Le mani di Erdogan sugli asset turchi
di ALBERTO NEGRI
Nel giro di una notte Erdogan ha completato qualche settimana fa il suo contro-golpe mettendo sotto diretto controllo le maggiori società pubbliche della Turchia, dalle linee aeree alle telecomunicazioni, alle banche. Tutto questo avveniva mentre incarceravano altri giornalisti: dal fallito colpo di Stato del 15 luglio in 120 sono finiti dietro le sbarre. L’ultimo caso, accompagnato dalle dimissioni del direttore di Hurriyet – altro collega inviso a Erdogan – è quello di Deniz Yucel, il corrispondente di Die Welt in carcere: la tensione tra Ankara e Berlino sta salendo mentre ieri le autorità tedesche convocavano l’ambasciatore turco. La Germania con Erdogan paga una sorta di ipocrisia bilaterale: gli europei hanno lasciato correre la repressione del leader turco in cambio dell’accordo per frenare i migranti.
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