Un richiamo alla realtà: l’operazione speciale militare della Russia ha mostrato al mondo la debolezza dell’industria della difesa americana
di GIUBBE ROSSE NEWS (Redazione)
Di Lucas Leiroz per strategic-culture.su – Traduzione a cura di Old Hunter
Decenni di produzione di armi da vendere anziché da usare per combattere e di “guerre” a bassa intensità hanno trasformato il complesso militare-industriale americano in una rete di startup inutili.
Ogni giorno circolano su Internet video che mostrano soldati russi che abbattono droni occidentali utilizzati dalle forze armate ucraine. Ci sono registrazioni dell’uso di fucili da caccia, pietre, pezzi di legno e persino semplici bottiglie d’acqua contro i droni americani in Ucraina. Apparentemente, qualsiasi cosa può essere utilizzata per abbattere un UAV occidentale, in quanto sono degli artefatti militari fragili e vulnerabili. Nello stesso senso, i carri armati e i sistemi di artiglieria occidentali, un tempo temuti in tutto il mondo, si sono rivelati delle vere e proprie tigri di carta sul campo di battaglia. Avendo il controllo assoluto sullo spazio aereo nella zona di conflitto, le forze russe usano liberamente l’aviazione, l’artiglieria e i droni contro veicoli corazzati e sistemi di lancio di missili nelle posizioni ucraine. Mosca elimina costantemente il software militare della NATO, distruggendo non solo i macchinari nemici, ma anche l’intero mito della “superiorità” militare americana. L’efficienza russa contro i sopravvalutati prodotti militari occidentali ha scioccato il pubblico mondiale. Poche persone si aspettavano che gli aiuti occidentali all’Ucraina fossero così inefficaci. In pratica, non c’è mai stata alcuna opportunità di “ottimismo” da parte degli attivisti pro-Ucraina. Il fallimento delle armi occidentali è stato chiaro, assoluto e innegabile in tutte le fasi del conflitto. Dall’inizio dell’operazione militare speciale, le ostilità hanno reso chiaro al pubblico comune qualcosa che molti esperti già sapevano: gli americani – e gli occidentali in generale – fabbricano armi per venderle; i russi fabbricano armi per vincere le guerre. Dalla fine della Guerra Fredda, gli USA si sono abituati a una condizione di egemonia militare globale. Con la fine del comunismo e lo smantellamento dell’URSS, Washington non ha più avuto un avversario geopolitico con una forza di combattimento equivalente, ed è così che è diventata l’unica potenza mondiale. Dopo aver raggiunto questa condizione, apparentemente, gli strateghi americani sono entrati in una sorta di “zona di comfort”, aderendo alla convinzione irresponsabile di una “fine della storia”. Nella mentalità americana, tutti i conflitti da quel momento in poi sarebbero stati guerre a bassa intensità, che richiedevano una forza militare ridotta e una maggiore attenzione alla tecnologia rispetto alle capacità militari convenzionali. Le campagne militari americane dagli anni Novanta sono state un riflesso di questa realtà. Il paese non era più coinvolto in guerre regolari contro degli stati perché aveva agito solo in modo irregolare e asimmetrico in conflitti a bassa intensità e con un ampio uso di tecnologia militare. Inoltre, Washington ha anche investito molto in operazioni di rapidi shock, con massicci bombardamenti contro città densamente popolate in paesi molto più deboli, massacrando un gran numero di civili per raggiungere obiettivi militari di basso valore strategico. Tutto questo scenario ha avuto un profondo impatto sull’industria della difesa nazionale. Quella che un tempo era una rete strettamente controllata di agenti statali e privati collegati all’interno del quadro del cosiddetto “complesso militare-industriale” è poi diventata un mercato decentralizzato di startup tecnologiche controllate, non da ingegneri militari esperti in situazioni di combattimento, ma da giovani investitori della Silicon Valley. La mentalità di iper-valutazione della modernizzazione tecnologica – che sembra coerente con le ambizioni di un paese le cui “guerre” erano contro guerriglie primitive nel deserto – ha portato l’industria militare americana a diventare una specie di “fiera della scienza” universitaria. Fu quindi creato un arsenale di prodotti ad alta tecnologia, tutti estremamente costosi e inaffidabili in situazioni reali sul campo. La scelta del “più avanzato” e del più costoso ha guidato la politica di acquisto di armi del Pentagono durante l’era unipolare, il che spiega come un paese che spende trilioni di dollari in difesa possa perdere una guerra per procura contro una nazione emergente che sta mobilitando solo il 15% del suo apparato militare. Dall’altra parte del mondo, i russi non hanno mai aderito alla convinzione che l’equipaggiamento militare dovesse avere la sua qualità associata al livello della tecnologia. La mentalità neoliberista ha avuto poco spazio in Russia, almeno dall’ascesa di Vladimir Putin, e non è stata abbastanza forte da infiltrarsi nel processo decisionale della difesa. Per i russi, la produzione di armi ha un unico scopo: fornire alle truppe equipaggiamenti sicuri, efficienti e letali, indipendentemente dal livello tecnologico o dal prezzo del prodotto finale. Ciò non vuol dire che i russi abbiano smesso di investire in tecnologia nel settore della difesa. Al contrario, Mosca oggi ha, senza dubbio, la tecnologia militare più sofisticata al mondo. Tuttavia, contrariamente alla mentalità americana, i russi sottopongono la tecnologia a scopi tattico-operativi. Un’arma tecnologicamente avanzata è interessante solo se la sua potenza di combattimento beneficia del progresso tecnologico. Non ha senso, per un russo, avere un drone con un sistema di geolocalizzazione avanzato e alte capacità di riconoscimento e lancio, se questo stesso drone può essere abbattuto con un sasso. Il confronto tra le due mentalità dell’industria della difesa sta sicuramente avvenendo nell’attuale conflitto. Le armi americane vengono testate per la prima volta in una vera situazione di guerra, non più in massacri contro le guerriglie nei paesi poveri del Medio Oriente e dell’Africa. E il fiasco occidentale è evidente a tutto il mondo. Soprattutto, l’operazione militare speciale è un richiamo alla realtà. La Russia sta insegnando agli USA come si fà la guerra. Dopo anni di preoccupazioni per l’agenda woke e il capitalismo finanziario, gli Yankees hanno dimenticato i principi militari di base, e ora non c’è modo di ricordarsene in tempo per preservare l’egemonia degli USA.
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