Allarme Stasi
di ALBERTO BAGNAI
Tutti noi vogliamo un po’ bene alla DDR, dopo che Vladimiro Giacché ci ha spiegato come essa sia stata macellata dai cugini dell’ovest (inclusi alcuni nostri amiconi), promuovendo in noi un sentimento di umana solidarietà fra vittime. Resta il fatto che le sue mura ancora trasudano tristezza e tensione, la tensione che genera un sistema che si occupa sistematicamente delle vite degli altri. Uno de passaggio, che è libberista ma è tanto una brava persona (come del resto Vladimiro è comunista ma è tanto una brava persona), mi raccontava che alcuni suoi amici, o clienti, della Germania Est, dopo la caduta del muro, avevano richiesto il proprio dossier al ministero (pare che lo si potesse fare). Un caro ricordo, un po’ come le foto della comunione, o del matrimonio: “Ah, già, quel giorno eravamo lì e in effetti mi ricordo che abbiamo visto Hans…”. Il dettaglio è che dalla lettura dei dossier si poteva inferire con una certa facilità chi, fra i tuoi vicini, conoscenti, amici, parenti, fosse stato il delatore. Pensate che meraviglia: un paese di venti milioni di delatori che spiano e vengono al contempo spiati da venti milioni di persone (capirete che se c’è uno che va spiato bene, è proprio lo spione, altrimenti come fai a sapere che quello che ti riporta sia attendibile), ognuno sapendo che chiunque altro incontri potrà venderlo… sempre che lui non lo venda prima!
(…a questo punto Vlad il nostalgico mi ha già tolto il saluto, ma vado avanti…)
Uno de passaggio mi evocava questo scenario a proposito del DDL S2886, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017“, oggi in discussione al Senato dopo essere stato approvato dalla Camera il 20 luglio 2017 (in pieno clima balneare), e respinto il 5 ottobre dal Senato per mancanza del numero legale.
Questo provvedimento è una porcata, come sapete. Sotto l’usbergo del doverci conformare ai dettami dell’Unione europea (che se no ci fa la multa), si fa un gran fritto misto nel quale, su iniziativa di parlamentari del PD (Europa più PD: un mix dirompente!), vengono introdotte due norme pericolose e a tutti sgradite (descritte da Fulvio Sarzana sul blog del Fatto Quotidiano):
1) si estende a sei anni e si trasforma in obbligo la facoltà dei provider di servizi di connettività di mantenere nei loro archivi il traffico dei singoli utenti. Se la legge passa, tutti dovranno farlo, inclusi quelli non attrezzati per garantire la sicurezza dei dati, il che, potenzialmente, ci rende tutti ricattabili, sia che il provider venda, sia che perda, sia che faccia finta di perdere, nostri dati “sensibili”;
2) si attribuiscono all’AGCOM, della quale ricorderete le prodezze, poteri ispettivi molto penetranti, compreso quello di intervenire a fini cautelari, al di fuori di controlli giurisdizionali, sui contenuti del web, chiedendone la rimozione d’imperio ai provider.
La cosa divertente è che queste norme contenute in un provvedimento che “ci chiede l’Europa” pare vadano in violazione di norme europee già recepite dal nostro ordinamento, e anche di sentenze della CGUE, che ribadiscono il fatto che la sorveglianza non può essere massiva, ma “deve fondarsi su requisiti individualizzanti” (e lo dice lo stesso Garante della Privacy). Perché le buone intenzioni della legge (proteggere il diritto d’autore) lastricano la via della Stasi: per intervenire, l’AGCOM tecnicamente deve chiedere ai provider di tracciare ogni nostra comunicazione (Sarzana spiega perché). Insomma: la tutela del diritto d’autore diventa una priorità del nostro governo, mentre i nostri terremotati si accingono a passare il secondo inverno al freddo, la ripresa si traduce nel crollo verticale della disoccupazione per ben 0.1 punti, ecc. ecc.
Come si fa a non pensare che il fine sia censorio? E come si fa a pensare che un essere razionale possa propugnare un provvedimento che ci trasformerebbe in sessanta milioni di ricattabili? Ma i piddini non sono razionali: sono disperati. Il loro potere si sta sgretolando, e loro lo sanno. Dopo il Pasok, i socialisti spagnoli, i laburisti olandesi, i socialisti francesi, ecc., ora tocca a loro. Questo temo li renda un po’ pericolosi, ma, a occhio e croce, direi più a se stessi che agli altri. Pur se non visibile come lo ius soli, questo provvedimento è un ulteriore marchio di infamia su un partito di malgoverno per conto terzi, che non aveva bisogno di questa ulteriore alzata d’ingegno per qualificarsi come nemico del paese.
Il provvedimento, mi dicono, non passerà. Non piace a nessuno, nemmeno all’AGCOM, che pure ne beneficerebbe acquisendo potere (ma al prezzo di una sovraesposizione politica che fatalmente trascinerebbe nel meritato fango il mito della “indipendenza” delle autorità amministrative – dalle banche centrali in giù). Tuttavia, come si dice: basta il pensiero.
PD DELENDVS EST, ça va sans dire: e se è vero che siete tanti, perché non fate un bel tweetstorm? #noallastasi, o simile, potrebbe essere l’hashtag…
fonte: http://goofynomics.blogspot.it/2017/10/allarme-stasi.html
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