In risposta al folle video di Claudio Velardi
da LA FIONDA (Savino Balzano)
![]()
Qualche giorno fa, il direttore de Il Riformista, Claudio Velardi, ha pubblicato sui suoi social un video in cui poneva una domanda che riteneva campale: «qualunque persona voglia mantenere un minimo di lucidità deve chiedersi che cosa sono le immagini che ci arrivano da Gaza e che vengono sparate in prima pagina sui giornali. E perché improvvisamente arrivano a decine. (…) Sono immagini che fanno molto male, ma sono vere? (…) È questione di capire chi ci mostra che cosa e perché. (…) Vi chiedo solo di pensarci, di non fermarvi solo alla superficie, alla prima impressione. Fatevi qualche domanda in più».
Tralascio volutamente il sentimento che io, insieme a moltissimi altri (andatevi a leggere i commenti al video), ho provato nell’ascoltare quelle parole. Lo faccio perché, in tantissime circostanze durante questo massacro, ci siamo sentiti dire che le notizie provenienti da Gaza fossero il frutto della propaganda di Hamas. Persino il numero dei morti: gonfiato, artefatto. Lo stesso Netanyahu, qualche ora fa, ha dichiarato che «Non c’è alcuna politica della fame a Gaza, non c’è fame» e che sostenerlo rappresenta una «sfacciata menzogna». Ha aggiunto addirittura che Israele «ha consentito gli aiuti umanitari per tutta la durata della guerra. Altrimenti non ci sarebbero abitanti di Gaza».
In realtà, basterebbe ascoltare le parole di importanti politici israeliani per capire chi abbia davvero ragione. Yoav Gallant, ex ministro della Difesa, nell’ottobre 2023: «Stiamo imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e agiremo di conseguenza». Israel Katz (ministro degli Esteri fino al novembre scorso), quasi contemporaneamente: «aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico sarà acceso, nessun idrante sarà aperto e nessun camion di carburante entrerà». Avi Dichter, ministro dell’Agricoltura, ha definito l’azione militare di Israele la «Nakba di Gaza». Revital “Tally” Gotliv, parlamentare del Likud, ha scritto sul suo account social: «abbattete gli edifici!! Bombardate senza distinzione!! (…) Spianate Gaza senza pietà! Questa volta non c’è spazio per la pietà». Amihai Eliyahu, ministro per il Patrimonio, ha indicato l’uso delle armi atomiche su Gaza «come una delle opzioni» (citazioni da C. Hedges, Un genocidio annunciato, Roma, 2025, pp. 61-62).
Non è dunque Hamas a esplicitare quali fossero gli intendimenti di Israele: è lo stesso Israele ad averlo fatto. Più e più volte.
Ciò premesso, aggiungo un altro elemento: «qualunque persona voglia mantenere un minimo di lucidità» non si soffermerebbe sul quesito posto dal direttore de Il Riformista. Per una ragione molto semplice. Per paradosso (ripeto: per paradosso), ammettiamo che le foto che stiamo osservando in questi giorni – compresa quella pubblicata in prima pagina dal Fatto Quotidiano il 24 luglio e che ha tanto colpito – siano tutte artefatte, modificate, false. Io faccio una domanda semplicissima a Velardi: egregio direttore, immagini di potersi teletrasportare a Gaza in questo momento (parlo di teletrasporto perché Israele le impedirebbe l’accesso, se va bene. Le lascio immaginare cosa potrebbe accaderle qualora le andasse male: basta leggere i numeri sui giornalisti uccisi dai soldati dell’IDF). Secondo lei, quale spettacolo si troverebbe davanti? Considerando che la Striscia è stata praticamente spianata dall’esercito israeliano e che per mesi non è entrato neanche uno spillo (acqua, cibo, medicine, carburante, energia), secondo la sua lucida intuitività, quale scenario le si prospetterebbe? Persone in sovrappeso, i cui chili di troppo sono causati dalla scarsa attività fisica nei tunnel, così come dichiarato da Netanyahu lo scorso maggio?
Ecco, lo dico con rispetto: ritengo che la domanda posta in quel video sia sciocca, tanto quanto sostenere che l’orrore sia il frutto della propaganda di Hamas. Paradossalmente, non serve che ogni fotogramma e ogni testimonianza corrispondano rigidamente alla realtà (penso che la realtà sia persino peggiore): ciò che conta è che quell’inferno è terribilmente verosimile. Tale apparirebbe a chiunque non si fermi «alla superficie, alla prima impressione» e a chiunque si faccia «qualche domanda in più».
FONTE: https://www.lafionda.org/2025/07/29/in-risposta-al-folle-video-di-claudio-velardi/





Commenti recenti