Kursk: c’è stato accerchiamento?
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Daniele Dell’Orco)
Il vecchio adagio popolare vuole che chi nasca incendiario finisca per morire pompiere.
Vale anche oggi.
Quelli che una volta definivano “complottismo” qualsiasi cosa provenisse dalla sfera informativa russa (alle volte a ragione, altre a torto) sono diventati a loro volta complottisti più spinti, pronti a teorizzare qualsiasi cosa possa essere utile a mascherare la propria inadeguatezza.
Cosa sta succedendo ora?
Che dopo la “supplica” di Donald Trump a Vladimir Putin affinché risparmi la vita a un non meglio precisato numero di prigionieri ucraino-polacchi circondati nell’avanzata verso Sudhza, l’Occidente che ha sempre sostenuto la tesi della “ritirata ordinata” ucraina da Kursk e addirittura la cessione volontaria di territori a beneficio dei colloqui di pace ora sta negando che sia mai esistito un accerchiamento nell’Oblast russo.
A sostegno di questa tesi, analisti e “mappari” postano la situazione ATTUALE della fronte con Sudhza e le sue retrovie settentrionali sotto controllo russo e frontalmente alcuni villaggi al confine, come Guevo, sotto controllo ucraino. Da qui la tesi: non c’è accerchiamento.
Tanto basta per mettersi nel taschino coloro che hanno la campanella al naso.
In verità, bisogna partire da un paio di settimane or sono, quando cioè l’offensiva decisiva russa verso Sudhza ebbe inizio.
Intanto, va premesso che oltre il 40% del territorio russo controllato dagli ucraini ad agosto 2023 era già stato riconquistato nelle settimane precedenti.
Questo per smentire coloro che sostengono la “buona volontà” ucraina che invece da Kursk non voleva proprio andare via specie prima dell’inizio delle “vere” trattative.
Secondo poi, l’offensiva russa iniziata con un’operazione su vasta scala da tre lati è iniziata il 7 marzo e svoltata grazie all’operazione “Flood 1”, che ha in effetti provocato il crollo del fronte dal lato ucraino e non uno, ma ALMENO TRE accerchiamenti. Uno di questi operativo.
Con l’operazione “Flood 1”, con tre battaglioni russi avanzati all’interno del gasdotto Urengoy-Uzhgorod per 15 chilometri, è stato bypassato il villaggio di Martyonovka, prima linea nella direzione nord-est.
I russi, sbucati alla periferia di Sudzha, hanno così accerchiato Martyonovka (primo accerchiamento) provocando il caos nella guarnigione ucraina e, di conseguenza, prigionieri.
Poi, un secondo accerchiamento c’è stato nella sezione meridionale del fronte di Sudzha, presso i villaggi di Makhnovka e Kolmakov in direzione di Cherkasskaya Konopelka.
Infine, un terzo accerchiamento (operativo) c’è stato nella saliente di Sudzka a Malaya Loknya, dove la 95esima brigata di Kiev (reparto d’élite altamente motivato) ha combattuto per diverse ore senza ripiegare su Kazachya Loknya trovandosi in accerchiamento quasi totale.
Ciò, senza considerare che la zona intorno a Sudhza è boscosa, e pertanto singole unità ucraine nel caos della ritirata si sono trovate isolate, senza comunicazione o impossibilitate ad uscire dai calderoni.
Così, nei giorni precedenti alla cattura ufficiale di Sudhza, tutto il quadrante era stato “ripulito” dalle “sacche” di presenza ucraina.
Quindi la domanda è: c’è stato accerchiamento?
La risposta è: sì.
Non dell’intera sezione del fronte, ma in vari punti.
L’altra domanda è: quanti soldati ucraino-polacchi sono rimasti intrappolati?
La risposta è: diverse centinaia, di sicuro.
Sia russi che americani sostengono siano molti di più. Non c’è modo di verificare.
Ma andando a spanne e considerando che al momento dell’offensiva almeno 10mila soldati ucraini si trovavano ancora nel Kursk, basta un minimo di contatto con la realtà per capire che tra Martyonovka, sud-Sudhza, Malaya Loknya e i singoli gruppetti sparsi nei boschi non possono non essere finiti in trappola almeno l’equivalente di un paio di battaglioni.
Non saranno 2-3mila soldati?
Forse no, o forse sì. Di certo non sono ZERO come prova a sostenere il cinico circo mediatico mainstream occidentale.
C’è accerchiamento ora?
La risposta è: no.
Ecco perché l’invito di Putin a deporre le armi è stato frainteso (o manipolato) per lasciare intendere che il presidente russo si stesse riferendo al contingente ucraino già catturato e che rischia la condanna a morte.
No, si sta riferendo a quello che ancora combatte nel Kursk (una “ritirata” singolare, non trovate?).
Domanda da un milione di dollari: perché la supplica di Trump?
Perché dopo 3 lunghi anni di demonizzazione a reti unificate nei confronti di Putin (ripeto: alle volte a ragione, altre a torto), ora che Washington vuole dialogare con Mosca è necessario controbilanciare l’onda informativa negativa con una positiva e “riabilitare” l’immagine del presidente russo in vista dei possibili colloqui di pace veri e propri.
Così, come già scritto, elevare il “valore di scambio” degli ucraini catturati a Kursk e successivamente mostrando magnanimità provvederà a palesare le “buone intenzioni” del Cremlino e rendere accettabile un colloquio.
Coloro che invece sostengono che sia tutto un complotto, che gli ucraini si siano ritirati in fila indiana e che i russi non abbiano dovuto sparare un colpo sono in assoluta malafede e si rifiutano di accettare che il nome di Putin si possa persino pronunciare in pubblico.
#TGP #Russia #Ucraina
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