I partiti sono la democrazia, senza partiti nessuna lotta è possibile
di LUCA RUSSI (FSI-Riconquistare l’Italia Arezzo)
Ieri (il 27 febbraio, ndr) ci siamo ritrovati in diverse città d’Italia per una manifestazione organizzata dal Partito Comunista e da Movimento48 per protestare assieme contro la nascita del governo Draghi, un governo saldamente «europeista», atlantista, liberista al massimo grado, amico dell’alta finanza e degli speculatori, che si accinge ad una carneficina sociale sotto le mentite spoglie di un governo che sarebbe nato su impulso del PdR per fronteggiare l’emergenza generata dal Covid – 19.
Nella piazza dove abbiamo manifestato noi toscani, oltre al PC, i militanti di altri gruppi: noi del Fronte Sovranista Italiano appunto, M48, c’era una bandiera italiana con la stella rossa in campo bianco che evocava il CLN (probabilmente militanti del gruppo anti-europeista Liberiamo l’Italia), altri gruppi che non conoscevo neppure (“Patria e Socialismo”); tutti uniti per dire no a quello che ci si prospetta: la chiusura di altre attività economiche, altre p.iva, palestre, locali, esercizi commerciali, imprese.
Dal palco tutti han parlato la stessa lingua: il tassista preoccupato per la concorrenza delle app di Uber e similia, l’operaio con la cassa integrazione che tarda ad arrivare, il gestore dell’attività a conduzione familiare costretto a chiudere, la studentessa che si lamentava per la sospensione della didattica in presenza: un blocco sociale che potenzialmente potrà mettersi di traverso solo se saprà organizzarsi politicamente, ed è anzi emblematico che se per la prima volta dall’inizio della accelerazione per il covid di una crisi che in realtà è ultradecennale e ha radici lontane, si siano potute ritrovare tutte assieme nella stessa piazza diverse categorie sociali – e non più una sola categoria colpita alla volta – questo si sia potuto verificare solo grazie alla presenza dei partiti, partiti che provano a coordinare la propria azione anche grazie alla promozione di manifestazioni unitarie, alle quali ciascuno possa partecipare tramite la propria organizzazione e con la propria bandiera.
Perché questo e non altro sono o dovrebbero essere i partiti: popolo che si organizza, e di questo abbiamo bisogno, PARTITI POPOLARI e non populisti (cioè fintamente popolari, ma in realtà liberali e liberisti).
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