Dalle Crociate alla Guerra dei Cent'anni
Riceviamo e pubblichiamo dal socio piemontese dell’ARS Fiorenzo Alessio Sesia.
Questa estate ho avuto modo di leggere Il Cammino di Santiago dello scrittore brasiliano Paulo Coelho. E’ un libro abbastanza semplice, ma gli spunti di riflessione sono stati tanti e tali da tenermi impegnato nella lettura per una settimana intera. Tra i vari passaggi, vi riporto quanto scritto in due paginette, dove si narra come i Cavalieri dell’Ordine del Tempio fossero riusciti a divenire ricchi e potenti tra il XII ed il XIII secolo d.c.
(…) L’Ordine del Tempio. Fondata da nove cavalieri che avevano deciso di non far ritorno dalle Crociate, in poco tempo la Confraternita aveva diffuso la propria influenza nell’intera Europa, provocando una vera RIVOLUZIONE DI COSTUMI all’inizio del millennio. Mentre la maggior parte della nobiltà si preoccupava soltanto di arricchire sfruttando il lavoro dei servi attraverso il sistema feudale, i Cavalieri del Tempio avevano dedicato la loro vita, la loro fortuna e le loro spade ad un’unica causa: proteggere i pellegrini in cammino verso Gerusalemme, elaborando inoltre un modello spirituale che li aiutasse nella ricerca della Sapienza.
Nel 1118, Hugues de Paynes e altri otto cavalieri si riunirono nel patio di un vecchio castello abbandonato e fecero giuramento d’Amore per l’umanità. Due secoli dopo, ESISTEVANO PIÙ DI CINQUEMILA CAPITANERIE sparse per tutto il mondo conosciuto, nelle quali si conciliavano due attività fino ad allora apparentemente incompatibili: la vita militare e la vita religiosa. Le donazioni dei membri – e di migliaia di pellegrini grati – fecero sì che l’Ordine del Tempio accumulasse in breve tempo una ricchezza incalcolabile, che più di una volta servì per riscattare importanti personalità cristiane sequestrate dai musulmani. L’onestà dei Cavalieri era talmente grande che SOVRANI E NOBILI AFFIDAVANO AI TEMPLARI I PROPRI VALORI, LIMITANDOSI A VIAGGIARE CON UN DOCUMENTO CHE NE COMPROVAVA L’ESISTENZA. QUESTA SCRITTURA POTEVA ESSERE CONVERTITA IN DENARO IN QUALSIASI CAPITANERIA DELL’ORDINE, DOVE IL PORTATORE RICEVEVA LA SOMMA INDICATA SUL CERTIFICATO: ECCO L’ORIGINE DELLE LETTERE DI CREDITO CHE SI UTILIZZANO ANCORA OGGI.
La devozione spirituale dei Templari li portò a comprendere appieno la grande verità ricordata da Petrus la notte precedente: “Nella casa del Padre ci sono molte dimore”. Cercando di evitare i combattimenti per la fede, si impegnarono per riunire le principali religioni monoteiste: cristiana, giudaica e islamica. Le loro cappelle cominciarono ad avere la cupola rotonda del tempio giudaico di Salomone, le pareti ottogonali delle moschee arabe e le navate tipiche delle chiese cristiane.
TUTTAVIA, COME TUTTO CIÒ CHE PRECORRE I TEMPI, A UN CERTO PUNTO I CAVALIERI DEL TEMPIO VENNERO GUARDATI CON SOSPETTO. IL LORO GRANDE POTERE ECONOMICO COMINCIÒ AD ESSERE INVIDIATO DAI SOVRANI, e la loro apertura religiosa fu considerata una minaccia dalla Chiesa.
Un venerdì, il 13 Ottobre 1307, il Vaticano [sic, ndr] e gli Stati Europei avviarono una delle maggiori operazioni poliziesche del Medioevo: durante la notte i più importanti capi dell’Ordine furono catturati nei loro castelli e condotti in prigione. Erano accusati di officiare cerimonie segrete durante le quali si adorava il Demonio, di esercitare la blasfemia contro Gesù Cristo, di celebrare riti orgiastici e di praticare la sodomia con gli aspiranti adepti. Dopo una serie di torture, abiure e tradimenti, l’Ordine del Tempio fu spazzato via dalla mappa della Storia.
Ai Cavalieri vennero confiscati tutti i beni, e i membri della Confraternita si dispersero per tutto il mondo. L’ultimo maestro, Jacques de molay, fu bruciato vivo nel centro di Parigi, insieme ad un compagno. Come ultimo edsiderio chiese di morire guardando la torri della cattedrale di Notre Dame. I sovrani di Spagna, allora impegnati nella riconquista della penisola iberica, decisero di accettare i Cavalieri che fuggivano da tutti i paesi europei, affinché li aiutassero nella guerra contro i Mori.
Per farmi un’idea precisa del perché i Templari furono perseguitati, mi sono posto la domanda su come funzionasse l’economia nel Medioevo, trovando le risposte su questo sito:
In quel periodo stavano facendo la loro comparsa anche le prime “banconote”:
http://www.moruzzi.it/una_breve_storia_della_banconota.html
Se il Sovrano del tempo non era un avido Paperon de’ Paperoni, che amava tenere il deposito carico di monete d’oro dove sguazzarci dentro, reperiva dalla tassazione i fondi necessari in opere pubbliche o private o per l’erogazione di eventuali servizi e -così come avviene ancora oggi- il denaro ritornava nelle mani del popolo. Quanti più soldi possibile spendeva lo Stato, tanto più erano remote le possibilità di disordini e contestazioni.
Magari qualcuno poteva lamentarsi su come venissero impiegati i fondi, ma in un modo o nell’altro, se sapeva lavorare bene, i soldi gli ritornavano comunque. Il Sovrano aveva il principale compito (qualora lo avesse compreso) di far girare l’economia, di evitare la fuga dei capitali verso altri Stati e di cercare di mantenere un equilibrio tra ciò che si importava e ciò che si esportava. Un modo banale per evitare la fuga del capitale (giacché nel Basso Medioevo riprese vigore il commercio) fu quello di mettere dazi alla frontiera. Ciò consentiva di proteggere la produzione della Nazione dalla concorrenza straniera. Lo Stato reperiva così fondi al confine facendo pagare indirettamente a chi nel regno poteva permettersi il lusso di comprare merci importate.
Un altro modo di portare via i capitali all’estero invece poteva essere quello materiale di trasportare monete e ricchezze da uno Stato ad un altro. E’ probabile che al tempo dovessero dichiararlo alla frontiera ma credo ancor di più che i nobili amassero restare a casa propria per curare i propri territori – principale fonte di reddito – e che portare soldi all’estero fosse l’esatto contrario di ciò che era più conveniente fare. In quest’ottica i Templari offrivano l’opportunità di dar rifugio ai tesori e di muoversi liberamente per l’Europa con un foglio di carta in tasca siglato magari in cera lacca qualora qualcuno amasse viaggiare, sia per svago che per lavoro. Il problema forse fu che accumularono talmente tante ricchezze (che gestirono probabilmente con i più nobili dei motivi e non per tuffarsi dentro come zio Paperone), ma facendo ristagnare il denaro nei loro castelli, trascinando inconsapevolmente l’Europa verso la crisi del 1300.
In quel periodo però incominciarono a fiorire anche le prime banche private, nate per lo più da famiglie di commercianti che si erano parecchio arricchite con lo scambio di merci. I Templari, qualora avessero intrapreso l’attività banchiera, avevano dunque dei potenziali rivali.
Il Sovrano, per non vessare il popolo di tasse, incominciava anche a chiedere prestiti a queste famiglie proprietarie di banche private. Il più delle volte ricorreva a questa evenienza per potersi armare di tutta fretta con lo scopo di appropriarsi dei tesori di altri Stati dichiarandone guerra. E a quel tempo il Vaticano era uno Stato come tutti gli altri.
Confiscati i tesori ai Templari nel 1307 e saldato il debito… In appena 30 anni il problema della crisi si manifestò di nuovo e il 1337 fu l’anno in cui Francia e Inghilterra entrarono in guerra: la Guerra dei Cent’anni.
Leggo:
«Un venerdì, il 13 Ottobre 1307, il Vaticano e gli Stati Europei avviarono….» (??)
Guardate che lo Stato della Città del Vaticano è sorto con il disgraziato “Trattato Lateranense”,
stipulato tra la Santa Sede e l’Italia fascista nel febbraio 1929.
Grazie per la segnalazione. La giriamo a Paulo Coelho nella speranza che ci legga