Creare ricchezza.
Di Mensa Andrea
Sono sempre più sconcertato dalle dichiarazioni dei nostri governanti e governatori.
Oggi, affinché i debiti non sommergano l’economia, tutti puntano sull’aumento del PIL: visto che non si riesce a diminuire il numeratore, cercano di aumentare il denominatore.
Bella prospettiva, ma per poterla attuare occorrerebbe che come minimo non ci si prendesse in giro.
L’economia, il prodotto interno lordo è fatto da consumi, commercio, investimenti.
Pensare che oggi, con impianti che producono al 70% circa della loro capacità, ci sia qualcuno che ha voglia di fare investimenti in produzioni, occorre essere fuori da questo mondo e dalle sue regole. Non ci sono enti di beneficenza che investono solo per il piacere di investire. Chi investe lo fa per produrre, e si produce per vendere, altrimenti sono solo soldi persi.
Il commercio, come tutti i servizi, necessita in primo luogo di qualcosa da commercializzare , per cui esiste e prospera quando sono attivi i due estremi dell’economia, ovvero la produzione ed il consumo.
Quando manchi, o si sia atrofizzato uno di tali estremi, l’espansione dei servizi sarà solo una ulteriore causa di ulteriore atrofizzazione, semplicemente perché aumenterà la forbice tra costi di produzione e prezzi finali.
Resta il consumo.
Ma per consumare occorre avere i soldi, la disponibilità. Ed ormai l’hanno capita pure i sassi che la disponibilità a credito è pericolosa, sia per chi lo concede che per chi lo ottiene quando il clima è di stasi e quindi non c’è da aspettarsi aumenti di reddito , tali che permettano di restituire i debiti.
E la cosa più perniciosa, in questa considerazione è basarsi su dati medi.
Se mediamente tutte le famiglie potrebbero permettersi un televisore nuovo, quando la media viene ottenuta con dati troppo bassi computati con altri troppo alti, diventa non solo un dato falso, ma una pura illusione.
Chi non è sicuro di avere i mezzi per mangiare per tutto il mese, non si impegna certo nell’acquisto del televisore nuovo, ma nemmeno chi tale problema non immagina nemmeno cosa sia, vista l’ampia disponibilità di mezzi di cui dispone, ed il televisore nuovo ce l’ha già.
Questo è il grosso inconveniente di aver ecceduto nell’abbassare i redditi di chi potrebbe effettivamente rappresentare “il mercato”.
E quando parlo di abbassare i redditi , non parlo solo di disoccupati, ma anche di sottooccupati, di persone ridotte ad accettare paghe da fame, dall’eccessiva concorrenza sul mercato del lavoro.
Credere di aver dato un contributo positivo al mercato del lavoro, con tutte le norme che hanno portato all’eccessiva precarizzazione del lavoro stesso, è cosa che solo persone incoscienti o in malafede possono continuare a sostenere.
Quando si uniscono mondi economicamente molto diversi, occorrerebbe che a farlo fossero persone molto consapevoli dei problemi, ma soprattutto con visioni di lungo respiro.
È la suddivisione degli obiettivi produttivi la cosa da pianificare, non col metodo dei piani quinquennali di sovietica memoria, ma con l’incentivazione di determinate produzioni e tecnologie avanzate, lasciando le produzioni che necessitano di elevata mano d’opera ai paesi inizialmente più poveri.
Ma la cosa essenziale è puntare a snellire il terziario, combattere efficacemente la manomorta della delinquenza organizzata, tutte azioni che riducono il divario tra chi produce ricchezza e chi la consuma.
Solo a questa condizione il mercato interno può continuare ad essere un mercato.
Delegare la manifattura all’estero, cosa che è la fonte della ricchezza reale, quella su cui poggiano sia i servizi che i consumi, può essere positivo, ma solo nel quadro di una politica incentivante verso le produzioni più tecnologicamente avanzate, dove il valore aggiunto possa essere elevato.
Aumentare la produttività diminuendo i salari, raggiunge due effetti nefasti.
Atrofizza il mercato interno , facendo mancare mezzi ai consumatori, o almeno alla fascia più sensibile di essi, dall’altra, premiando il capitale, favorisce investimenti , i quali , senza l’occhio puntato alle “possibilità di spesa” dell’intera popolazione, portano solo a prezzi che non compensano più l’aumentata capacità produttiva, e quindi alla distruzione anche della ricchezza investita.
Solo quei paesi che, con lungimiranza, hanno mantenuto un buon mercato interno, oggi, sono in crescita, mentre quelli che si sono messi in concorrenza con i mercati emergenti, sul terreno del costo del lavoro, pagano per la loro mancata comprensione dei fenomeni, e per l’inerzia con cui hanno gestito gli eventi.
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Settimana piena di eventi ….. la Finlandia ha votato ed hanno vinto i conservatori per cui sarà ancora più difficile per la Merkel accettare piani europei per il salvataggio di Grecia, Irlanda e Portogallo.
Ormai i CDS della Grecia sono a livelli di default praticamente sicuro a 1262 , e quelli Portoghesi subito sotto a 615 e gli Irlandesi a 590, mentre Italia e Spagna, per ora sono rientrate. Quindi mentre per la Grecia i mercati hanno ormai decretato almeno una ristrutturazione ( se non il default) per gli altri due siamo a probabilità molto alte.
Quanto invece frena questa tendenza al default è la distribuzione dei debiti di tali stati nelle varie banche con in testa quelle tedesche, francesi , inglesi e statunitensi, che, in caso di default si troverebbero ad avere perdite per cui i loro capitali di garanzia non sarebbero sufficienti, ragion per cui il default si propagherebbe a macchia d’olio nel continente.
Cosa probabilmente costringerà i governanti a prendere un decisione comunque aborrita, saranno i volumi delle richieste che questi stati faranno al mercato, sia per rinnovare titoli in scadenza che per cercare capitali freschi.
Negli USA sta andando tutto male dal numero di lavoratori impegnati, all’immobiliare, alle varie cause , nelle quali , rotto l’indugio , pare che i giudici non risentano più gran chè ……. il potere delle grandi banche e delle multinazionali, passando anche per una propensione alla spesa negativa.
Quindi poche speranze sul fronte “occupazione”, ma anche sulla fiducia del popolo ….. è ormai scontato che dovremo …… fare sacrifici …. Già …….. tutti.
L’Europa, e noi italiani in primis, deve fare i conti con troppa gente abbarbicata ai pochi che effettivamente producono qualcosa di reale.
Ho la netta impressione che le derive psichiatriche che colorano i programmi dei nostri politici poco riescano a concludere in termini di lungimiranza e programmazione. In realtà tale sistema è ampiamente diffuso, e la speculazione ha preso il posto dell'investimento. La speculazione è la sintesi del ready-made, ed ormai non esiste comparto che non ne sia affetto. D'accordo, tutto parte da Wall Street e dalle borse, dal concetto che la scissione tra merci reali (criticabili fin che si vuole) e "valutazioni" a fini speculativi sulle medesime sia la realtà in cui ci muoviamo.
Da qui non si torna indietro, pare. La strada è ormai un vicolo cieco da cui spuntano solo sanguisughe che dissanguano cittadini e istituzioni per rendere la ricca borghesia sempre più opulenta ed obesa.
Trovo quindi poco credibile la soluzione "investimenti in tecnologie avanzate": gli obesi non hanno bisogno di piani accurati, vivono nella necessità di ingollarsi continuamente. Mangiano qualsiasi cosa capiti loro a tiro, hanno il bisogno compulsivo di fare notare agli altri le proprie esagerate dimensioni.
I "sicari dell'economia" così come descritti da John Perkins fanno esattamente così.
A questo punto non c'è molta scelta. Gli obesi continueranno a succhiarci il sangue finchè noi non ci toglieremo da quel vicolo cieco. Credo che una draconiana quanto utopica soluzione di tipo sovietico andrebbe già meglio. Meglio di una utopica soluzione del tipo "tecnologie avanzate", penso. Il vero problema resta: chi ha il coraggio di IMPORRE uno "sviluppo" diverso da quello attuale?
Anche io non mi trovo d'accordo sull'idea che noi si debba sviluppare le "tecnologie avanzate" e ai paesi in via di sviluppo debbano essere lasciate produzioni ordinarie. Sia perché loro sono bravi e non lasciano a noi le soluzioni avanzate, sia perché non sono sicuro che siamo in grado di sviluppare meglio di altri "tecnologie avanzate", sia perché, non sapendo di cosa si tratti, non posso desiderare qualcosa che non conosco soltanto perché è "avanzato", sia perché abbiamo bisogno di tornare a produrre frigoriferi che durino trenta anni e automobili che durino venti anni.
Abbattere il parassita finanziario è invece necessario. Se non si vuol percorrere una strada di tipo sovietico, si dovrà tornare a politiche realizzate negli anni cinquanta in europa e in Italia, quando si rese pubblica e si nazionalizzò un'economia che già era stata in parte – e giustamente – resa pubblica e nazionale dal fascismo (e dalla guerra).
Se escludiamo il tema degli extracomunitari, ci rendiamo conto che per l'ennesima volta la sinistra sta lasciando alla destra i provvedimenti che essa dovrebbe promuovere. Sarà la destra francese a proteggere l'economia, a distruggere il mercato unico europeo e magari anche a farci uscire dalla Nato. Capisco chi non la voterebbe mai, per le politiche sugli extracomunitari ma potremmo trovarci in questa situazione: da un lato, la cosiddetta destra che dice: progeggiamo l'economia nazionale; separiamo l'economia reale dalla finanza; chiudiamo il mercato aperto europeo; usciamo dalla Nato; e cacciamo gli extracomiìunitari. Dall'altro la cosiddetta sinistra che dice: restiamo nella nato; lasciamo aperto il mercato europeo; non proteggiamo la nostra economia; non è possibile agire per separare l'economia reale dalla finanza; non usciamo dalla Nato. Se foste costretti a votare uno dei due schieramenti, chi votereste?
Speriamo che l'alternativa non si ponga e che anche a sinistra riscoprano idee che più volte abbiamo espresso in questo sito e che è assurdo e folle lasciare alla destra.
Comunque ciò che conta sono le idee e non la qualifica di destra e sinistra.
bene, vedo che entrambi avete notato come il termine "tecnologie avanzate"lo abbia lasciato aperto.
dato che volevo puntare più sul processo, che non sull'oggetto, non l'avevo specificato, ma lo faccio ora.
se 20 anni fà vi avessero mostrato una degli attuali robot a controllo numerico, avreste pensato alla fantascienza.
macchine che svolgono il lavoro di 5 e anche 10 persone, nell'ambito di una catena di montaggio.
e questo per parlare di manifattura…..
guardavo arare un campo, un trattore enorme con un apparato di 4 aratri assemblati in un unico blocco, che ruota di 180° al fondo del campo, e ricomincia tracciando, in una sola corsa, altri 4 solchi.
agricoltura.
forse non state seguendo tutti i tests che vengono condotti sul mini reattore di Rossi e Focardi, che ormai pare accertato riescano nel loro apparecchio a realizzare la fusione fredda, dell'idrogeno….. cosa che rappresenterebbe fonte di energia a bassissimo costo e praticamente illimitata (visto la quantità d'acqua disponibile)
energia
treni superveloci a lievitazione magnetica …… pare realizzato un tratto sperimentale con prove a 1000 Km/h, in tunnel….
trasporti
poi trasmissioni, medicina, salute, ecc… ecco, se solo l'uomo riuscisse a sviluppare queste tecnologie, queste scoperte, a favore degli uomini e non soloa favore del capitale, l'uomo, gli uomini in generale, potrebbero trarre vantaggi enormi.
poi di fianco alle nuove tecnologie ( non sotto, perchè di pari dignità) gli artigiani, che a livello di artista, svolgono attività uniche, come un mobile intarsiato a mano, o una ringhiera in ferro battuto.
il problema è riuscire afar capire che, una valvola cardiaca in plastica, è una conquista di tutti, e non solo di chi l'ha prodotta, ma di tutti coloro che hanno partecipato a creare l'ambiente nel quale sviluppare ricerca e produzione.
superare l'idea della ricchezza come premio di Dio per la propria bontà, ma tornare a considerarla solo come espropriazione verso altre persone
utopia ? forse, ma il passaggio , secondo me, è solo attraverso il ridimensionamento della ricchezza stessa……
esprimendomi con una metafora, direi che si potranno desiderare delle ferrari, solo fino a che ci saranno autostrade a 4 corsie, e fino a che, colui che siede nella ferrari, sarà considerato al livello di un nobel.
Caro Andrea, la tua analisi sa troppo di modernismo. Tutta l'umanità impegnata, come nei quadri di Léger, a costruire la società perfetta, tecnologica, costruttiva, moderna e modernista, proiettata nel futuro sempre più roseo.
E' un vero peccato che quel sogno si sia spiaccicato contro tutto ciò che costituisce la vera modernità: inquinamento, degrado sociale, speculazione, affarismo, alienazione. Le macchine che, come dici, fanno il lavoro di dieci persone non lo fanno per far felici quelle dieci persone, lasciando loro tempo per socializzare, pescare, andare in barca a vela, giocare a carte, istruire i figli, amare il/la partner, guardare le nuvole etc…ma lo fanno per speculare, ovvero per mettere quelle dieci persone nelle condizioni tipiche dei lavoratori postmoderni: precari, sottopagati, sfruttati, senza prospettive per la pensione e così via.
Il trend della modernità è svuotare le campagne, minimizzare gli addetti al comparto primario e inurbare, riempire uffici e condomini di addetti al terziario avanzato.
Sulla fusione fredda ho già scritto un articolo da cui si evidenziava un fatto semplicissimo: non esiste nessuna volontà politico/imprenditoriale di "regalare" energia a basso costo e inquinamento zero alle masse. Le elites non fanno i soldi così. Sulla fusione di Rossi poi, avendo già quell'imprenditore collezionato una sfilza di denunce e condanne, le riserve sono molte.
Sulla salute: in Italia i medici ne ammazzano 90 al giorno per quel fenomeno che si chiama malpractice e che nei paesi più industrializzati ha assunto dimensioni di primissima importanza, essendo la terza-quarta causa di decessi.
Inutile che ripeta la mia contrarietà verso pressochè ogni aspetto di cultura modernista, nata nel rinascimento e sviluppatasi per favorire quella classe borghese che, scalzata la nobiltà, da allora tiene saldamente le redini del potere inteso non come servizio per i popoli, ma sfruttamento di uomini e natura ed accumulo di privilegi e denaro.
caro Tonguessy
purtroppo hai molta, troppa ragione, ed è da inguaribile ottimista che ogni tanto mi viene da pensare che forse, un giorno, magari dopo che 5 miliardi di persone si saranno annichilite , ne resti 1 che decida di cominciare a vivere per se stessa, magari addirittura in armonia con la natura.
e allora, consapevole che , come scrivo al fondo di molti pezzi, quella potrebbe essere la strada, ma sicuramente nessuno la seguirà, provo ad indicare positivamente una via per cambiare registro.
ovviamente finisce di essere una proposta al vuoto, al nulla, ma io ci provo lo stesso a farla, sai, esite anche una probabilità , seppur minima che tirando in aria una moneta non venga ne testa ne croce…….. ma resti in piedi sul bordo!
e allora perchè non sognare ?