Della Alamagna
di RAFFAELE SALOMONE MEGNA (ARS Campania)
A proposito della “Alamagna“.
Ci sono alcune persone in Italia che conferiscono alla crisi economica che ci attanaglia una dimensione quasi religiosa. Forti del pensiero di Padoa Schioppa e più recentemente di Mario Monti , il capo del governo che nella storia italiana recente e passata ha ottenuto i peggiori risultati in campo economico, credono che la crisi sia giusta e che con essa si stia pagando il fio delle nostre colpe.
Sono i cosiddetti “austerici“.
Gli “austerici“, secondo la definizione di Diego Fusaro, sono pronti ad accettare qualsiasi sacrificio pur di avere come valuta un euro sul modello del vecchio marco tedesco ed hanno una fiducia incrollabile nei tecnici di Bruxelles, gente che sino ad ora ha dato pessima prova di se stessi.
Altro cardine di questo eccelso pensiero è che se l’Italia non fosse stata così corrotta, se noi italiani non avessimo fatto sempre quelle svalutazioni della nostra liretta, ora saremmo come la Germania, autentico paradiso in terra (e non è un caso che il suo cancelliere si chiami Angela!).
Gli “austerici“ sono pronti a stravolgere i nostri principi costituzionali, persino a vituperare i propri connazionali, perché brutti, sporchi e cattivi e poco somiglianti ad i virtuosi tedeschi che invece hanno fatto le riforme (quelle Hartz ovviamente ) e sono anche biondi. Nei loro racconti su di una immaginifica Europa di là a divenire, compaiono sempre sistematicamente come personaggio l’operaio della Volkswagen (quello che ha uno stipendio di 3000 euro al mese) e come industria ideale la Volkswagen che fa profitti, rispetta l’ambiente e non teme neanche i cinesi.
Lo scandalo della Volkswagen sta quindi creando grande scompiglio, oltre che nelle Borse europee anche tra le certezze morali dei nostrani “austerici“. Infatti la denuncia della stampa americana ci riporta una realtà del tutto diversa. Quanto perpetrato dalla Volkswagen è di una gravità inaudita. L’azienda tedesca avrebbe installato nelle centraline delle proprie autovetture un programma in grado di riconoscere le procedure effettuate nei controlli antinquinamento e quindi di tenere tutti i parametri nell’ambito degli intervalli previsti dalle rigorose norme americane per poi disattivarsi in marcia e quindi far aumentare le prestazioni dei motori.
In Italia per questo fatto ci sarebbero diversi profili di reato tra i quali quelli di danno ambientale, truffa aggravata e continuata, concorrenza sleale ed ultimo ma non ultimo associazione a delinquere. Il caso Volkswagen ci dice ben altra cosa da quanto si affannano a raccontarci tutti i giorni la stampa ed i mezzi di comunicazione collusi: che i tedeschi non sono migliori degli altri europei e, soprattutto, che noi italiani non abbiamo bisogno di alcun modello straniero da seguire se non quello dei nostri Padri .
Anzi, la crisi in cui siamo precipitati e da cui non usciremo più se ci ostiniamo in queste politiche autolesionistiche, è stata determinata proprio dall’adozione acritica di modelli economici che non ci appartengono e che non potevano funzionare. I politici nostrani, ignavi ed imbelli, fanno finta di non vedere e pensano come Renzi che sia sufficiente fare i compiti a casa per ritrovare la via della crescita. Non capiscono che ci hanno cacciato in una trappola.
Non vedono che la Germania finanzia le proprie imprese anche in violazione degli accordi europei tramite una banca pubblica creata nel dopoguerra dagli alleati per gestire i fondi del piano Marshall, diventata oggi il più importante strumento di politica industriale di quel paese ed una delle più grandi e potenti banche del mondo, la Kreditanstalt fuer Wiederaufbau (KfW), cioè “Istituto di credito per la ricostruzione“ al cento per cento di proprietà pubblica.
Non vedono neanche che la Bundesbank compra i titoli di stato tedeschi, così da influenzare al ribasso il tasso dei loro rendimenti, per poi cederli sul mercato secondario. Non dicono nulla sul fatto che, contravvenendo alle regole europee, la Germania ha realizzato per più di due anni di seguito un surplus commerciale superiore al 6% del proprio PIL (la Cina è al 2%). Non proferiscono verbo sull’incapacità della BCE che ha come unico compito istituzionale il contenimento dell’inflazione al 2% ed invece la stessa è prossima allo zero. In buona sostanza la Germania sta barando nei confronti dei paesi europei.
E’ molto utile ricordare cosa diceva un altro fiorentino, molto avveduto, della Germania: il Machiavelli.
“Della potenzia dell’Alamagna alcuno non debbe dubitare, perché abbonda di uomini, di ricchezze e di armi. E quanto alle ricchezze, non vi è comunità che non abbia avanzo di danari in pubblico: e dice ciascuno che Argentina sola ha parecchi milioni di fiorini. E questo nasce perché quelle non hanno spese che tragghino loro più danari di mano che quelle fanno in tenere vive le munizioni; nelle quali, avendo speso un tratto, nel rinfrescarle spendono poco (…) Perché li popoli in privato sieno ricchi, la ragione è questa, che vivono come poveri; non edificano, non vestono, e non hanno masserizie in casa (…) Spendonsi in dosso duoi forini in dieci anni, ed ognuno vive secondo il grado suo a questa proporzione, e nissuno fa conto di quello gli manca, ma di quello che ha di necessità, e le loro necessitadi sono assai minori che le nostre. E per questi loro costumi ne risulta, che non escono danari del paese loro, sendo contenti a quello che il loro paese produce, e nel loro paese sempre entrano, e sono portati danari da chi vuole delle loro robe lavorate manualmente, di che quasi condiscono tutta Italia“.
Cosa dire? Nihil novi sub sole. Nel lontano 1512 già praticavano la deflazione competitiva! Ma ovviamente parliamo di Machiavelli. Intelligenti pauca.
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