Banchetto a Roma
Con alcuni militanti abbiamo passato la mattinata del 28.02.21 a Piazza Roberto Malatesta, V Municipio di Roma, per il banchetto informativo, durante il quale abbiamo anche portato avanti la raccolta firme per l’interrogazione di iniziativa popolare alla Sindaca sull’assunzione a tempo indeterminato degli assistenti sociali al Comune di Roma. In questa occasione abbiamo potuto osservare l’accentuarsi delle rabbia sociale e una sfiducia istituzionale crescente. Le persone sono state molto diffidenti, hanno spesso detto “un altro partito! E basta!” come primo approccio, segno di come la politica diventi sempre di più oggetto di odio in una cittadinanza fiaccata dal clima liberticida e dai giochi di palazzo. Abbiamo notate come rispetto ad una precedente esperienza in altra zona, le persone qui fossero meno interessate al tema del lavoro, meno propense ad avvicinarsi per dibattere, alcune persino spaventate dalla presenza di qualcuno che le potesse avvicinare per parlare. C’è da dire che il territorio del V Municipio è un coacervo di realtà: nel giro di poche centinaia di metri lo scenario sociale, economico e culturale cambia radicalmente. Esistono anche “feudi” di partiti già esistenti dove si sente forte l’ostilità verso le novità per instaurati meccanismi di do ut des elettorali. Chi maggiormente si è avvicinato stavolta sono state persone colpite dalla novità del simbolo. Il barista, la signora coi figli disoccupati, quella che crede sia invece necessaria aria nuova in politica, l’ingegnere in pensione che pensa che i giovani debbano avere più possibilità, l’extracomunitario che voleva aiutare ma purtroppo non aveva la cittadinanza e non poteva firmare, l’editore indipendente. Come si iniziava a parlare di recesso Ue si vedeva però proprio il ritrarsi dell’interlocutore. La spiegazione della possibilità di lasciare UE e Euro tecnicamente viene trovata ineccepibile ma succede sempre lo stesso copione, se ne vanno dicendo “ma tanto non ce lo fanno fare di recedere e quindi è un’idea inutile da perseguire”. La mentalità “è inutile, è tutto inutile” è il vero scoglio, al netto di chi è un liberale convinto. Le persone vedono di contare zero per la politica e per loro qualsiasi tentativo di cambiamento è tempo sprecato. Più si va in luoghi estremi dove si hanno condizioni socio economiche o troppi benestanti o troppo disagiate la situazione è di rinuncia (ovviamente) alla lotta per il cambiamento. Dobbiamo combattere da una parte la scarsa empatia sociale che fa disinteressare a situazioni che non si vivono, dall’altra la rassegnazione del “non si può fare”.
Annalisa Marcozzi
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