UE: liste di proscrizione contro il dissenso. Sanzionato l’analista critico sulla guerra in Ucraina, Jacques Baud
DA LA FIONDA ( Di Redazione)

Ormai siamo alla follia. L’UE non si limita più a censurare le voci scomode, ma ha iniziato a stilare vere e proprie liste di proscrizione, utilizzando lo strumento delle sanzioni – nato come misura commerciale – per mettere di fatto “fuori legge” semplici cittadini colpevoli di avere opinioni divergenti dalla narrazione di regime. Era già accaduto a tre giornalisti tedeschi. Ora, con l’ultimo pacchetto di sanzioni, è toccato anche al noto analista ed ex colonnello svizzero Jacques Baud, accusato di fare “propaganda filorussa” per il solo fatto di avere una lettura del conflitto in Ucraina diversa da quella ufficiale (e – addirittura! – di aver concesso interviste a canali d’informazione russi).
Per questo – in un salto logico che lascia esterrefatti – viene ritenuto “responsabile delle azioni della Federazione Russa”. È evidente che ci troviamo di fronte a un attacco alla libertà di espressione e allo Stato di diritto senza precedenti nell’Europa del dopoguerra. Né sorprende che dietro questa deriva vi sia l’UE, che da oltre trent’anni rappresenta il principale strumento di smantellamento della democrazia nel continente.
È importante sottolineare che le sanzioni dell’UE non sono comminate da alcun tribunale. Si tratta di punizioni emanate direttamente dal potere esecutivo, nei confronti di individui che non sono stati giudicati colpevoli di alcun reato da nessuna corte: l’elaborazione e la proposta delle misure fanno capo all’ufficio di Kaja Kallas. Le conseguenze per i sanzionati sono devastanti: non solo viene loro impedito l’ingresso e il transito nel territorio dell’Unione – il che significa, per chi si trovi già in un Paese UE, non poterne uscire – ma, cosa ancora più grave, subiscono il congelamento dei beni e dei conti bancari.
Se non ci ribelliamo a questa terrificante deriva totalitaria, presto potrebbe essere troppo tardi per farlo.





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