Un’alluvione di tagli
di DAVIDE VISIGALLI (ARS Liguria).
9-11 Ottobre 2014. Genova e altri comuni liguri nuovamente inondati dai propri fiumi. In questi giorni il triste anniversario con l’angoscia che potrebbe accadere ancora.
Dal 1970 ad oggi 13 alluvioni si sono abbattute sul territorio ligure con un bilancio che ben supera le 50 vittime. La dinamica è sempre la stessa: piogge torrenziali (400 mm in poche ore solo l’anno scorso) che non danno tregua al terreno, i principali fiumi esondano e invadono le strade, i negozi e le case. I danni sono incalcolabili, l’ultima volta la stima è stata di 250 milioni di Euro, 25 milioni nella sola Genova. Chi dà la colpa alla sfortuna, al cambiamento climatico, al servizio meteorologico, alle amministrazioni comunali. Intanto però il tempo passa e i problemi restano. Dovrebbero essere partiti i lavori per il progetto dello scolmatore, un canale artificiale lungo parecchi chilometri che aumenterà la portata del Bisagno (il fiume principale di Genova, da cui prese il soprannome l’eroe Aldo Gastaldi, primo partigiano d’Italia) e quindi evitarne le future esondazioni. Ma ci vorranno 5 anni se tutto va bene.
Per approfondire le problematiche dell’alluvione vi consiglio di guardare questo bel documentario della Rai di qualche tempo fa. In sintesi quello che emerge è che, nonostante sia chiaro che le forti piogge debbano essere inserite in un contesto di eccezionalità in cui il riscaldamento globale potrebbe avere un ruolo non irrilevante; la massiccia cementificazione, l’alta urbanizzazione, il ridimensionamento e la copertura dei letti dei fiumi imposte in questi ultimi 50 anni sono responsabili, se non delle alluvioni in sé, almeno dell’effetto dirompente e drammatico dei disastri.
In questo contesto, le dichiarazioni dei politici nelle recenti campagne per le elezioni regionali hanno usato come panacea di tutti i mali la politica dei tagli: alla sanità, alla spesa pubblica, agli sprechi o agli stipendi e benefit degli amministratori pubblici. Insomma sembra che la coperta sia corta, togliere da una parte a beneficio di un’altra… A me sembra chiaro invece che a Genova e la Liguria serva ben altro.
Abbiamo bisogno di molti, moltissimi soldi. Tanti da superare qualsiasi bilancio comunale o regionale, che nessun taglio oculato potrà mai portarci in dote. Abbiamo bisogno di persone capaci e laboriose che abbiano la voglia e sentano la responsabilità di ricostruire da capo questa bellissima città, in modo da convivere con il territorio che ci ospita. Non sarebbe impossibile, i popoli che abitarono questa regione prima di noi ci erano riusciti. Non possono chiederci di rispettare il bilancio, il patto di stabilità, siamo in emergenza. Dobbiamo ridisegnare questa città, le strade, i servizi pubblici, la viabilità, i quartieri. Abbiamo bisogno di tempo ma bisogna iniziare al più presto.
Non dobbiamo lasciarci prendere dalla rabbia e dallo sconforto, seguiamo l’esempio delle persone che in questi anni hanno perso tutto più volte e hanno sempre ricostruito senza perdere la speranza; guardiamo agli angeli del fango che hanno dato aiuto senza niente in cambio. Abbiamo dentro di noi il potenziale per cambiare le cose.
Non dobbiamo farci più amministrare da altri. Dobbiamo organizzarci in uno o più partiti per governare la nostra terra. Essere sovrani a casa nostra. Si deve iniziare dalle piccole cose, nelle piccole comunità. Ognuno di noi deve dare l’esempio. Non deleghiamo ancora ad altri cosa fare delle nostre vite e di quelle dei nostri figli. Dobbiamo essere responsabili perché noi siamo popolo.
Noi sovranisti dell’ARS/FSI stiamo cercando di costruire questo futuro. Ci serve l’aiuto di tutti i cittadini volenterosi.
Dobbiamo lavorare duramente affinchè nessuno ci possa mai più dire che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e che ci servono i tagli alla spesa pubblica.
nu l’è l’aaegua de ‘na rammâ
‘n calabà ‘n calabà
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