Qualche precisazione sulla situazione catalana
di GLI IMMODERATI (Saul Guirdani)
Lo scopo di questo articolo non è prendere posizione, ma semplicemente esporre i fatti, dato che da giorni leggo imprecisioni su quanto sta accadendo in Catalogna.
- Partiamo dall’articolo 2 della Costituzione spagnola, nata nel 1978 ed approvata dai cittadini (in Catalogna i voti a favore furono superiori all’80% del totale):
“La Costituzione si fonda sull’indissolubile unità della Nazione spagnola, patria comune e indivisibile di tutti gli spagnoli, e riconosce e garantisce il diritto all’autonomia delle nazionalità e delle regioni che la integrano e la solidarietà tra tutte”. - Ricordiamo che la Catalogna gode già di grande autonomia: linguistica, sanitaria, in parte di sicurezza (avrete sentito parlare del corpo de “los Mossos”), scolastica, ecc. Il suo residuo fiscale è intorno ai 10 miliardi di euro (non i 54 della Lombardia, i 18 dell’Emilia Romagna, i 17 del Veneto).
- Nel giugno scorso la Commissione di Venezia ha risposto al governo catalano sulla richiesta di poter indire un referendum di autodeterminazione: il referendum non può essere indetto unilateralmente (qui).
- Il 6 settembre scorso il Parlamento di Catalogna (il corrispettivo del nostro consiglio regionale) ha approvato con 72 voti a favore (135 deputati totali) la legge del Referendum di autodeterminazione. Questa è stata approvata con il parere contrario de “los letrados”, una sorta di legali del parlamento che danno il loro parere sulle leggi da approvare. La sessione parlamentare è stata abbastanza convulsa visto che si è arrivati al voto andando contro a diversi regolamenti dello stesso Parlamento (qui la cronaca completa), ad esempio esempio quella che stabilisce che per le leggi statuarie serve la maggioranza dei 2/3.
- Il 7 settembre è stata approvata la legge di “transizione giuridica”, che dovrebbe “traghettare” la Catalogna all’indipendenza dopo la dichiarazione di quest’ultima. La legge prevede che, in caso di vittoria del “si” al referendum (senza un quorum e senza un censo ufficiale) il Preente del governo catalano prenda tutto il potere ed indica elezioni costituzionali per una data tutt’ora sconosciuta.
- Pochi giorni dopo il Tribunale Costituzionale ha sospeso le due leggi, dichiarandole anti costituzionali. Il presidente catalano ha detto che l’1 ottobre avrebbero votato, in barba al TC.
- Tra ieri pomeriggio e questa mattina è stata trovata tutta la documentazione necessaria (10 milioni di schede elettorali e qualche migliaio di lettere di convocazione per supervisori dei seggi elettorali) e sono state arrestate 14 persone su ordine della magistratura (qui, in inglese, un riassunto).
- Gli arresti, come detto, sono stati ordinati dalla magistratura, e sono conseguenti non solo alla disobbedienza al Tribunale Costituzionale, ma anche ad una inchiesta cominciata mesi fa dopo la denuncia dell’avvocato di un partito semi-sconosciuto, Vox, contro esponenti del governo catalano, rei di aver collezionato illegalmente dati sensibili di tutti i cittadini residenti in Catalogna (qui).
Questi sono i fatti. Nessun paese occidentale accetterebbe che una sua regione convocasse unilateralmente un referendum illegale per l’autodeterminazione. Così come non permetterebbe a nessun cittadino o insieme di cittadini di calpestare la Costituzione.
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