Qatargate: il grande circo europeo che non chiude mai
DA LA FIONDA (Di Giuseppe Gagliano)

A Bruxelles c’è uno scandalo che non conosce stagioni. Non va in vacanza, non chiude per festività, non rispetta turni. È il Qatargate, che tre anni dopo continua a fare più audience di qualunque Commissione d’inchiesta e soprattutto a dimostrare una verità imbarazzante: l’Unione Europea è bravissima a parlare di trasparenza, purché nessuno si azzardi a indagare davvero.
La nuova puntata è andata in onda il 3 dicembre, quando una commissione parlamentare ha deciso che l’immunità dell’eurodeputata Alessandra Moretti poteva tranquillamente saltare. Voto maggioritario, solenne indignazione di lei (“è un voto politico”), autosospensione dal partito come da manuale e tutti pronti a fingere stupore. Curiosamente, la decisione arriva proprio quando la stessa area politica è già travolta dallo scandalo che coinvolge Mogherini e Sannino. Ma sarà certamente un caso, come sempre a Bruxelles.
Per Elisabetta Gualmini, invece, è andata diversamente: immunità salva, applausi in sala e sospiri di sollievo. La differenza? Ufficialmente, la mancanza di prove sufficienti. Ufficiosamente, la solita geometria variabile delle maggioranze europee, dove un voto vale più della giustizia e i numeri decidono ciò che la morale non riesce nemmeno a inquadrare.
Nel frattempo, Evangelia Kaili, la protagonista originaria del Qatargate, continua a rilasciare interviste da Abu Dhabi come se nulla fosse. Dice che il Belgio non è un posto sicuro per i politici. Curiosa opinione, soprattutto da parte di chi è stata trovata con le valigie piene di contanti, ma in Europa funziona così: più uno scandalo è grave, più chi ne è dentro può permettersi di dare lezioni. A Bruxelles la logica è un optional, un po’ come il rigore morale.
Il quadro generale è sempre lo stesso: valigie di soldi, ONG di nome ma non di fatto, parlamentari che si indignano solo quando tocca a loro, avvocati che gridano al complotto, procure che si incartano da sole, giudici che si dimettono per conflitti d’interesse degni di un romanzo noir. Per non parlare delle faide interne ai gruppi politici, con accuse reciproche di corruzione, complotti e strumentalizzazioni che sembrano uscire da un copione di teatro dell’assurdo.
Ogni giorno c’è una nuova mano che sbuca da dietro il sipario: paesi del Golfo che corteggiano l’Europa come se fosse un supermercato di voti, lobby che si moltiplicano come funghi dopo la pioggia, partiti che usano il Qatargate come un randello elettorale. Il tutto mentre la giustizia belga, teoricamente al centro dell’inchiesta, fatica ancora a capire se l’indagine sia legittima o no. Nel dubbio, nessun processo è realmente cominciato. Tre anni di scandalo, zero processi. Sembra quasi un record europeo.
A metà dicembre, il Parlamento deciderà sulle immunità come se fosse una finale di Champions, ma il vero match si gioca nelle stanze dove nessuno può entrare. Se la Corte d’Appello boccerà parte dell’inchiesta, potremmo assistere al più grande autogol giudiziario degli ultimi anni: anni di scandalo, titoli di giornale, reputazioni bruciate e, alla fine, tutto svanisce per un vizio procedurale. Una metafora perfetta dell’UE: complessa, solenne, e assolutamente incapace di guardare se stessa allo specchio.
Intanto, la politica continua a litigare su chi sia più corrotto di chi, senza mai accorgersi che l’unica cosa realmente compromessa è la credibilità delle istituzioni. Una credibilità che, a giudicare dalle ultime settimane, non vale nemmeno il prezzo di una valigetta piena di contanti.
In fondo, il Qatargate non è solo un caso giudiziario: è lo specchio di un’Europa che adora parlare di valori ma inciampa sui propri interessi. E mentre tutti gridano al complotto, alla persecuzione, all’attacco politico, l’unica domanda sensata resta la più semplice: com’è possibile che uno scandalo così enorme, dopo tre anni, sia ancora fermo al semaforo?
Ecco, forse perché quel semaforo lo controlla chi non ha alcuna fretta di far passare la verità.
FONTE: https://www.lafionda.org/2025/12/04/qatargate-il-grande-circo-europeo-che-non-chiude-mai/





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