Questa è la natura dell’imperialismo
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
La Colombia ha espresso interesse per adesione ai BRICS. Il Brasile, interlocutore regionale, si farà garante di questo avvicinamento, caldeggiando l’adesione del nuovo membro.
Una serie di rotture si stanno consumando in America meridionale, alcune delle quali esprimono anche la parziale differenza strategica tra i due partiti espressione della classe dirigente USA.
Con la presidenza Biden, abbiamo visto una forte affermazione della classica strategia russofoba e concentrata su Eurasia e Medio Oriente, caratteristica di quella parte di classe egemonica.
Con Trump, in precedenza, avevamo visto una forte chiusura su Cuba e maldestri tentativi di destabilizzare il governo venezuelano.
La grande differenza tra rep e dem è proprio sulla gestione dell’impero:
– I primi tendono a investire meno in guerre (con la dovuta eccezione dei neocon, che sono però dei post-dem con il feticismo dei diritti umani), al contrario spendono in armi balistiche grandi, che sono commissioni per l’industria bellica (parte dei loro finanziatori) e in esercito (parte dei loro elettori). I repubblicani tendono a volere poche guerre e poche tasse, tante spese in patria in settori aggressivi; una presa più forte sull’America latina (cortile di casa).
– I dem tendono a prediligere interventi sul campo, a esportare i diritti umani, a combattere governi ostili con il mantello del diritto internazionale (piegato ad arte). Spendono tanto anche loro in armi ed esercito, ma più su finanziamenti diretti o indiretti a gruppi terroristici esterni o soldati sul campo. Concentrano la loro attività in Medio Oriente e Russia.
Chiaramente queste sono linee di massima, non esistono mai in chiave del tutto pura e tutti hanno una strana fissazione per la Cina (il vero nemico).
L’adesione colombiana ai BRICS se portata a termine è una minaccia esistenziale per gli USA. Il paese è trattato come una colonia sin dai tempi dell’indipendenza di Panama (favorita e indotta dagli USA per monopolizzare il successivo Canale), riempito di soldati USA e addestratori israeliani (sin dagli anni Settanta), patria per decenni del narcotraffico (apparentemente combattuto, in realtà fomentato nel pieno regime del sistema-mondo con lo schema: produttori di droga – esportatori di droga – paradisi fiscali – fondi speculativi USA).
In altre parole, nei paesi produttori (come la Colombia) solo una piccola parte della popolazione (borghesia compradora) si arricchisce esportando droga, ci sono poi i paesi mediatori dove scoppiano violente crisi istituzionali o guerre tra bande (Panama, Nicaragua, Messico), qui si vede salire fortemente la violenza.
La droga arriva poi nel mercato nordamericano e lì viene riciclata in attività (che già creano PIL dunque) e che portano i soldi nei paradisi fiscali caraibici, dai quali poi rientrano negli USA attraverso quel complesso sistema di scatole cinesi legato ai fondi speculativi.
Questa è la natura dell’imperialismo, questo è il sistema-mondo, questa è la teoria della dipendenza, la creazione di una fitta rete di rapporti economici, sociali e politici che marginalizza sempre gli stessi attori e criminalizza i poveri, nascondendo i mandanti occulti del crimine, in finale, le centrali della finanza internazionale.
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