Lo scontro generazionale come arma di distrazione di massa
1)QUANDO LO SCONTRO GENERAZIONALE SOSTITUISCE LA LOTTA DI CLASSE
Da decenni una classe politica di inetti, aiutata da una stampa a dir poco asservita, ci propone di volta in volta dei nemici immaginari per nascondere l’unico scontro in atto e di cui non si vuole, non si deve parlare: la lotta di classe.
Scontro che stiamo perdendo clamorosamente per colpa della libera circolazione di merci capitali e lavoro. Una piaga globale, ma particolarmente forte in Europa per colpa di Unione Europea e euro.
Non potendo dirci che il futuro, a tutti noi, ce lo hanno rubato loro con le loro politiche liberali, vogliono distruggere anche l’unità del nucleo familiare fomentando un insensato scontro tra padri e figli, tra nonni e nipoti.
Nella narrazione di questi disadattati della politica e della stampa, è il debito pubblico accumulato dalle generazioni precedenti che ha rubato il futuro dei giovani che oggi sono costretti a fuggire dal Paese.
Sono le meritate, ma troppo spesso risibili, pensioni dei nostri nonni a rubare risorse per il lavoro dei nipoti. E mentre ci raccontano questa oscena falsità, continuano, ridendo, ad arricchirsi sulle nostre spalle.
Non solo. Sono proprio i più anziani, quelli con maggiore esperienza e memoria storica, gli elettori più pericolosi.
Esattamente come è successo per la Brexit.
Quindi sono proprio quelli che vanno silenziati. Magari abbassando la soglia di età per il voto per portare alle urne mandrie di giovani più facilmente suggestionabili e, quindi, controllabili. L’ennesima, pericolosa, finestra di Overton aperta nel silenzio più assordante.
D’altronde, come diceva Fubini la scorsa settimana, gli anziani possono contare su uno “stock di anni di vita futura” inferiore rispetto ai giovani. Quindi perché farli votare?
Poco importa che siano gli stessi che hanno vissuto la fame più nera, la guerra, che siano quelli costretti a lottare per tutta una vita, tra fabbrica e manganellate, per costruire un Paese migliore per i loro figli e i loro nipoti.
Proprio quelli che politici e giornalisti stanno provando ad aizzargli contro.
GILBERTO TROMBETTA (FSI Roma)
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2) IL POST CHE NON VOLEVO SCRIVERE
Non volevo scrivere un post su una cosa così stupida: togliere il voto agli anziani.
Poi ho pensato che non è esattamente una cosa stupida, ma una cosa subdolamente perversa.
Innanzitutto è una provocazione per farci discutere, arrivata al momento opportuno. Il terreno infatti è stato preparato dalla proposta, cui Grillo si aggancia, di dare il voto ai sedicenni. Non si sta parlando di “limitare” un diritto ma di “rimodularlo”!!! Del resto, si sa, il mondo sta cambiando!
Grillo si appella agli esperti che notano l’invecchiamento della popolazione e sottolinea che gli interessi delle giovani generazioni sono in contrasto con quelli degli anziani.
È un modo per alimentare un conflitto, anzi per tentare di innescarlo. I giovani infatti, vedono quotidianamente i loro genitori prodigarsi per loro e capiscono benissimo che non c’è un conflitto tra giovani e vecchi, bensì (scusate, userò una terminologia obsoleta) un conflitto di classe.
Forse non conviene che si parli ai giovani di conflitto tra classi sociali, vero Grillo? Meglio indirizzarli genericamente contro i vecchi. Ritiro le scuse, non è una terminologia obsoleta, è solo scomoda.
Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo post è soprattutto la rabbia che ho provato quando, leggendo le parole di Grillo, ho capito che lo scopo che più lo ha motivato a parlare è farci entrare in testa che sono necessarie politiche dolorose che i vecchi, ancorati ai privilegi di un passato “sprecone”, si ostinano a rifiutare.
Un giovane invece, ci spiega Grillo, non guarda solo al presente (come fa un vecchio, cioè un morituro), ma ha lo sguardo proiettato in avanti, dunque può ben sopportare che la politica sia “momentaneamente dolorosa”. Una volta convinti i giovani che il dolore presente è per il loro bene, facciamoli votare.
I vecchi no. Oggi si muore più tardi quindi … i vecchi devono continuare a lavorare, ma è meglio che non votino.
Seguono le mie ” irripetibili” parolacce.
CLAUDIA VERGELLA (FSI Roma)
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3)LA PROPAGANDA
Lo scontro generazionale è evidentemente uno degli argomenti di punta della propaganda liberale, nelle sue declinazioni lavorativa, ambientale e del debito pubblico.
Si vuole indurre i giovani a pensare che la generazione precedente abbia “vissuto al di sopra delle proprie possibilità “, sia dal punto di vista economico (facendo il famigerato “debito pubblico”) che ambientale, ed oggi si gode una dorata quanto immeritata pensione sulle spalle dei giovani precari e sottopagati.
Perché questo sono i giovani oggi, precari e sottopagati, e per il sistema è fondamentale trovare per loro un colpevole che non sia quello vero, ovvero il sistema liberal-globalista.
Fossi in loro rifletterei sul fatto che i pochi elementi che ancora li proteggono, invero sempre meno, dalla “durezza del vivere” che la buonanima di Padoa-Schioppa invocava per loro sono proprio i lasciti delle generazioni precedenti. Lo stato sociale e la Costituzione dal punto di vista giuridico, la casa e magari pure una piccola eredità dal punto di vista del benessere materiale.
LUCA MANZONI (FSI Milano)
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