Il Kazan Forum “Russia – Mondo islamico” invita l’Emirato islamico dell’Afghanistan
di GIUBBE ROSSE NEWS (Maria Morigi)
Dal 14 al 19 maggio si è svolto presso l’Expo di Kazan, Tatarstan, Repubblica della Federazione Russa, il XV Forum Economico Internazionale “RUSSIA- MONDO ISLAMICO: KAZAN FORUM ” – piattaforma creata nel vertice internazionale del 2009 tra Russia e Paesi aderenti alla Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC)i per lo sviluppo di cooperazione, relazioni commerciali, investimenti diretti esteri e discussione sul sistema finanziario islamico.
Nel maggio 2023, nell’ambito del Forum si è svolto un numero record di eventi, circa 200, con la partecipazione di 80 Paesi e sono stati conclusi oltre 130 accordi. Sempre nel 2023, per decreto del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, al Forum è stato concesso lo status federale.
Temi principali del programma del Kazan Forum 2024: cooperazione internazionale, finanza e investimenti islamici, industria halal, scienza e tecnologia, fare impresa insieme, sviluppo infrastrutturale, risorse umane, prospettiva di emancipazione femminile, forum delle Camere di Commercio e Industria della Russia e dei Paesi islamici, turismo e cultura. Nell’ambito del Forum saranno organizzati l’Esposizione Internazionale della Cooperazione Economica, Scientifica e Tecnica, la Fiera Internazionale del Mercato Halal e il festival della moda dignitosa (Modest Fashion Day).
Quest’anno, su invito ufficiale del Tatarstan, ha partecipato al Forum una delegazione di Talebani al governo dell’ Emirato islamico dell’Afghanistan che, dopo la fine dell’occupazione ventennale USA, ha ritrovato unità, stabilità e sostegno popolare, anche se perdura la grave crisi umanitaria e alimentare.
A tal proposito ricordiamo che l’Afghanistan non è ancora riconosciuto – tranne che dagli Stati confinanti – perché, dopo la vergognosa fuga da Kabul, gli USA hanno deciso l’isolamento diplomatico ed economico del Paese e di fatto con la massiccia propaganda anti-talebana hanno contribuito ad una vera catastrofe umanitaria, bloccando le riserve monetarie afghane nelle banche USA e imponendo sanzioni.
Tuttavia l’Afghanistan, nonostante le emergenze (terremoti, siccità e alluvioni) sta reagendo, anche grazie ai i Paesi vicini che hanno offerto cooperazione e dialogo. Ai primi posti gli aiuti della Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese (primo Paese ad aprire un’ Ambasciata a Kabul subito dopo la fuga americana) e l’Iran, tutti Paesi che hanno ospitato tavoli di trattative con i rappresentanti del governo talebano.
Ormai l’Afghanistan, piaccia o no all’imperialismo americano, è coinvolto in progetti infrastrutturali e corridoi intermodali, ha espresso interesse per la Via della Seta, continuerà ad ospitare investimenti cinesi nel settore minerarioii e ci si aspetta che possa giocare un ruolo importante nei collegamenti tra Asia Centrale e subcontinente indiano (Pakistan e India) oltre che tra Cina e Iran.
I Talebani hanno dimostrato fattivamente di aver dato un netto taglio alla produzione di oppio (nel 2023 passata allo 0,4% dal precedente 56,2%) con l’emissione nell’aprile 2022 di un decreto di proibizione della coltivazione (mentre il governo “democratico” sotto occupazione americana aveva assecondato la produzione di oppio per proteggere gli interessi di signori della guerra e della droga eletti “democraticamente” in Parlamento). Anche in altri settori i Talebani si stanno muovendo per la modernizzazione produttiva nei territori agricoli, l’istruzione e la sicurezza alimentare. Il governo dell’Emirato sta moltiplicando accordi e partenariati con i suoi vicini. Ai primi di maggio in seguito ad un incontro con i rappresentanti di Kazakistan e Turkmenistan, il ministro del commercio afgano, Nooruddin Azizi, ha annunciato il raggiungimento di un’intesa per la creazione, nel distretto di Herat entro due mesi, di un polo logistico che potenzierà il trasporto sia ferroviario che su gomma, proponendosi come parte del Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud (INSTC) progettato – e in parte già costruito – da Russia e Iran per promuovere l’interazione economica verticale dell’Eurasia. In particolare il governo afgano si aspetta di accogliere il transito dei volumi crescenti di petrolio russo inviati verso il Pakistan e altri paesi della regioneiii.
Questo invito alla partecipazione dei Talebani al Kazan Forum è dunque un segnale positivo e concreto per lo sviluppo dell’Afghanistan e l’emancipazione dalla povertà di gran parte dei suoi 40 milioni di abitanti. Certo molto più produttivo di pace e sviluppo, rispetto alla democrazia occidentale “esportata” con l’occupazione e i bombardamenti di villaggi rurali.
Infine il Kazan Forum, focalizzato su rapporti tra Russia e Paesi islamici, dà una bella sberla alla montante islamofobia che viene coltivata in Occidente con la scusa del terrorismo e del fondamentalismo. E faccio notare che proprio a Kazan è iniziata nel 1992 la costruzione del Tempio di tutte le religioni o Tempio dell’universo in cui sono rappresentate 16 forme di architettura religiosa, tra cui spiccano una chiesa ortodossa, un minareto, una sinagoga e una pagoda. ll tempio non è destinato a cerimonie religiose ma è “centro culturale internazionale di solidarietà”.
1 – L’ Organizzazione per la Cooperazione Islamica fondata nel 1969 conta 57 membri, 56 dei quali sono anche Stati membri delle Nazioni Unite (è escluso l’Afghanistan non ancora riconosciuto).
2 -Dal 2007 il governo afghano nella provincia di Lowgar (distretto di Mohammad Agha) ha negoziato una concessione trentennale per la produzione di rame con due giganti minerari cinesi di proprietà statale, Metallurgical Group Corp e Jiangxi Copper, poi confluiti nella società MJAM.
3 – https://www.reuters.com/markets/commodities/taliban-plan-regional-energy-trade-hub-with-russian-oil-mind-2024-05-02/
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