Tutto è perduto?
di GABRIELE GERMANI (Canale Telegram)

Tutto è perduto?
Quando facciamo analisi dobbiamo essere metodici non emotivi.
Dunque, l’Occidente (USA e vassalli vari) sta vincendo?
Risposta breve: dipende, nel lungo periodo: no.
Risposta lunga:
Ogni progetto avviato dagli USA negli ultimi anni è fallito rovinosamente.
Iraq e Libia sono diventati polveriere che hanno alimentato nuovi rivali dell’Occidente.
L’Iran è in piedi dopo uno scontro diretto; l’arricchimento dell’uranio ha subito nella peggiore delle ipotesi un rallentamento.
A Gaza, al netto della tragica avanzata la resistenza palestinese prosegue.
Lo Yemen al netto delle perdite continua la sua guerriglia marittima.
La Russia avanza come un rullo compressore e fino a prova contraria lo fa in modo non amichevole verso l’Occidente.
… E così la Cina: ricordo a tutti che ha mediato un incontro tra Iran e Arabia Saudita tempo fa e ha favorito un incontro tra tutte le fazioni palestinesi cercando di portarle a sintesi.
Inoltre da ciò che so, il Venezuela è ancora un paese sovrano, in un percorso bolivariano (non so perché si dia per scontata la guerra e la sconfitta).
La crisi degli USA inizia con la sconfitta in Iraq.
Il deserto mesopotamico ha divorato dollari, uomini e credibilità. Nel mentre, New Orleans era scossa da un devastante uragano a cui le autorità nazionali non hanno saputo rispondere.
La Francia è un paese in tracollo socio-economico, i cui fondamentali si stanno ripiegando su se stessi.
Israele è fratturato lungo mille linee di faglia interne che lo costringono a una guerra permanente e lo rendono ormai indigeribile a buona a parte dell’opinione pubblica mondiale.
Il sistema-mondo capitalista è incentrato su cicli egemonici nei quali prevale un centro che di volta in volta viene rimpiazzato. Questo disponendo di risorse, uomini e conoscenze può porre un argine al tracollo, rallentarlo, ma non può impedirlo globalmente.
La Cina è il maggior produttore di beni materiali e già oggi una guerra tra le prime due potenze economiche equivarrebbe alla reciproca autodistruzione (dunque è improbabile); stessa considerazione vale per la Russia.
L’Iran si sta dotando dell’atomica e intanto gode di un ombrello atomico pakistano.
Ci sarebbero molti altri casi da citare.
Ci sono dunque svariati motivi per non farsi cogliere dallo sconforto.
Prima di tutto, perché quando si studia, bisogna lasciare da parte i sentimentalismi. Io non sostengo il superamento del capitalismo perché ingiusto, ma perché lo ritengo inefficiente, portatore di crisi cicliche. Non c’entrano nulla i sentimenti.
Secondo, perché non dobbiamo confondere in alcun modo l’ascesa multipolare con la nascita del socialismo. Ci saranno tanti stati che torneranno a competere tra loro, alcuni dei quali anche all’interno del campo occidentale (vedi la Turchia).
Tuttavia, l’affermazione multipolare denota due importanti avanzate:
1- La fine del predominio occidentale dopo sei secoli;
2- L’apertura di spazi di cambiamento anche interni ai vari paesi.
Le grandi rivoluzioni del passato sono avvenute in momenti in cui le classi dirigenti internazionali erano divise (I Guerra Mondiale, rivoluzione russa; II Guerra Mondiale, rivoluzione cinese; fase più acuta della Guerra Fredda, ondata terzomondista da Cuba al Nicaragua).
Non è questione di come io vedo le cose o della mia voglia personale di vedere almeno uno scampolo del mondo che verrà, è convincere la maggioranza (se necessario facendo compromessi) che il superamento di un modello inefficiente a vantaggio di qualcosa di più efficiente: la soluzione migliore per tutti.
Fonte: https://t.me/gabgerm/2991





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