La Procura di Firenze rompe gli indugi e indaga il Generale Mori
di GIUSEPPE MASALA (Canale Telegram)
🇮🇹 Ormai le indagini sulle stragi politico-mafiose del 1993 e 1994 stanno prendendo una piega surreale. La procura di Firenze, dopo aver indagato Berlusconi per 30 anni senza mai cavare un ragno dal buco (anche perchè è difficile dare le colpe a qualcuno per “stragi politico-mafiose” che all’epoca non era manco in politica e dunque non aveva accesso alle segrete stanze….) rompe gli indugi e indaga il Generale Mori, già assolto definitivamente nel processo per la trattativa “stato-mafia”.
Ecco un paio di constatazioni preliminari:
🔶Indagare una persona per le stragi politico-mafiose del 1993-1994 dopo averla assolta per la trattativa stato-mafia significa indagare quella persona per gli stessi fatti. Il processo è lo stesso, perchè le vicende sono le stesse. Se uno indaga correttamente sulla trattativa stato mafia troverà inevitabilmente i mandanti delle stragi politico mafiose e se uno indaga sulle stragi politico-mafiose in maniera corretta troverà anche chi ha fatto le trattative stato mafia: i fatti sono gli stessi, chi ha fatto l’uno a fatto l’altro. Anzi, un fatto è funzionale all’altro. In definitiva, se Mori è innocente (e lo è!!!! Cavolo se lo è!!!) per la trattativa, sarà innocente anche per le stragi politico-mafiose.
🔶 Mori ha 85 anni. Per motivi biologici non vedrà mai sentenza definitiva per questo processo, peraltro di estrema complessità (soprattutto se scentemente le Procure seguono una pista sbagliata). E allora perchè lo fanno? La Procura di Firenze si è semplicemente incaricata di scrivere la storia, di dettare la linea agli storici che senz’altro si occuperanno delle vicende tragiche di quell’epoca. Questo fa la Procura di Firenze: orwellianamente costruisce e decostruisce a tema la storia per salvare da certa condanna storica gli amici e per incolpare i nemici.
🔶 Un ultima curiosità i gazzettieri e i giornalai della carta stampata e della tv dicono genericamente che ad aver avviato l’accusa contro Mori è stata “la Procura di Firenze”. Chi? I muri? Gli ascensori? Le scale? I condizionatori? Le cattedre? I computer? Chi cazzo ha firmato gli atti? Non lo dicono! Il nome del giudice che ha fatto questo capolavoro chi è? E’ sempre Luca Tescaroli che da trenta anni indaga su queste vicende da Firenze senza cavare un ragno dal buco e che ora si è autoincaricato di riscrivere la Storia, o per dirla all’americana di costruire una post-verità?
Ecco, in questa folle strategia della Magistratura (e di chi li manda) c’è solo una pietra d’inciampo enorme. L’Allora Ministro della Giustizia Giovanni Conso si assunse piena e totale responsabilità per l’avvio della trattativa stato mafia. Andava arrestato immediatamente, la magistratura non fece nulla e attese il compimento del 90esimo anno di età per mandargli l’avviso di garanzia. Ovviamente data l’età, altro avviso sopraggiunse e la cosa finì lì.
Ora c’è da domandarsi, perchè uno specchiato giurista di fama come Giovanni Conso fece una sparata del genere assumendosi una responsabilità enorme che lo condanna di fronte alla storia. Mi viene da pensare che nelle segrete stanze deve essere successo qualcosa che spinse Conso ad assumersi le responsabilità per proteggere “lo stato”… e soprattutto chi lo incarnava all’epoca.
In altri termini: chi era il superiore gerarchico del ministro Giovanni Conso all’epoca della trattativa? Direi l’allora Presidente del Consiglio, Ciampi. O no? E’ credibile che Conso non informasse Ciampi della trattativa con la Mafia? Ognuno risponda come crede a questa domanda. Perchè questa è la domanda delle domande!
Dico solo una cosa: distrussero una classe dirigente con l’inchiesta mani pulite che era politicamente orientata. Non riescendo comunque a scalzare la DC e il PSI che erano ormai il Partito-Stato destabilizzarono lo stato con l’assassinio di Falcone e Borsellino e con le bombe mafiose a Roma, Firenze e Milano.
A quel punto, distrutta la Prima Repubblica, arrivarono i buoni che ci vendettero l’Europa come obbiettivo supremo nel nome del quale, ci spogliarono di diritti e svendettero l’immenso patrimonio dello stato per 4 noccioline. Il Bene aveva vinto. I buoni avevano trionfato.
Ora non rimane che tutelarne il buon nome di fronte alla Storia indagando Mori e dunque continuando su una narrazione che non tiene conto della confessione di Conso e dell’area politica da cui proviene.
Speriamo che per evitare il giudizio divino ai protagonisti di quella stragione politica (rectius, “i buoni”) la Procura della Repubblica di Firenze non spicchi mandato di cattura contro Gesù Cristo. Amen.
Fonte: https://t.me/giuseppemasala/42169
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