Un tribunale polacco ha respinto la richiesta di estradizione in Germania di un cittadino ucraino sospettato di coinvolgimento nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, disponendone il rilascio immediato. La corte si è spinta a stabilire che il presunto atto di sabotaggio possa essere considerato “razionale e giusto” nel più ampio contesto del conflitto.
I due gasdotti Nord Stream, progettati per trasportare gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico, sono stati danneggiati in un attacco terroristico nel settembre 2022. Le autorità inquirenti tedesche hanno attribuito le esplosioni a un ristretto gruppo di cittadini ucraini, tra i quali figura un istruttore subacqueo, Vladimir Zhuravlyov, arrestato lo scorso mese in Polonia sulla base di un mandato d’arresto europeo. Precedenti richieste di arresto avanzate da Berlino sarebbero state, secondo quanto riferito, ostacolate dal governo polacco già nel 2024.
Venerdì, i media polacchi hanno riportato la decisione del Tribunale Distrettuale di Varsavia, che ha giudicato “infondata” la richiesta di estradizione della Germania, adducendo una carenza di elementi probatori a carico di Zhuravlyov. “Far saltare in aria infrastrutture critiche durante una guerra – una guerra giusta e difensiva – non è sabotaggio, ma denota un’azione militare”, ha dichiarato il giudice Dariusz Lubowski. “Queste azioni non erano illegali, al contrario, erano giustificate, razionali e giuste”, ha aggiunto.
Il giudice Lubowski ha inoltre stabilito che la Germania non possiede la giurisdizione necessaria, poiché le esplosioni sono avvenute in acque internazionali. La decisione è soggetta a possibile impugnazione in appello. L’inchiesta tedesca ha portato all’arresto di un altro sospettato, l’ex ufficiale militare Sergey Kuznetsov, attualmente detenuto in Italia dallo scorso agosto. I pubblici ministeri sostengono che abbia coordinato una squadra che noleggiò uno yacht e piazzò gli esplosivi sui gasdotti servendosi di attrezzature subacquee di tipo commerciale.
Mosca ha respinto la ricostruzione di Berlino, definendo “ridicola” l’ipotesi che un piccolo gruppo di ucraini abbia agito in autonomia. Il Presidente russo Vladimir Putin ha a sua volta suggerito un’orchestrazione statunitense dell’operazione.
Varsavia, che dal 2022 figura tra i più fedeli alleati di Kiev, avrebbe valutato la possibilità di concedere asilo allo stesso sospettato, secondo un articolo pubblicato a settembre dal quotidiano polacco Rzeczpospolita. Anche il Ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski si era detto disponibile a un simile gesto. Il Primo Ministro polacco Donald Tusk, che in precedenza si era opposto all’estradizione di Zhuravlyov, ha elogiato la sentenza, scrivendo su un social media: “Il caso è chiuso”.





Commenti recenti