La BCE ha permesso a Deutsche Bank di imbrogliare negli ultimi stress test
di VOCI DALL’ESTERO
Zero Hedge riprende e commenta un articolo in cui il Financial Times accusa la Banca Centrale Europea di aver riservato indebitamente, contro il proprio regolamento, un trattamento di favore a Deutsche Bank – l’ormai decotta superbanca tedesca. Questo fatto, sebbene relativamente limitato, è l’evidenza che la flessibilità, quando serve (cioè quando serve a chi comanda) c’è e viene usata, perfino violando le regole. Ma ci sembra anche significativo che l’atto d’accusa venga da un organo mainstream rilevante come il Financial Times.
È l’ultimo scandalo emerso sul caso Deutsche Bank. Stamattina il Financial Times ha riportato che al maggiore istituto di credito tedesco è stato permesso di imbrogliare – ops, scusate! – che gli è stato riservato un “trattamento speciale” da parte della BCE durante gli stress test di luglio. Nei risultati di questi stress test, che promettevano di “ripristinare la fiducia nelle banche europee tramite una valutazione uguale e omogenea della situazione finanziaria di ciascuna banca“, i risultati per Deutsche Bank sono stati gonfiati da una “concessione speciale” accordata da Mario Draghi: i risultati di Deutsche Bank includevano i 4 miliardi di profitti dovuti alla vendita delle azioni dell’istituto di credito cinese Hua Xia, nonostante l’accordo non fosse ancora concluso alla fine del 2015, cioè la data limite di inclusione delle transazioni in questi stress test.
Sebbene l’accordo con Hua Xia fosse stato concordato nel dicembre 2015, non è ancora stato completato e sarà probabilmente ritardato ulteriormente dopo aver mancato la scadenza regolamentare dello scorso mese. Ciononostante, la banca tedesca è ancora fiduciosa che l’accordo si concluda entro l’anno in corso.
Come osserva il Financial Times, il trattamento “Hua Xia” è stato rivelato in una nota a pie’ di pagina nei risultati degli stress test per Deutsche Bank, e aggiunge che “nessuna delle altre 50 banche sottoposte a stress test ha simili note riportate, sebbene molte avessero accordi decisi ma non ancora completati alla fine del 2015“.
Come mostrato dallo stress test condotto in estate dalla banca centrale, il patrimonio di classe 1 [“capitale tier 1”, la componente primaria del capitale bancario] di Deutsche Bank crolla al 7,8 percento dopo essere stato “soggetto allo stress test del peggiore dei casi, considerando multe, bassi tassi di interesse e bassa crescita economica“. Tuttavia, senza l’aiuto speciale dato da Hua Xia, il rapporto sarebbe sceso ulteriormente al 7,4 perento, un livello comunque superiore al minimo regolamentare. Perché dunque questo trattamento? Perché pubblicare risultati migliori aiuta a rassicurare gli investitori, che stanno diventando sempre più nervosi sull’adeguatezza del capitale bancario.
Ma altre banche non sono state così fortunate:
In un caso, l’istituto di credito spagnolo Caixabank ha completato una vendita di asset esteri per 2,65 miliardi di dollari verso la sua società madre, Criteria Holding, a marzo, ma comunque non le è stato permesso di includere l’impatto di questa vendita nei propri risultati degli stress test effettuati in estate.
Il trattamento speciale ha provocato sollevamenti di sopracciglia tra gli analisti del mercato: “Questo trattamento desta perplessità“, ha detto Chris Wheeler, analista all’Atlantic Equities. “Questa circostanza implica che gli osservatori dei mercati saranno inevitabilmente sospettosi e avranno dei dubbi sulla veracità dei risultati“.
Nicolas Véron di Bruegel, il think-tank con sede a Bruxelles, ha detto che è importante che sia la BCE che l’Autorità Bancaria Europea, che ha supervisionato i test, “spieghino e difendano le proprie scelte metodologiche“, specialmente date le preoccupazioni del mercato verso Deutsche Bank. “Le metodologie degli stress test dovrebbero essere applicate uniformemente e senza alcun trattamento speciale“, ha aggiunto. “Questo ovviamente vale anche per le banche di importanza sistemica, come Deutsche Bank“.
L’unico commento rilasciato dalla BCE al Financial Times è che la banca centrale “tratta tutte le banche nello stesso modo, in accordo col proprio regolamento“, sebbene da questo tentativo di mettere una pezza al bilancio patrimoniale di Deutsche Bank sia apparso che non è affatto così. La BCE non commenta su Deutsche Bank nello specifico. L’Autorità Bancaria Europea ha detto che ci sono stati oltre 20 casi “una tantum” approvati negli stress test. “Queste eccezioni sono pensate per evitare ovvie anomalie nelle previsioni degli stress test, se gli eventi si sono già svolti nel 2015“, ha dichiarato.
Secondo il Financial Times, altre eccezioni sono state rivelate citando una clausola nella metodologia che permette alcune limitate concessioni sulle “spese amministrative, i profitti o le perdite dovute alle operazioni discontinue e altre operazioni di spesa“. Tuttavia, c’è ancora un’ovvia contraddizione tra tutto ciò e la regola citata:
La nota su Deutsche Bank dice solo che i risultati includono i proventi della vendita di Hua Xia, accordo che “sarà concluso nel 2016“. Non c’è alcun tentativo di riconciliare tutto ciò con la regola ufficiale, la quale afferma che “ogni disinvestimento, misura capitale o altre transazioni che non siano state concluse prima del 21 dicembre 2015, per quanto possano essere state concordate prima di questa data, non debbono essere prese in considerazione nelle proiezioni“.
Come risultato del report, le azioni di Deutsche Bank, che prima erano crollate di -3 percento nel giorno dopo il fine settimana in cui è stato rilasciato il report che mostrava che le trattative dell’istituto di credito tedesco non erano riuscite, sono rimbalzate e tornate quasi immutate nel giorno in cui i trader hanno letto che la BCE avrebbe violato le proprie regole per permettere a Deutsche Bank di mantenersi stabile.
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