Scienziato o ciarlatano? Ce lo dice la scienza.
E se invece la pillola non funzionasse e fosse tutta una bufala inventata da chi la vende?
Allora, se vogliamo dati oggettivi, notizie credibili, non possiamo che provare sul campo quell’estratto o quella pillola. Evitiamo “sensazioni”, “invidie”, “pressioni” e la proviamo direttamente. Prendiamo tante persone con il dolore.
Dividiamo queste persone in tre gruppi, ad uno diamo la pillola, all’altro una pillola di zucchero (si chiamerà placebo, cioè qualcosa che potrebbe avere un effetto ma solo psicologico perché lo zucchero a quelle quantità non ha effetti), all’ultimo non diamo niente. Questo esperimento si chiama “controllato“, perché abbiamo messo in mezzo un gruppo di persone alle quali non daremo niente, così potremmo controllare se gli effetti dipendano dalla pillola o da altro (le malattie banali, quasi tutte, passano da sole). Però c’è un particolare in più: per rendere più attendibile l’esperimento i gruppi li formiamo per sorteggio, mescolando le persone, così da “simulare” la normale popolazione senza rischiare di mettere in un gruppo persone simili, persone “a caso” quindi in ogni gruppo, “random” in inglese e per questo il test sarà chiamato “randomizzato“.
Oltretutto nessuno, né le persone né noi, dovremmo sapere se la pillola che diamo sarà quella vera o lo zucchero, così si eviterà ogni condizionamento, a volte il semplice atteggiamento “ottimista” di chi somministra la pillola può condizionare i risultati e così saremo come “ciechi”, non sapremo per niente a chi avremo dato la pillola, a chi lo zuccherino (il placebo), a chi niente, sarà un test chiamato “cieco” e se vogliamo renderlo più preciso lo renderemo “doppio cieco“, non solo chi somministrerà ma nemmeno i pazienti sapranno cosa stanno prendendo, così da non farsi condizionare.
James Lind, uno dei primi medici ad applicare un primitivo metodo scientifico |
Alla fine dell’esperimento vedremo SE la pillola ha funzionato. Ma sapremo tante altre cose. Per esempio su quante persone ha funzionato, quanto ha funzionato più dello zucchero, se chi ne ha tratto beneficio aveva caratteristiche particolari (età, sesso, istruzione?) ed altro. Ecco, la medicina si basa su questo. Ogni conclusione e decisione si basa su un metodo (si chiama “metodo scientifico”).
Questo fa uno scienziato ma se lo scienziato fosse disonesto o disattento ed avesse sbagliato (volontariamente o meno) qualcosa?
Se il risultato non fosse vero?
Non tutto è perduto.
Lo scienziato pubblica tutte le fasi del suo esperimento, dall’inizio alla fine, dall’ipotesi alle conclusioni, su una rivista scientifica.
Questo perché così, chi fosse curioso e volesse ripetere l’esperimento, sa in quali condizioni è stato fatto il primo e così ripeterlo.
Niente trucchi né inganni, è un modo per ridurre al minimo gli errori.
Tutto il resto, le cose non dimostrate, le opinioni, possono essere affascinanti, intriganti ma non avendo nessuna prova di esistenza non sono basate sul metodo scientifico quindi, fino a prova contraria, sono bufale, invenzioni, sono fenomeni paranormali, cose che nessuno ha mai dimostrato. Chi dice in campo scientifico “io ho notato che…” senza farlo confermare agli altri suoi colleghi molto probabilmente (quasi sicuramente) sta dicendo una bugia, oppure è semplicemente un incompetente.
La maggioranza dei ciarlatani usa dei trucchi, negli anni passati, proprio in questo blog, ne ho raccontati alcuni. Nel passato si trattava di semplici trucchi da baraccone (false diagnosi, falsi malati, falsi documenti) oggi…anche. Nonostante possa sembrare strano, i trucchi dei ciarlatani non sono cambiati molto nel tempo ed assomigliano tantissimo ai trucchi dei prestigiatori: semplici illusioni, magie, imbrogli, solo che il prestigiatore lo fa per fare spettacolo. Per questo motivo il ciarlatano non pubblicherà mai le sue idee su riviste scientifiche o, se riuscirà a pubblicarle, userà trucchi e stratagemmi per ottenere il risultato che vuole.
Esistono anche riviste scientifiche scadenti che, senza controllare, pubblicano qualsiasi cosa per motivi economici (pagando si pubblica qualsiasi studio, anche scadente o sbagliato).
Per questo, quando prendiamo una decisione sulla salute, dobbiamo sapere se quello che ci propongono è scienza o paranormale, la prima ci offre dei dati, il secondo delle illusioni, i medici seri si basano sugli esperimenti e sulla scienza, chi invece si basa sulle “sensazioni” o sui fenomeni paranormali si chiama “ciarlatano“.
Ovviamente “fatta la legge trovato l’inganno” e gli uomini sono stati bravi a trovare dei trucchi per superare tutti gli ostacoli di un esperimento o di volgerlo a loro vantaggio. Spesso è proprio la sete di fama o di denaro che induce chi fa gli esperimenti a barare o giocare sporco ma abbiamo almeno la minima sicurezza di un controllo.
I medici, in tutto il mondo, usano le stesse cure perché sono quelle che, esperimenti alla mano, funzionano meglio. Non è detto che funzionino sempre ma meglio.
Se ognuno curasse a modo suo troveremmo in ogni città, in ogni ospedale, una cura diversa, basata su opinioni, ipotesi, idee personali, il caos insomma.
Invece ci curiamo tutti in modo simile proprio perché è il modo migliore.
Potrà esserci differenza di organizzazione, di mezzi e strutture ma le cure sono le stesse in tutto il mondo. A parità di condizioni economiche (è chiaro che un ospedale di un paese molto povero probabilmente non avrà le attrezzature di quello di un paese molto ricco) le cure, le medicine e le tecniche, saranno identiche.
Lo stesso vale per gli interventi chirurgici. Le tecniche sono identiche, potrà esserci il chirurgo più bravo o quello meno capace ma un intervento si farà allo stesso modo in tutto il mondo.
Ecco, io lo ripeto continuamente e continuamente rispondo così a chi insiste nel credere a sciocchezze (ovviamente dal punto di vista scientifico) come l’omeopatia o le medicine alternative, se si pensa di essere davvero informati, se si crede di aver preso informazioni da fonti serie ed attendibili, si proceda. Salute e soldi sono beni personali e nessuno potrà convincere nessuno di qualcosa di cui non vogliamo essere convinti.
Alla prossima.
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