Una vera e propria asta
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Daniele Dell’Orco)

Per il Corriere della Sera è una gran “sorpresa” che alle elezioni in Groenlandia abbia vinto l’opposizione di centrodestra.
È logico, vivendo su Marte ritengono sempre incredibile che un governo uscente formato da ambientalisti di sinistra e socialdemocratici possa essere preso a calci dai propri elettori.
Mentre sono tutti pronti a puntare il dito sulle dichiarazioni annessioniste di Donald Trump, che vuole l’isola artica con insistenza avendo capito che quella rotta sia il futuro a differenza della Ue e della Danimarca che da decenni snobbano l’isola abitata al 90% da Inuit, nessuno dice che in Groenlandia l’indipendenza dalla Danimarca è un sentimento diffusissimo già da prima delle dichiarazioni di Trump.
Anzi, il tycoon ha lanciato l’esca proprio perché quel sentimento ha imparato a conoscerlo.
Il voto comunque ha sancito un cambio di rotta evidente, con il Demokraatit Party, fino a ieri all’opposizione, che ha ottenuto quasi il 30% dei voti e i nazionalisti di Naleraq il 24,5%. Netto calo per i partiti del governo uscente: gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit sono al 21 (-15 % rispetto al 2021) e i socialdemocratici di Siumut al 15% (-14%).
Oltre il 50% degli abitanti della Groenlandia ha dunque votato per partiti indipendentisti che dovranno formare una coalizione governativa e stabilire tempi e modi per un processo di distacco da Copenhagen. La Groenlandia, oggi regione autonoma della Danimarca, si estende su rotte aeree e marittime strategiche nel Nord Atlantico e ha ricchi giacimenti di minerali di terre rare necessari per realizzare di tutto, dai telefoni cellulari alla tecnologia delle energie rinnovabili. Gli Inuit, che da secoli denunciano l’impatto coloniale danese accusando i “coloni” di averli persino sterilizzati per controllare le nascite, si mantengono principalmente grazie alla pesca, mentre i sussidi danesi ad oggi contribuiscono per 565 milioni di dollari all’anno, un quinto del suo PIL.
Bruscolini, rispetto a ciò che promette e sarebbe in effetti in grado di mettere sul piatto Donald Trump.
In questa nuova fase storica, una landa di ghiaccio che fino a ieri valeva pochi spicci per la Danimarca e di conseguenza per l’Unione europea, ora vuole mettersi sul mercato per far scatenare una vera e propria asta.
#TGP #Groenlandia #UE #Usa
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