, in precedenza fatta dimettere dal governo brasiliano con un golpe giudiziario, quando minacciò il potere del dollaro.
Infine, la scelta dell’Arabia Saudita di vendere petrolio alla Cina in yuan. Si tratta di un fenomeno lento, ma il primato del dollaro inizia ad essere insidiato.
In particolare, è rotta la fiducia verso le istituzioni economiche occidentali e anni di sanzioni e conti congelati non hanno di certo aiutato.
Ultimo punto è poi quello militare.
In questo l’Occidente, in un confronto diretto, potrebbe ancora avere un potenziale distruttivo. Lo stesso potere produttivo rimane egemonico in settori di punta del tecnologico e della ricerca.
L’Occidente conserva una ricchezza accumulata, un vantaggio acquisito in secoli di colonizzazione e sfruttamento sul resto del mondo, che non può essere sabotato in pochi anni o con eventi singoli.
Siamo però davanti a uno dei nodi della storia, non più la centralità del binomio USA- URSS come momento cardine, ma la decolonizzazione, la rottura degli equilibri Nord-Sud come vero sentimento dei tempi.
#TGP #Geopolitica
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