Ingressi di armi ai confini iraniani: Israele vuole provocare una guerra civile
di INSIDE OVER (Roberto Vivaldelli)

Con l’annuncio del cessate il fuoco da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il conflitto tra Iran e Israele sembra aver raggiunto una pausa significativa. Tuttavia, a emergere come principale sconfitto da questa situazione è Israele, che non è riuscito a conseguire nessuno degli obiettivi strategici prefissati. Il programma nucleare iraniano molto probabilmente non è stato smantellato, mantenendo intatta la capacità di Teheran di proseguire le sue ambizioni nucleari. Inoltre, il regime iraniano non ha subito il collasso sperato, e la guida suprema Ali Khamenei rimane al potere, smentendo tutte le aspettative – e le illusioni – di un cambiamento radical in Iran. E il ritorno dei Pahlavi? Pura fantasia.
Il nuovo obiettivo di Israele
Nonostante il cessate il fuoco, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sembra aver spostato il proprio focus su un nuovo obiettivo, come evidenziato da un tweet condiviso da Trita Parsi e da Sina Toossi, entrambi studios e analisti di fama internazionale. Secondo l’analista iraniano Diako Hosseini, citato nel messaggio, sarebbero in corso “ingressi di armi leggere adatte alla guerra urbana” – probabilmente dall’Azerbaijan – attraverso i confini iraniani. Si tratterebbem secondo Hosseini, di una strategia volta a “innescare una guerra civile e dividere l’Iran internamente”. Questa tattica richiama le strategie impiegate in conflitti come quelli in Siria e Libia, il che suggerisce un cambio di approccio da parte di Israele per indebolire l’avversario dall’interno.
Se questa analisi si rivelasse corretta, il cessate il fuoco potrebbe rappresentare solo una tregua temporanea, con Netanyahu che cerca di sfruttare instabilità interne per raggiungere indirettamente gli scopi non ottenuti sul campo di battaglia.
Quanto agli ingressi illegali di armi, alla fine di dicembre dello scorso anno, il comandante delle forze di frontiera iraniane ha annunciato che nei nove mesi precedenti le guardie di frontiera iraniane hanno scoperto e sequestrato 3.000 armi da fuoco prima che potessero essere introdotte illegalmente in Iran attraverso il confine con l’Azerbaijan. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, per mesi, agenti israeliani del Mossad hanno introdotto clandestinamente nel Paese parti di centinaia di droni quadricotteri carichi di esplosivo, nascosti in valigie, camion e container, insieme a munizioni progettate per essere lanciate da piattaforme senza pilota.
La valutazione sbagliata di Israele e Stati Uniti
A questa analisi si aggiunge una riflessione di Trita Parsi, che su X sottolinea un punto spesso trascurato. Israele e Washington (dunque CIA/Mossad) credevano che il regime iraniano potesse rapidamente collassare su sé stesso, ma così non è stato. Parsi evidenzia: “Un punto chiave trascurato nella storia secondo cui funzionari israeliani hanno chiamato i cellulari di generali iraniani di alto rango, esortandoli a registrare messaggi di resa pena l’uccisione di loro, delle loro mogli e dei loro figli (!), è che nessuno di loro sembra averlo fatto”.
Questo episodio si è verificato solo due ore dall’inizio della guerra, dopo che alcuni dei principali comandanti iraniani erano stati uccisi. In quel momento caos e confusione per l’Iran, i generali sono stati esortati a registrare messaggi di resa, pena la minaccia di morte per loro, le loro mogli e i loro figli.”Le chiamate – aggiunge Parsi – sono avvenute solo due ore dopo l’inizio della guerra, dopo che alcuni dei principali generali iraniani erano stati uccisi. Questo è stato il momento in cui l’Iran era in disarray, essendo stato completamente colto di sorpresa. Probabilmente è stato un momento in cui molti di loro temevano che il regime fosse effettivamente sull’orlo del collasso”. Circa venti chiamate simili sono state effettuate, con un ultimatum di dodici ore per inviare i video di resa, che Israele avrebbe poi reso pubblici.
Tuttavia, come nota Parsi: “Tuttavia, non sembra sia stato realizzato un solo video di resa, nonostante la minaccia israeliana di uccidere i figli dei generali. Se fossero stati realizzati, Israele li avrebbe certamente diffusi per seminare panico all’interno dell’apparato statale e incoraggiare gli iraniani comuni a ribellarsi al regime”. Un grave errore di valutazione che portato Usa/Israele in un vicolo cieco.





Commenti recenti