Programma di Riconquistare l’Italia per la Regione Lazio: sicurezza del territorio e protezione civile
[Dal programma della lista Riconquistare l’Italia per le elezioni regionali del 4 marzo 2018 – candidato Presidente Stefano Rosati]
La modifica al Titolo V della Costituzione sancisce la libertà delle Istituzioni regionali di legiferare e lavorare in “concorrenza” allo Stato in diversi settori riguardanti la vita pubblica, tra cui anche la Protezione Civile ed il governo del territorio. In questo senso si è lasciato intendere alle amministrazioni di avere un potere non indifferente sul territorio, potere spesso esercitato in maniera del tutto inadeguata e con disinteresse, come ci suggeriscono gli avvenimenti degli ultimi anni. Di concerto con il pensiero liberale che sta alla base dell’Unione Europea, la modifica apportata alla nostra Carta Fondamentale ha permesso agli enti locali, tra cui la Regione Lazio, di regalare porzioni di territorio al capitale privato. Negli anni si è concesso a quest’ultimo di intersecarsi con il contesto naturale in maniera del tutto sciagurata, in nome di una occupazione lavorativa che nella migliore delle ipotesi è avvenuta solo per pochi individui e nella peggiore è rimasta sospesa nell’astrattezza delle parole, favorendo solo certi fondi di investimento. Grossi insediamenti urbani e commerciali, spesso rimasti anche senza occupanti e acquirenti, sono nati in maniera del tutto fuori controllo, arrecando non pochi travagli alla collettività. L’attività di sorveglianza degli enti pubblici si è andata dissolvendosi anche a causa degli ingenti tagli economici perpetrati nel tempo.
Basti pensare ai notevoli disagi che vive la città di Roma quando si vede interessata dalle forti precipitazioni, alle crisi idriche in estate dovute all’errata gestione dei servizi pubblici essenziali, agli ettari di vegetazione che bruciano trascinando alla morte grosse fette del Nostro patrimonio naturale, o peggio, la capacità degli eventi sismici di metterci in ginocchio. Studi e ricerche ci dicono in maniera pressoché costante che eventi straordinari hanno una notevole probabilità di arrivare a scuotere le nostre vite. Rimaniamo basiti se nel 2018, pur avendo le competenze tecnico-scientifiche necessarie, poco è stato fatto per aumentare la resilienza collettiva.
L’anno 2017 ha visto un incremento notevole degli episodi di incendio boschivo, rispetto al 2016 e anche rispetto al triste anno 2007, passato alla storia come uno degli anni peggiori sul fronte delle fiamme. Ironia della sorte, questo nuovo record negativo è stato segnato all’indomani dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato attraverso la riforma fatta della Pubblica Amministrazione approvata sotto la spinta europeista della riduzione della spesa statale. Il venire a mancare del CFS ha significato quindi il venir meno di un organismo impegnato a tutto campo, dalla sorveglianza, all’azione di contrasto, ai reati ambientali e alla tutela del patrimonio agroalimentare. Se da un lato si sono soppressi certi enti, dall’altro ci si adopera per promuovere iniziative pre-campagna elettorale come “Lazio Sicuro”: un investimento frutto delle errate decisioni precedenti e che con 800.000 euro circa pretende di risanare una coscienza ormai sofferente a causa degli avvenimenti e delle scellerataggini degli anni passati.
La giunta Zingaretti fa inoltre vanto di aver investito ingenti somme di denaro nell’acquisto di materiali e mezzi da cedere in comodato d’uso alle associazioni di volontariato iscritte all’albo della Protezione Civile. La maggior parte di esse sono associazioni a carattere privato. Si è arrivati ad usare l’attività volontaria quasi in maniera complementare, a volte a sovrastare, quella degli enti preposti al soccorso tecnico urgente. In tale direzione si è creata una forza lavoro, a costi praticamente ridotti o prossimi allo zero, pronta all’uso in qualsiasi occasione, dal soccorso sanitario, a quello dell’antincendio, per passare anche attraverso il controllo delle aree verdi e riserve naturali. Tutto sommato in linea con il pensiero unico liberale: il lavoro umano va pagato il meno possibile.
Noi, pur credendo nell’encomiabile spirito di solidarietà portato innanzi dal personale volontario, pensiamo che esso debba essere un ausilio in più e non essenziale agli apparati pubblici. RIteniamo altresì prioritario investire in materiali e mezzi per potenziare la forza d’intervento degli organi preposti dallo Stato come il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dotare gli enti pubblici di strutture idonee al ricovero delle popolazioni, ridare all’ente Protezione Civile il compito di gestione in fase di prevenzione, emergenza e post emergenza.
Rifiutando il principio della concorrenza che in questo caso si declina nei rapporti tra le competenze delle Regioni nei confronti dello Stato, ci proponiamo una messa in sicurezza del nostro territorio, limitando innanzitutto l’uso improprio delle aree più esposte al rischio idrico, geologico, sismico; vogliamo adoperarci per attuare un serio investimento di risorse nella prevenzione degli effetti devastanti dei terremoti sul nostro patrimonio storico-immobiliare perché solo da qui passa la salvaguardia dei concittadini che popolano le zone più esposte. È necessario mettere in sicurezza le opere viarie, scolastiche, di assistenza agli infermi e qualsiasi struttura pubblica strategica. Altrettanto importante è la formazione continua, perché nulla ci possa trovare impreparati e per farlo occorre infondere una coscienza della sicurezza e del rispetto del Paese, fin dalla più tenera età, attraverso il lavoro con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Contrariamente a quella che è stata la linea guida del precedente Governo regionale, siamo fermamente convinti del fatto che il ruolo identitario del Corpo Forestale dello Stato non si può e non si deve sminuire per via di un accorpamento ad altri corpi, anch’essi già fortemente provati dai tagli alla spesa pubblica. Come già sostenuto dal candidato Stefano Rosati – nel novembre 2017 all’indomani dei roghi che hanno devastato la Nostra Regione – “Il Corpo Forestale ha dimostrato, nei secoli, un’utilità sociale, un valore e un senso dello Stato ignoti ai commissari liquidatori travestiti da politici, graditi alle élites straniere, che ci governano. Di questa terra martoriata e offesa, di questa amministrazione pubblica colpita, in cui tante persone di valore e senso dello Stato operano, dobbiamo occuparci.”
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