I droni russi sulla Polonia, le bombe israeliane sul Qatar e altre notizie interessanti
di LIMES (Mirko Mussetti)
RUSSIA CONTRO POLONIA
Diverse munizioni circuitanti (droni kamikaze) della Federazione Russa hanno sconfinato in Polonia durante un massiccio attacco aereo sulle regioni occidentali dell’Ucraina. Le violazioni dello spazio aereo sarebbero state almeno 19. I droni sono stati abbattuti grazie al pronto intervento della contraerea polacca e al pattugliamento di velivoli della Nato, fra cui anche caccia italiani. Varsavia ha posto le proprie Forze armate in stato di massima allerta, chiudendo temporaneamente l’aeroporto della capitale. Il primo ministro Donald Tusk ha invocato l’attivazione dell’articolo 4 del Patto Atlantico, che prevede una consultazione plenaria qualora l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di un paese membro fosse messa a repentaglio. Secondo l’ex presidente del Consiglio europeo, un grande conflitto armato sarebbe “più vicino che mai dalla seconda guerra mondiale“.
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ISRAELE CONTRO QATAR
Le Forze armate di Israele hanno colpito il quartier generale di Hamas a Doha durante una riunione fra i massimi esponenti del gruppo paramilitare palestinese intenti a valutare la proposta degli Stati Uniti per un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza. L’attacco ha causato la morte di cinque membri non di altissimo livello del Movimento islamico di resistenza per la Palestina e di un militare delle Forze di sicurezza del Qatar. L’emirato, che ricopre un ruolo chiave nella mediazione tra Hamas e Israele, ha immediatamente condannato il “vile attacco” operato dallo Stato ebraico, ritenuto una “palese violazione del diritto internazionale”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha subito preso le distanze dagli autori dello “sfortunato incidente”, negando qualsiasi coinvolgimento diretto, d’intelligence o morale di Washington.
Per approfondire: A Doha va in scena la grande diplomazia

FRANCIA
Il presidente della Francia Emmanuel Macron ha incaricato il suo fedelissimo Sébastien Lecornu di formare un nuovo governo, il quarto in meno di un anno. In qualità di ministro delle Forze armate, il neo premier è stato artefice del più grande aumento della spesa militare dal dopoguerra – ben 413 miliardi di euro per il periodo 2024-30 – volto a modernizzare l’esercito e potenziare l’arsenale nucleare. L’esecutivo uscente ha mobilitato 80 mila agenti di polizia e gendarmi per mantenere l’ordine in un paese in subbuglio.
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NEPAL
In seguito alle violente proteste scoppiate a Kathmandu per il blocco imposto dal governo a 26 piattaforme social – tra cui Facebook e Instagram – il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli, leader del Partito comunista, ha rassegnato le dimissioni. Nel corso delle sommosse sono morte almeno 19 persone e altre 200 sono rimaste ferite. La folla inferocita ha incendiato il palazzo del parlamento e attaccato diverse sedi governative. Approfittando del caos, circa 900 detenuti sono evasi da due carceri del Nepal occidentale.
Limes vintage: Nepal, l’agonia dell’ancien régime






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