IL CICLO DI FRENKEL ERA IN REALTÀ COSA NOTA E STRANOTA DALLA NOTTE DEI TEMPI
di STEFANO D’ANDREA
(post del 7 gennaio 2016)
“Se si osservano i dati sull’indebitamento estero dell’Italia, non si può fare a meno di notare le grandi oscillazioni cui queste serie sono soggette dal 1860 al 1914. Esse si spiegano con il fatto che le esportazioni di capitali hanno luogo in grandi cicli, che iniziano con un grande boom di prestiti esteri, che culminano in una grande crisi finanziaria internazionale, e in un successivo periodo di stasi, fino a una nuova fase di espansione. Malgrado l’importanza delle politiche economiche dei governi italiani, quindi, le fasi dell’indebitamento estero dell’Italia seguono fedelmente il ciclo finanziario internazionale. Tutte le volte che la finanza internazionale offre capitali, l’Italia si indebita, di conserva con gli altri paesi periferici,. E quando i capitali si ritirano dalla periferia, essi si ritirano anche dall’Italia, a prescindere da chi sia al governo e da quali politiche pratichi” (Carlo Maria Cipolla, Storia facile dell’economia italiana dal Medioevo ad oggi, Milano, 1995, p. 118).
Soltanto con l’introduzione della disciplina vincolistica della circolazione dei capitali, lo Stato si sottrae alle crisi finanziarie internazionali e se moltissimi o quasi tutti gli stati si sottraggono, non ci sono per definizione crisi finanziarie internazionali.
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