Il terremoto: cambi tutto, perché non cambi nulla
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
In Francia, il partito di estrema destra della Le Pen ha travolto Macron.
Marine è riuscita a prendere lo scettro, proprio quando ha stemperato le sue punte su NATO e UE. Per entrare nella stanza dei bottoni in UE, devi fornire armi all’Ucraina (punto su cui l’estrema destra francese ha ceduto) e garanzie sulla politica estera, su quella economica in questo caso non era necessario.
Uniamo questo dato a quanto accaduto in Italia con la tenuta di PD e AVS (un macro-PD) e la vittoria del centrodestra (insieme alla Polonia, unico governo in UE che aumenta i voti).
Si creano quindi due grandi schieramenti, tutti nello spettro euro-atlantista, con sfumature cosmetiche: da un lato l’estrema destra, dall’altro un centro progressista.
I governi di estrema destra faranno riforme inapplicabili sugli immigrati o sui diritti civili (basta spostarsi di 500 km e puoi fare le stesse cose senza neanche il passaporto), accontentando con la retorica i propri elettori; specularmente il centro troverà legittimazione dalla retorica anti-fascista.
A corollario arriva la dichiarazione degli ecologisti francesi, che chiedono un piano in dieci punti alla sinistra più radicale per unirsi: lotta alla povertà, lotta al cambiamento climatico e indovinate un po’? Sostegno all’Ucraina.
Tutto l’arco europeo sarà governato da forze politiche filo-atlantiche e europeiste, con divergenze cosmetiche e spesso inapplicabili, la cui retorica giustificherà la controparte.
Il voto utile continuerà a drenare migliaia di voti da forze più radicali e progressiste, verso la palude centrista, liberal-capitalista e guerrafondaia.
La dura constatazione è che mesi e mesi di propaganda non hanno bucato la bolla mediatica, la massa non sente la guerra.
Assurdo, ma così è.
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