Catalogna: la UE giustifica “l’uso proporzionato della violenza”
di SICUREZZA INTERNAZIONALE
Mentre si susseguono manifestazioni secessioniste o unioniste in Catalogna e nel resto della Spagna, la Commissione Europea si schiera apertamente con Madrid assicurando che il comportamento delle forze di sicurezza il 1 ottobre è stato adeguato e giustificando l’uso proporzionato della violenza.
“Il dovere di ogni governo è difendere lo stato di diritto, e questo richiede, talvolta, un uso proporzionato della violenza” – con queste parole Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea, ha ratificato l’allineamento delle istituzioni comunitarie sulle posizioni del governo di Mariano Rajoy.
Timmermans, nel corso di una sessione del parlamento europeo, ha aggiunto che la questione catalana va risolta “nel quadro dell’ordinamento costituzionale spagnolo” ed ha respinto ogni proposta di assumere il ruolo di mediatore in quello che la UE considera “un affare interno” alla Spagna.
“L’Unione Europea si basa sulla legge – ha concluso Timmermans – e le istituzioni catalane hanno violato ripetutamente la legge che dovrebbero fare rispettare in quanto rappresentanti in Catalogna dello Stato spagnolo”.
Le parole del politico olandese stroncano sul nascere la richiesta del sindaco di Barcellona, Ada Colau, ai consoli dei paesi UE di stanza nella capitale catalana. Nel corso della serata del 4 ottobre, Germania, Italia, Francia, Olanda e Regno Unito hanno reso noto di non essere disposti ad assumere ruoli negoziali, ribadendo il proprio sostegno all’integrità nazionale spagnola.
Alcune forze politiche di sinistra radicale, tra cui Podemos e i suoi alleati catalani di cui è leader Ada Colau, si erano unite ai partiti secessionisti nel chiedere una mediazione UE. Richiesta respinta.
Parole simili sono state pronunciate dal presidente russo Vladimir Putin che ha ricevuto le credenziali del nuovo ambasciatore spagnolo a Mosca. “Non nascondo che siamo molto preoccupati per la Spagna – ha dichiarato Putin – ma è una questione interna e speriamo che si trovi presto una soluzione”.
A Barcellona si susseguono intanto manifestazioni a favore e contro l’indipendenza della Catalogna, e sono stati registrati scontri tra opposte fazioni nel quartiere marittimo della Barceloneta. A Madrid, a Saragozza e in altre città spagnole si sono tenute manifestazioni a favore dell’unità nazionale. I manifestanti esprimono sostengo per la polizia e la Guardia Civil, protestando per l’immobilismo del governo Rajoy.
Alcuni agenti delle forze di sicurezza hanno rivolto una durissima lettere al premier Rajoy e al ministro dell’interno Zoido, lamentando di essere “stati abbandonati” in Catalogna dopo quanto accaduto la scorsa domenica e incitandoli ad “agire o dimettersi“.
Commenti recenti