“Voglio darvi alcuni numeri”, Alberto Bagnai commenta l’ingerenza di Moscovici sul voto in Italia
di L’ ANTIDIPLOMATICO
Il Commissario europeo Moscovici, intervenendo in una conferenza stampa, ha dichiarato di essere “molto preoccupato” per il futuro politico dell’Italia che genererebbe, dal suo punto di vista, un rischio per l’Unione Europea e per la zona euro qualora il voto premiasse le forze che chiedono lo sforamento del 3%.
Un’interferenza nel nostro processo politico chiaramente. La migliore risposta è quella che arriva oggi, attraverso un video, da parte del Prof. Alberto Bagnai che risponde al burocrate europeo con i numeri.
“Voglio darvi alcuni numeri:
5,09
4,81
4,03
3,92
3,58
3,3
3,03
sono i numeri del deficit francese dal 2011 al 2017.”
L’Italia – “come gli economisti dovrebbero sapere e i giornalisti dovrebbero scriverlo ma non lo fanno” prosegue Bagnai – ha avuto un rapporto deficit-Pil sempre più basso di quello della Francia. Paese da dove viene Moscovoci.
Dallo scoppio della crisi ad oggi la media del deficit è sempre stato 1,3 percentuali di Pil superiori a quello italiano. “E potrebbe andare peggio. Il FMI ci dice che questo scarto aumenterà. Si prevede che dal 2017 al 2022 farà 1,7 percentuali di deficit di Pil più dell’Italia”, prosegue il professore di economia.
“La Francia è il paese che produce il Commissario Moscovici che ci dice chi dobbiamo non votare. E’ un interferenza. Non è un’interferenza di hacker russi.” Ed è un’interferenza che nasce dalla notizia falsa e dall’idea sbagliata che “il nostro non sia un paese virtuoso fiscalmente quando abbiamo fatto in media un punto e mezzo meglio del paese di Moscovici ha anche avuto responsabilità di governo.”
Durante il periodo della crisi – dal 2011 al 2016 – in Francia, sottolinea ancora Bagnai, il rapporto debito-Pil è aumentato dell’11% mentre in Italia è aumentato del 16%. Noi abbiamo fatto l’austerità, loro no. La sostenibilità fiscale è migliore in Francia ad ulteriore prova che l’austerità non solo uccide l’economia ma la finanza pubblica. “Questo è noto a tutti, ma si continua ad andare avanti ad influenzare l’opinione pubblica su regole fallimentari non solo in teoria ma anche nella pratica. Di che cosa altro abbiamo bisogno per dire basta? “, ha concluso.
Buona visione:
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