La mente condiziona la percezione del tempo
di GABRIELE GERMANI (Canale Telegram)

La mente condiziona la percezione del tempo.
Il modo in cui ci sviluppiamo, viviamo e cresciamo può cambiare la nostra idea della velocità del tempo. Esiste il tempo emotivo, ma anche la percezione soggettiva dello stesso.
Sarà capitato a tutti di pensare a un lasso cronologico relativamente breve, ma ricordarlo come un’eternità o il contrario.
Il nostro cervello condiziona (inevitabilmente) la percezione del fuori (tempo incluso), ma è altrettanto vero il contrario, il fuori condiziona il nostro cervello.
Determinati esperienze, nozioni, emozioni o comportamenti possono sul lungo periodo cambiare la nostra architettura neurale.
Anche la tecnica ha un impatto sul nostro cervello.
Riflettevo su questa percezione del tempo e della durata della vita.
I popoli pre-scrittura facevano spesso riferimenti (nei racconti orali) a un tempo mitico, in cui accadono cose portentose, un tempo del sogno, lunghissimo. Le vite di tutti sembrano costellate da eventi prodigiosi sempre dietro l’angolo.
Con la scrittura si avviò una dialettica. Le nozioni si fissano, ma buona parte della popolazione rimase comunque a lungo nel tempo del sogno.
Millet nel 1858-59 dipinge L’Angelus e mostra il mondo contadino che ancora a metà Ottocento aveva il tempo scandito dalle funzioni sacre e non dagli orologi.
Nel corso del Novecento, la società sposò la nuova idea del tempo, quella della parola scritta, della misurabilità tecnica delle cose.
A mio avviso (nel corso della mia vita penso di averlo visto accadere) siamo ora davanti a un terzo passaggio. Entriamo nel tempo digitale.
Non solo il tempo è misurato e passa veloce, ma il tempo corra letteralmente, come sabbia che cade dalle mani.
La società vive l’incubo del tempo, lo vuole intrappolare in foto, video, registrazioni audio, scritti, ma non riesce.
Non viviamo noi le nostre vite, ma sono loro a viverci, ci bruciano rapidamente.
La mia impressione è che ora il tempo del sogno (almeno in Occidente e presto ovunque) sia definitivamente scomparso, il tempo della precisione volga al termine altrettanto rapidamente e tutto è soppiantato da una sorta di veloce riproducibilità a termine.
Il reel è simbolo perfetto: qualcosa che dura poco e che scompare subito, ma che potenzialmente può essere riprodotto in eterno.
Fonte: https://t.me/gabgerm/2361





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