“Noi scioperiamo e voi comprate?”, il venerdì nero dei dipendenti de La Rinascente
di Jacopo D'Alessio ·
di GENOVA.REPUBBLICA.IT
Genova, Rinascente in sciopero fischi ai clienti
Ma questo “venerdì nero” ha un’altra faccia per i lavoratori de La Rinascente, che hanno organizzato uno sciopero per protestare contro la chiusura del grande magazzino, fissata per il 28 ottobre 2018. Sono i 120 futuri disoccupati che hanno presidiato l’ingresso, facendo scudo umano per impedire ai clienti di entrare a fare acquisti.
Ad un tratto spunta un fumogeno, il marciapiede si tinge di fumo rosso. Il presidio si sposta per qualche minuto, dopo le 18.00, a bloccare la strada antistante il magazzino: le macchine devono fare retromarcia, i conducenti sono invitati a fare dietrofront o a partecipare allo sciopero.
«Dopo cinque anni di sacrifici in cui hanno accettato un contratto di solidarietà, i lavoratori sono stati pugnalati alle spalle – commenta Nicola Poli, funzionario di Cgil Filcams: – solo cinque mesi fa l’azienda ci aveva presentato dei dati con delle criticità, ma il trend era positivo». 120 a perdere il posto di lavoro: 59 impiegati de La Rinascente, 20 addetti ai box delle grandi firme, 6 dell’impresa delle pulizie, la vigilanza. E poi ancora i parrucchieri dell’Équipe Giorgio e i baristi del Cappuccino.
Il presidio durerà fino a mezzanotte, ora di chiusura ufficiale del grande magazzino simbolo della rinascita economica degli anni ’60. Anche se l’orario di lavoro depositato e riconosciuto dovrebbe scadere alle 22.00.
«Non ci sono prospettive, è una scelta scellerata – dichiara Silvia Avanzino, segretaria generale della Cisl Fisascat: – L’unico obiettivo dell’azienda è il risparmio. Dal 2013 La Rinascente non si sente con la Carige per il contratto di affitto. Vogliamo essere presenti all’incontro del 5 dicembre».
Eppure i sindacalisti sono certi che la chiusura non sia causata dalla crisi economica che affligge tutte le professioni, anzi. Il fatturato de La Rinascente, dicono, è in attivo.
«Non si sono neppure impegnati a modernizzare il format del negozio, che rimane lo stesso di vent’anni fa – aggiunge Cristina D’Ambrosio, segretaria della
Uiltucs: – Nessuno si è chiesto come attrarre clientela nuova. Potevano rivolgersi al turismo straniero, che è in aumento. Invece le uniche novità sono il parrucchiere e il bar, che però si trovano all’esterno».
I lavoratori lasciano parlare i sindacalisti. Una sola dipendente commenta, amareggiata: «Cosa vuoi che ti dica? La notizia ci ha scioccati tutti, non ce lo aspettavamo. Speriamo che l’azienda ci ascolti e cambi idea».
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