L’Iran, il nucleare, i contratti con l’Italia. Javad Zarif: pronti al dialogo
di ALBERTO NEGRI
Colazione romana con Javad Zarif, il negoziatore dell’accordo sul nucleare iraniano, uno dei più celebri diplomatici dei nostri tempi, cordiale ma tenace e dotato di grande senso dell’umorismo. Difende il suo maggiore risultato diplomatico ma è assai realista e osserva: al presidente americano Donald Trump, come si è visto, non piacciono le intese multilaterali, di nessun genere, per di più quelle negoziate dall’amministrazione Obama, e quindi sottoporrà l’accordo a una perenne “revisione”. Farà di tutto per non applicarlo.
L’Iran, ci informa il ministro, è pronto al dialogo con tutti, anche con l’Arabia Saudita, per abbassare le tensioni in Medio Oriente ma saprà difendersi da ogni minaccia come accade del resto da 38 anni, quando dopo la caduta dello Shah fu proclamata la Repubblica islamica. E forse non a caso cita per ben tre volte il nome di Haji Qassem Soleimani, il generale capo delle forze speciali Al Qods che gestisce le operazioni belliche iraniane, e non solo quelle, tra Siria, Iraq e Afghanistan.
È questo in sintesi il pensiero di Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri dell’Iran, espresso in un colloquio di quasi due ore organizzato dal think-tank European Council on Foreign Relations (ECFR) prima di incontrare i vertici del governo italiano.
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