Brian Berletic per New Eastern Outlook – Traduzione a cura di Old Hunter
Gli Stati Uniti, dopo la guerra fredda e la vittoria dell’America quale unica superpotenza, dichiarano apertamente di voler mantenere il monopolio dell’“ordine internazionale”.
Questa politica non è nuova. Il New York Times, in un articolo del 1992 intitolato “U.S. Strategy Plan Calls for Insuring No Rivals Develop” (Il piano strategico degli Stati Uniti chiede di garantirsi che non si sviluppino rivali), osservava che il Pentagono cercava di creare un mondo “dominato da un’unica superpotenza la cui posizione può essere perpetuata da un comportamento costruttivo e da una potenza militare sufficiente a dissuadere qualsiasi nazione o gruppo di nazioni dal contestare la supremazia americana“. Questa politica ha posto le basi per decenni di guerre di aggressione, interferenze politiche, cambi di regime, terrorismo sponsorizzato dagli Stati Uniti, sanzioni economiche e un crescente confronto diretto tra Stati Uniti e una Russia riemergente e una Cina in ascesa, che continuano a verificarsi ancora oggi. Usciti dalla Guerra Fredda come unica “superpotenza”, gli Stati Uniti hanno coltivato con cura la percezione dell’opinione pubblica attraverso conflitti scelti con altrettanta cura per dimostrare la loro supremazia militare. Se ancora oggi gli Stati Uniti citano le guerre con l’Iraq nel 1990 e nel 2003 e il rovesciamento del governo libico nel 2011 come prova della loro incontrastata potenza militare, in realtà entrambe le nazioni prese di mira non erano così potenti o pericolose come i media occidentali sostenevano all’epoca. Da allora questa facciata si è sgretolata. La “supremazia americana” non solo sta affrontando serie sfide, ma la premessa su cui si basa – l’idea che una singola nazione che rappresenta una frazione della popolazione globale possa o addirittura debba detenere il primato sul resto del pianeta – si è rivelata del tutto insostenibile, se non addirittura autodistruttiva. Non solo il potere militare ed economico degli Stati Uniti sta visibilmente diminuendo, ma anche il potere militare ed economico di Cina, Russia e di un numero crescente di altre nazioni sta rapidamente crescendo. Gli interessi speciali all’interno degli USA che perseguono il primato globale, lo fanno in una ricerca perpetua di ricchezza e potere, spesso a spese di molti degli scopi per cui uno stato-nazione moderno e funzionale esiste. Spesso questo processo include il saccheggio deliberato dei pilastri chiave del potere di uno stato-nazione moderno: industria, istruzione, cultura e armonia sociale. Questo, a sua volta, non fa che accelerare il crollo del potere economico e militare degli USA.
L’Ucraina mette a nudo la debolezza americana
La guerra per procura di Washington in Ucraina ha rivelato al mondo questa fondamentale debolezza. Le armi statunitensi si sono dimostrate meno che capaci contro un avversario di pari livello, la Russia. I costosi proiettili d’artiglieria, i razzi e i missili a guida di precisione americani sono stati costruiti in numero inferiore rispetto alle loro controparti convenzionali, presumibilmente perché potevano ottenere con un solo colpo quello che potevano ottenere diversi proiettili convenzionali. Un singolo proiettile d’artiglieria Excalibur da 155 mm a guida GPS di produzione statunitense, ad esempio, è dichiarato da Raytheon in grado di raggiungere ciò che altrimenti richiederebbe 10 proiettili d’artiglieria convenzionali. Questo mito della qualità a scapito della quantità si è dissolto sul campo di battaglia in Ucraina. La Russia non solo è in grado di produrre un numero molto maggiore di armi convenzionali rispetto agli Stati Uniti e ai suoi proxy europei, ma è anche in grado di produrre un numero molto maggiore di armi di precisione ad alta tecnologia, compresi i suoi proiettili di artiglieria a guida precisa (il Krasnopol a guida laser), i sistemi di artiglieria a lancio multiplo a guida precisa (il Tornado-S) e grandi quantità di missili balistici e da crociera (Iskander, Kalibr e Kh-101). In altri settori, la Russia possiede capacità che gli Stati Uniti non hanno. La Russia dispone di due tipi di missili ipersonici, il missile balistico ipersonico Kinzhal e il missile ipersonico da crociera Zircon. La Russia possiede anche capacità di difesa aerea e missilistica e di guerra elettronica che gli Stati Uniti non possono eguagliare, né in qualità né in quantità. Se gli Stati Uniti non sono in grado di eguagliare o superare la produzione industriale militare della Russia, a costo di perdere la loro guerra per procura in Europa orientale, come si svilupperà il progetto statunitense di accerchiare e contenere la Cina lungo le sue stesse coste?
La crescente disparità e le super armi che vengono studiate per superarle
L’esercito statunitense teme che un eventuale conflitto con la Cina lascerebbe gli Stati Uniti impreparati e vulnerabili. Un recente articolo di Defense One intitolato “L’aeronautica vuole costruire molte basi nel Pacifico. Ma deve ancora stabilire come proteggerle“, ammette che i sistemi di difesa aerea e missilistica degli Stati Uniti sono troppo costosi e troppo pochi per difendere il crescente numero di basi militari statunitensi che si stanno creando in vista di una potenziale guerra con la Cina. Va ricordato, tuttavia, che le carenze di sistemi di difesa aerea e missilistica statunitensi, in particolare del sistema missilistico Patriot, sono iniziate prima che gli Stati Uniti iniziassero a inviare questi sistemi all’Ucraina. La produzione industriale militare statunitense non è stata in grado di tenere il passo con le richieste della sola Arabia Saudita durante il suo conflitto con Ansar Allah in Yemen. Preoccupazioni simili riguardano il numero di aerei militari statunitensi, di navi militari e di missili da cui ognuna di queste forze dipenderà in un eventuale conflitto con la Cina nell’Asia-Pacifico. Dopo aver compreso l’ampia e crescente disparità tra le ambizioni degli Stati Uniti verso la supremazia globale e i mezzi militari effettivamente utilizzati per raggiungerla, Washington e i produttori di armi con sede negli Stati Uniti stanno cercando una nuova filosofia di progettazione e produzione per produrre una nuova generazione di munizioni più economiche e più numerose. In prima linea in questo sforzo ci sono i produttori di armi “start-up”, tra cui Ares e Anduril. Entrambe le aziende ritengono che gli Stati Uniti siano in grado di superare l’innovazione della Cina, basandosi sull’idea che gli Stati Uniti siano in qualche modo intrinsecamente più innovativi della Cina. Tuttavia, i loro tentativi di affrontare questa crescente disparità rivelano quanto la politica estera statunitense sia scollegata dal mondo reale che cerca di dominare.
Ares: Missili più economici ma più numerosi…
The War Zone, in un articolo dal titolo “New ‘Cheap’ Cruise Missile Concept Flight Tested By Silicon Valley-Backed Start-Up“, spiega come Ares cerchi di aumentare l’attuale arsenale americano di missili di precisione a lungo raggio, costosi ma scarsi, con missili più piccoli, più economici e più numerosi. I missili più piccoli ed economici avranno una capacità inferiore rispetto alle loro controparti più costose, tra cui il missile da crociera Tomahawk di Raytheon e il Joint Air-to-Surface Standoff Missile (JASSM) di Lockheed Martin, ma sono destinati a essere prodotti in quantità maggiori. I missili più economici costruiti da Ares saranno utilizzati per obiettivi a bassa priorità, mentre le loro controparti più capaci ma meno numerosi saranno utilizzati per obiettivi critici. L’articolo sostiene che:
Ares non sembra aver ancora rilasciato alcuna specifica concreta, attuale o pianificata, ma afferma di puntare a un costo unitario di 300.000 dollari per i suoi missili.
Oltre a quanto i missili di Ares siano effettivamente lontani dal campo di battaglia, anche l’obiettivo dichiarato di costruire questi missili a 300.000 dollari l’uno sembra essere ben lontano dal tipo di innovazione rivoluzionaria necessaria per soddisfare o superare persino la produzione industriale militare della Russia, per non parlare di quella della Cina. Infatti, secondo i media ucraini, la Russia stessa sta già producendo missili molto più capaci a un prezzo di 300.000 dollari per unità. Defence Express in un articolo del 2022 intitolato “What is the Real Price of russian Missiles: About the Cost of ‘Kalibr’, Kh-101 and ‘Iskander’”, collocherebbe il costo di un missile da crociera Kalibr tra i 300.000 e il milione di dollari – molto meno costoso di missili analoghi prodotti in Occidente. Se all’epoca l’articolo del 2022 era stato facilmente liquidato dai titoli dei giornali occidentali che sostenevano che le scorte di missili russi fossero esaurite, da allora gli stessi media occidentali hanno ammesso che la Russia spara ogni anno oltre 4.000 missili contro obiettivi in Ucraina. Ciò suggerisce che la produzione missilistica russa è tanto economica quanto vasta. Quindi, anche prima che Ares produca il suo primo missile, la premessa stessa di ciò che sta cercando di ottenere è molto inferiore a ciò che la base industriale militare russa sta già facendo su vasta scala, per non parlare di ciò che la base industriale militare cinese è in grado di fare. C’è anche la realtà che, oltre a munizioni di fascia alta che costano poco quanto i missili di fascia bassa proposti da Ares, sia la Russia che la Cina sono perfettamente in grado di aumentare i loro arsenali esistenti con munizioni più economiche e meno sofisticate. L’impiego da parte della Russia delle sue bombe plananti della serie FAB equipaggiate con UMPK ne è un esempio perfetto. Le bombe plananti guidate sono passate dal concetto alla produzione di massa nel corso dell’Operazione militare speciale, con miglioramenti apportati in base alle loro prestazioni in combattimento, fornendo un’alternativa più economica, più numerosa, ma comunque efficace rispetto alle più costose munizioni a guida di precisione a lungo raggio. Per molti versi, ciò che l’Ares sta tentando di fare è una pessima imitazione di ciò che Russia e Cina hanno già fatto e continueranno a fare.
Anduril: superare in innovazione Cina e Russia…
Come Ares, il produttore di armi statunitense Anduril immagina che sistemi più economici e più numerosi possano contribuire a livellare le probabilità, mentre la Russia supera l’Occidente nella produzione durante il conflitto in Ucraina e la produzione cinese di aerei da guerra, navi e missili supera quella degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei. Anduril propone di raggiungere questo obiettivo attraverso la “produzione definita dal software”, un processo che, secondo l’azienda, ha consentito al produttore di veicoli elettrici Tesla di costruire veicoli migliori e più numerosi rispetto ai produttori di automobili tradizionali, realizzando i propri veicoli attorno al proprio software e ai propri componenti elettronici interni. Il vantaggio è chiaro. I produttori di auto tradizionali costruiscono le auto fisiche da soli, ma molti dei sottosistemi sono esternalizzati ad altre aziende, inclusi i sistemi operativi utilizzati dalle auto moderne, così come i sensori e altri componenti e sistemi elettronici. Spesso questa raccolta di software, sensori e altri componenti è esternalizzata a un gran numero di aziende diverse. Qualsiasi modifica al design dell’auto richiede di lavorare con questo gran numero di aziende, rendendo le modifiche e i miglioramenti macchinosi. Includendo tutti i sottosistemi in un unico software sviluppato internamente e costruendo l’hardware attorno ad esso, le modifiche possono essere apportate più rapidamente e, di conseguenza, è possibile produrre più rapidamente grandi quantità di automobili di qualità superiore. Anduril immagina di usare questo stesso processo per costruire un numero enorme di droni, missili e altre armi e munizioni, eguagliando o addirittura superando la Cina. Il problema per Anduril è che la produzione software-defined è già ampiamente utilizzata dalla vasta e avanzata base industriale cinese. Con questo “vantaggio” reso inutile, gli Stati Uniti si ritrovano di nuovo in una situazione di grave svantaggio. Non solo la Cina è in grado di produrre armi militari convenzionali, munizioni ed equipaggiamento in quantità molto maggiori rispetto agli Stati Uniti, ma è anche in grado di costruire sistemi software-defined avanzati e rapidamente migliorati, come droni e missili. Ciò vuol dire che qualsiasi cosa gli Stati Uniti cerchino di fare, la Cina è in grado di farla meglio e su scala molto più ampia.
Premessa imperfetta, risultato fallimentare
La premessa da cui operano Ares e Anduril è fondamentalmente sbagliata. Entrambe le società, come i circoli di interessi particolari che servono a Wall Street e a Washington, credono che gli USA siano intrinsecamente superiori ad avversari come Russia e Cina. Nella loro mente collettiva, qualsiasi svantaggio in cui si trovano gli USA è incidentale e superarlo è semplicemente una questione di convocare una volontà politica sufficiente. Il fatto che Russia e Cina abbiano basi industriali più grandi e più capaci è visto come una temporanea perdita di concentrazione politica e di forza di volontà degli USA, e adottando misure per espandere la base industriale americana, gli USA si ritroveranno inevitabilmente di nuovo in cima. In realtà, le basi industriali di Russia e Cina sono più grandi di quelle americane a causa di una serie di fattori, tra cui quelli che nessuna quantità di volontà politica americana può superare. La Cina in particolare ha una popolazione quattro volte maggiore degli Stati Uniti. La Cina laurea milioni di persone in più ogni anno nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica rispetto agli Stati Uniti, e le dimensioni fisiche della sua base industriale, militare o di altro tipo, riflettono questa disparità demografica. Anche se gli Stati Uniti avessero la volontà politica di riformare la propria base militare-industriale, eliminando l’industria privata votata al profitto e sostituendola con imprese statali guidate da uno proprio scopo, anche se gli Stati Uniti trasformassero allo stesso modo il proprio sistema educativo per produrre una forza lavoro qualificata piuttosto che spremere ogni centesimo dagli studenti americani, e anche se gli Stati Uniti investissero nelle proprie infrastrutture nazionali – un prerequisito fondamentale per espandere la propria base industriale – si troverebbero comunque di fronte a una realtà in cui la Cina ha già fatto tutto questo, e lo ha fatto con una popolazione più grande di quella sua e dei suoi partner del G7 messi insieme. La premessa secondo cui gli Stati Uniti, che rappresentano meno del 5% della popolazione mondiale, dovrebbero mantenere il primato sul restante 95% è fondamentalmente errata. A meno che gli americani non fossero veramente, intrinsecamente superiori al resto del mondo, cosa che non sono, raggiungere il primato sul mondo può essere fatto solo tenendo diviso e distruggendo l’altro 95% della popolazione mondiale. Per molti versi, questo è ciò che ha definito generazioni di egemonia occidentale sul pianeta ed è ciò che Washington si è prefissata di fare oggi. Nonostante questo, il resto del mondo ha recuperato in termini di potenza economica e militare, proprio perché gli Stati Uniti non sono intrinsecamente superiori. L’egemonia occidentale è stata un’anomalia storica, non una prova della superiorità dell’Occidente. Con il resto del mondo che ha recuperato in termini di potenza economica e militare, e con i numeri dalla loro parte, il prossimo secolo sarà determinato da un mondo multipolare. Per questo mondo multipolare emergente, i fattori che ne hanno determinato la nascita – un equilibrio geopolitico di potere basato sulla cooperazione invece che al conflitto, un’industria e un’infrastruttura guidate da un proprio scopo diverso dal profitto e un progresso costruito sull’istruzione pratica e sul duro lavoro rispetto alla cieca ricerca del potere – devono essere saldamente consolidati come principi fondamentali di questo nuovo mondo. Se il mondo multipolare potrà resistere ai tentativi degli Stati Uniti di dividerlo e distruggerlo e continuare a investire nei principi che gli hanno dato origine, nessun tipo di superarma di fabbricazione statunitense potrà sconfiggerlo.
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