Maria Corina Machado, il Nobel della sovversione
da LA FIONDA (Fabio Marante)

Esiste un nesso tra le navi da guerra americane nel Mar dei Caraibi e il Nobel 2025 per la pace a Maria Corina Machado. Da oltre un mese gli Stati Uniti in shutdown hanno posizionato le bocche da fuoco delle prue al largo del Venezuela a caccia dei narcotrafficanti del fantomatico “Cartel de los Soles”. Oltre venti pescatori si sono inabissati assieme alle loro barche: tutto ciò in violazione del diritto internazionale e del Trattato di pace di Tlatelolco. L’obiettivo non dichiarato è ovviamente l’oro nero.
Un Nobel della sovversione. Machado, più che attivista, simbolo della opposizione democratica al Socialismo del XXI secolo di Chavez e Maduro, è una golpista al servizio degli Stati Uniti. Una vendepatria, traditrice della patria, che ha chiesto l’intervento militare per destabilizzare il governo e per imporre sanzioni economiche. Fedele di Netanyau e Trump (sponda Rubio), ma prima ancora dei Bush e del blocco unico di guerra neocon/neodem, non ha esitato a promuovere e firmare nel 2020 la famigerata Carta de Madrid, un manifesto nero contro il socialismo latinoamericano sottoscritto da nazisti e destrorsi vari tra cui l’argentino Milei e il cileno Kast.
Ultraderechista, anticomunista dichiarata, intende smontare lo stato sociale e le nazionalizzazioni, promuove un piano di privatizzazioni l’apertura al libero mercato. E’ costante, Maria Corina Machado. L’azione insurrezionale parte da lontano. Nel 2002 partecipa al golpe fallito contro Chavez. Sostiene il decreto di Pedro Carmona con cui si prova a sciogliere le istituzioni democratiche. Fonda Sumate, una ONG fintamente apartitica, alimentata dai dollari del National Endowment for Democracy. Motivo per cui nel 2005, è incriminata per cospirazione e ricezione di fondi esteri illegali. Deputata nazionale viene rimossa per violazione della Costituzione. Nel 2023 candidata alle primarie dell’opposizione ma dichiarata ineleggibile per aver finanziato l’autoproclamato presidente, sempre al servizio degli Stati Uniti, Juan Guaidò, fuggito con i milioni dei venezuelani.
Alle elezioni presidenziali del 2024 Machado coordina il “Comando Con Venezuela” (Con Vzla), un contenitore politico che si adopera anche per la goffa creazione di prove di brogli elettorali. Sostiene il candidato presidente Edmundo Gonzalez Urrutia, ambasciatore venezuelano in El Salvador ai tempi del massacro de El Mezote da parte del battaglione Atlacatl addestrato dalla CIA secondo il Plan Condor. Sodale di criminali del calibro di Luis Posada Carriles e Leopoldo Castillo.
La scelta del Nobel rappresenta una scelta di parte, lontana da premiare la logica e lo spirito della pace. L’America Latina continua difatti ad essere un laboratorio politico di alternativa al pensiero unico. Cuba, Venezuela, Nicaragua, Honduras, Brasile sono esempi concreti. Le manifestazioni nelle piazze di Buenos Aires, Quito e Lima di questi ultimi mesi sono la conferma delle disuguaglianze strutturali generate dal sistema capitalistico latinoamericano asservito allo squalo statunitense. Rovesciare il Venezuela significa quindi rompere un modello politico e sociale alternativo e mettere le mani sulle preziose risorse naturali. Ecco, quindi, svelato l’arcano della crociata di Trump al finto narcotraffico nonostante la relazione del World Drug Report 2025 dell’UNODC sostenga che il Venezuela sia un paese residuale dell’area per la produzione e transito delle droghe.
Un Nobel della sovversione. Machado una golpista, rappresentante della ultradestra che fomenta gli scontri in piazza per rovesciare il governo Maduro. Più che un tributo alla pace, un vero e proprio inno alla destabilizzazione ed alla violenza, un attentato alla sovranità popolare. Ma per il comitato norvegese del Nobel Maria Corina Machado si schiera a “favore della democrazia e dei diritti umani” come “una coraggiosa e impegnata paladina della pace che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente”.
Una sovversione anche del piano della realtà sempre più offuscata dal pensiero unico perseguito con il sangue delle armi e i simboli dei riconoscimenti internazionali.
FONTE: https://www.lafionda.org/2025/10/11/maria-corina-machado-il-nobel-della-sovversione/





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