Imperialismo
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
“Imperialismo” concetto complicato e usato su diversi registri che meriterebbero di essere approfonditi.
Nel caso colloquiale, “imperialismo” è di solito sinonimo di “colonialismo” o “neocolonialismo”, indica un rafforzamento finale dei meccanismi coloniali. Viene non a caso definita “l’età degli Imperi” la fine dell’Ottocento, quando a seguito della Conferenza di Berlino (1884), le potenze europee si spartirono l’intera Africa.
Imperialismo sarebbe dunque un concetto politico-economico, che indicherebbe si il colonialismo, ma nella sua fase più finale, conclusiva, una sorta di “colonialismo totale”.
“Imperialismo” è però anche il rapporto tra centro-periferia che denota i rapporti tra ex Stati coloniali ed ex colonie. Le politiche di dazi tenute dagli Stati latinoamericani dopo l’indipendenza, verso il Regno Unito (e in un secondo momento verso gli USA) favorirono il centro. Anche questo rapporto che impedì de facto la formazione di un’industria nazionale in America Latina è noto come “imperialismo”. Il Sud America esportava risorse necessarie alle industrie del Nord del mondo, era formalmente indipendente e in mano alle borghesie urbane locali (spesso vicine ai porti oceanici). I proprietari possedevano grandi latifondi o miniere, dove facevano lavorare la popolazione in condizioni di semi-schiavitù, esportando a basso prezzo materie prime e investendo pochissimo in innovazione tecnologica. Il Nord otteneva così le risorse a basso costo e le lavorava (lavora?) rivendendo i materiali lavorati a un costo maggiore e al contempo creando una classe di lavori ad alto valore (quindi con salari maggiori). Questo equilibrio implicava anche la necessità da parte del Nord, di garantire le borghesie compradore nei paesi ex coloniali (vedi la vicenda Cile, Allende, rame).
Altri ancora (in ambito anglosassone per lo più) hanno identificato nell’imperialismo la teoria che precede il colonialismo (la prassi) o il rapporto tra risvolti economici e risvolti militari.
La teoria, a mio avviso più completa ed utile, la fornisce Lenin che identifica cinque paletti:
1- La concentrazione dei capitali porta alla formazione di monopoli;
2- Le banche assumono un ruolo centrale nel controllare le aziende, dunque il capitale finanziario diventa dominante;
3- Al secondo punto, fa seguito la necessità di esportare capitali e non più merci;
4/5- I monopoli e gli Stati imperialistici si spartiscono il mercato e il territorio mondiale.
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