Il gas americano “conquista” l’Ucraina
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Andrea Muratore)
L’Ucraina inizierà a comprare gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti: è arrivato alla vigilia dell’inizio del G7 italiano di Fasano, in cui i presidenti Volodymyr Zelensky e Joe Biden firmeranno un accordo bilaterale di sicurezza, l’annuncio della prima partnership che porterà l’oro blu made in Usa a Kiev.
A mandare il Gnl americano in Ucraina sarà Venture Global, società di esportazione della Virginia, che ha siglato con la compagnia energetica di Stato ucraina Dtek un accordo secondo cui il gas a stelle e strisce giungerà in Grecia via nave, nei nuovi, strategici terminal che negli ultimi anni sono proliferati, per poi prendere la via del Paese esteuropeo.
Da un terminal Venture Global a Cameron Parish in Louisiana saranno forniti tra la fine dell’anno e il 2026 carichi di Gnl, mentre poi Dtek si è impegnata a comprare 2 milioni di tonnellate all’anno di oro blu americano per i successivi 20 anni dallo stesso impianto.
La notizia giunge nelle settimane in cui appare sempre più certa la notizia che la Russia non rinnoverà l’accordo di transito del gas con l’Ucraina siglato nel 2019, dopo che nel 2023 i flussi sull’asse Est-Ovest verso l’Europa si sono ridotti dal 25,3%. Può sembrare paradossale, ma Kiev e Mosca, in guerra da oltre due anni, non hanno mancato di continuare a far fluire il gas russo via tubo attraverso il territorio di Kiev, da cui l’Ucraina guadagnava i diritti di transito e i Paesi del Vecchio Continente, come l’Austria e l’Ungheria, le preziose forniture.
“Le esportazioni americane di Gnl sono aumentate a partire dalle prime spedizioni di combustibile dagli Stati Uniti continentali nel 2016”, ricorda il Financial Times. In crescita anno dopo anno, in una strategia che ha unito le amministrazioni di Donald Trump e Joe Biden, le spedizioni di Gnl hanno preso il volo dal 2022: “Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’industria ha colto l’opportunità per colmare il vuoto lasciato dalla spinta dell’Europa ad abbandonare le importazioni russe, con gli sviluppatori che hanno colmato l’occasione per colmare il vuoto”. L’Europa è cresciuta nella quota di destinazione del gas a stelle e strisce, tanto che “gli Stati Uniti sono stati il più grande esportatore di Gnl al mondo nel 2023”.
La scelta ha valenza geopolitica ma è, chiaramente, anti-economica: all’atto dell’importazione il Gnl pesa dalle quattro alle cinque volte in più, mediamente, del gas via tubo. E anche l’Ucraina si inserisce, potenzialmente, in un trend di dipendenza energetica che per l’Europa intera sostituisce, oggigiorno, l’esaurita fonte russa. Un’alternativa, quella del Gnl americano, che difficilmente aiuta sia l’indipendenza energetica del Vecchio Continente che gli obiettivi di sostenibilità ambientale. E che è soggetta anche ai chiari di luna del potere americano, come dimostrato dal panico suscitato in primavera dalla possibilità che i nuovi permessi per il Gnl potessero essere bloccati da Biden. Ma è la geopolitica a dettare queste linee. E se l’Europa segue gli Usa su questo fronte Kiev, che dipende da Washington per il sostegno militare e geopolitico, non può certamente fare eccezione.
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[Fonte: https://it.insideover.com/energia/il-gas-americano-conquista-lucraina.html]
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