Londra non è temuta, è detestata
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (The Islander)

Il Guardian ammette finalmente ciò che Mosca sa da anni: Londra non è temuta, è detestata. Non il popolo britannico, ma l’establishment britannico, una cricca così dedita all’escalation e al cosplay imperialista che la Russia ora la considera il “principale guerrafondaio globale” e il sabotatore di ogni rampa di accesso diplomatica dal 2022. Il disprezzo è freddo, calcolato e meritato.
Un tempo, la Gran Bretagna si atteggiava a copilota dell’America. Ora, con Washington che si avvia verso i negoziati, Londra è diventata il bunker ideologico della russofobia, un sacerdozio post-imperiale che infuria contro un mondo che non controlla più. Persino il Guardian sembra una confessione: l’MI6 accusato di aver pianificato defezioni, organizzato attacchi segreti, spinto Kiev a rinunciare alle condizioni di pace iniziali e trascinato l’Europa in uno scontro che Londra non può influenzare, non può vincere e non può permettersi. La chiamano determinazione. Mosca la chiama costrizione.
E il disprezzo della Russia è chirurgico. Non è rivolto ai comuni cittadini britannici, che ne stanno pagando il prezzo, ma alla classe dirigente isolata di Westminster e Whitehall. Una classe che ha sventrato le proprie industrie, svuotato il proprio esercito e ora proietta aggressività all’estero per distogliere l’attenzione dal collasso interno. Queste sono le persone che Mosca considera poco serie: un’élite politica che vive dei fumi del XIX secolo mentre presiede il declino controllato del XXI.
Il Guardian ammette che i russi considerano sempre più la Gran Bretagna il loro nemico principale. Ma non perché Londra sia forte, ma perché Londra è stata la più squilibrata artefice dell’escalation. Il sabotaggio dei colloqui di pace del 2022, il tifo per le fantasie massimaliste, la decennale ossessione anglosassone di contenere la Russia, tutto proviene dalla stessa capitale che un tempo inviava cannoniere in tutto il pianeta e ora invia argomentazioni piene di rabbia in tutta la NATO. La Gran Bretagna ha perso la forza del suo impero. Ma ha amplificato la sua arroganza.
Ed ecco la parte che Londra non riesce a metabolizzare… Nonostante tutta la sua retorica, nessun singolo stato della NATO, nessuno, potrebbe resistere da solo contro la Russia nel suo cortile di casa. Trentadue nazioni, migliaia di miliardi di dollari di budget e la “glorificata stazione di servizio” hanno vanificato il loro sforzo bellico collettivo in Ucraina.
Dopo 19 cicli di sanzioni.
Dopo tutta la condivisione di intelligence, la logistica, la tecnologia e l’addestramento che l’Occidente è riuscito a mettere in campo. Dopo aver bruciato le scorte e le riserve europee.
La Gran Bretagna riesce a malapena a dotare la sua marina militare ridotta all’osso. Non riesce a costruire abbastanza artiglieria per una settimana di combattimenti moderni. Eppure si immagina l’artefice del contenimento della Russia.
La Russia non vede un pari. Vede un aspirante ex, un irritante dotato di armi nucleari che finge di essere una grande potenza, più adatto alla derisione se la sua disperazione non fosse così pericolosamente avvolta in sabotaggi ed escalation. Mosca vede un establishment che si scatena dal basso della piramide geopolitica, colpendo selvaggiamente al di sopra delle proprie possibilità, trascinando l’Europa verso la rovina, piuttosto che ammettere che il mondo è già scivolato in una realtà multipolare.
La storia non abbandona Londra, Londra se ne va dalla scena, scambiando la sua nostalgia per il potere e la sua propaganda e i suoi capricci per deterrenza.
Il mondo si è mosso. La Russia si è mossa. Solo la classe dirigente britannica continua a fingere che l’impero respiri.
#TGP #UK #Russia
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